Narrativa italiana Romanzi storici All'ombra dell'impero
 

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All'ombra dell'impero

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Trieste, primavera del 1902. Il ricordo dei fatti di sangue seguiti al primo sciopero operaio dell'Impero asburgico è ancora vivo nella mente della cittadinanza. A pochi giorni dalla revoca dello stato d'assedio proclamato dal governo di Vienna, un sottufficiale dell'esercito viene trovato morto e sfigurato in un vicolo. Intanto, una preziosa reliquia cristiana, il Mandylion, viene rubata, perduta e infine ritrovata da Davorin, un ragazzino di dodici anni che in seguito a ciò pare acquisire strani poteri. Anton Adler, padrino di Davorin nonché commissario di Polizia, e il suo amico Artan Hagopian, trafficante di cineserie e legittimo custode della reliquia, si lanciano alla ricerca degli assassini del militare, intuendo il legame tra l'omicidio e il furto. I due diventano così i protagonisti di un'avventura che affonda le radici nel tempo di Gesù, nella Cina coloniale e nel cuore occulto dell'Europa. A complicare l'indagine, il maggiore Ettore Gortan, un ufficiale molto in vista che ha qualcosa da nascondere. Nel momento in cui tutte le tessere del rompicapo sembrano andare al loro posto, un uomo pericolosissimo riemerge dal passato. Tra oscure minacce celate nell'ombra, ingegnosi inganni e tensioni politiche che rischiano di far esplodere l'Impero asburgico, Adler, Hagopian e il giovane Davorin affronteranno le loro paure e vedranno le loro convinzioni vacillare, fino a un gran finale che rivelerà un nemico inaspettato e letale.



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All'ombra dell'impero 2014-03-27 15:57:13 Fonta
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Fonta Opinione inserita da Fonta    27 Marzo, 2014
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Buona la prima

Trieste, 1902.
Città sotto il controllo dell'impero asburgico, città, multietnica, dove la coesione di culture tedesce, slave ed italiche sembra una polveriera pronta ad esplodere.

Il commissariato triestino, a pochi giorni dalla revoca dello stato di assedio in virtù dei moti irredentisti sfociati nel sangue, si ritrova un ulteriore problema: l'assassinio di un militare austriaco, si vuole una testa..e subito.

Anton Alder è il commissario del commissariato di polizia di Trieste, incaricato della risoluzione del caso. Amante delle nuove tecnologie, dietro un'aria sicura si cela in lui un passato triste con degli strascichi troppo profondi per poter esser dimenticati.

Daorin è un ragazzino avventuroso e pieno di energia. Una notte si imbatte in uno strano oggetto che, gli trasmette un "dono"..questo oggetto è una reliquia chiamata Mandylion.

Il Mandylion appartiene a Artan Hagopian, commerciante di prodotti esoterici ed oggetti orientali. Lo riceve in eredità, dal suo precedente custode. Ma, una sera gli viene rubato. Sarà Davorin a ritrovarlo ma, da allora iniziano mille peripezie.

Primo romanzo di una trilogia, un libro che non finisce ma, che lascia tutto aperto al suo seguito.

Custerlina cattura il lettore e lo porta in un'epoca ed in una città che sembra una ferita. Uno squarcio su dal quale sta uscendo un sangue che appartiene a più etnie e che ogni corpo e cuore sente suo. Rimarginare questa ferita per prima sarebbe come appropriarsi di essa, sentirne il dolore dei punti e al contempo apprezzarne i miglioramenti.
È strano e difficile dare un giudizio ad un libro che, più che un'opera si può definire un primo capitolo.

La lettura è scorrevole ed i personaggi sono intriganti.
Da buon trentino ho apprezzato un'ambientazione così simile alla mia e quindi desueta nel panorama letterario dei thriller, se poi declinata in maniera storica la cedo addirittura unica.

Buona la prima dunque! Attendo con impazienza il seguito per giudicare meglio (o peggio..) il prodotto finale!

Buona lettura!!

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