Auschwitz è di tutti
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Auschwitz è di tutti
"L'esperienza che ho attraversato ha cambiato di molto il mio carattere, minando la mia volontà, una volta ferrea, e riuscendo a farmi perdere il mio ottimismo e la fiducia nel prossimo. Ho ancora visibile sull'avambraccio sinistro il numero che mi hanno impresso, che rimane a testimonianza di ciò che sono stata costretta a subire. Non ho mai cercato di nascondere questo tatuaggio, ho sempre pensato che la vergogna di averci marchiato doveva ricadere su chi ce l'aveva imposto." Così si conclude questo terribile diario di Marta Ascoli, deportata ed internata nel 1944 ad Auschwitz-Birkenau, dal quale è stata liberata dagli alleati nel 1945 ormai in fin di vita. Tanto si è scritto sull'Olocausto e tanto ancora si scriverà, e questo è un bene, che questa pagina atroce della storia dell'umanità resti viva nelle menti di ciascuno di noi affinchè niente di tutto questo possa mai ripetersi. Tanto si è scritto dicevo ed il documento biografico di uno dei sopravvissuti non può che colpire al cuore un lettore sensibile. Le condizioni cui fu sottoposta la signora Ascoli, allora diciottenne, furono mostruose e solo un'incredibile forza d'animo, le permise di sopravvivere all'inferno che furono i campi di sterminio nazisti, Auschwitz su tutti.
Indicazioni utili
Il colore della Risiera.
Viene rieditato questo magnifico libro autobiografico della signora Ascoli e il cuore mi si stringe nel suo peso.
Appena arrivato in Italia avevo preso residenza in Trieste, e il ricordo di quella meravigliosa città non mi ha mai abbandonato.
Ero stato accompagnato in Risiera: una struttura architettonica che il mio amico Van Straten compagno di stanza mi aveva riferito essere "il luogo grigio" di Trieste.
La visitai e capii tante cose.
Soprattutto il colore, il grigio.
E' questo che la signora Ascoli ci testimonia, la morte ha un suo colore.
E come per il mio connazionale Aprea era il bianco, per gli ebrei è stato il grigio.
S. Sabba, per i triestin solo S. Saba...
La descrive bene, molto bene l'autrice prima del salto che si presume terminale : Auschwitz, la Notte.
Ne tornerà cambiata, come tutti.
Anche se gli ultimi vivi di quell'inferno si ostinano ad uccidermi sempre con le stesse parole: non sono mai tornati...tutti.