Vacca d'un cane Vacca d'un cane

Vacca d'un cane

Letteratura italiana

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Dalla campagna Francesco si trasferisce in città. Arriva in una stazione sconosciuta e in una casa nuova, dove impara una nuova pronuncia per non essere straniero, perché in città sono tutti signori e i padri d'inverno indossano i cappotti. Il futuro è la nuova periferia. La nebbia, la Padania con i suoi cibi e bevande, zamponi e lambruschi, e poi la scuola con il bidello, le tabelline di Suor Carmelina che porta tutti in chiesa, Coppi e Bartali, i primi balli, i 45 e i 33, il gruppo col quale suonare nelle balere, basso, chitarra e sax. Storie, personaggi e ricordi formano una saga popolare-contadina con un linguaggio assai curioso e sanguigno.



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Vacca d'un cane 2012-10-15 19:06:33 Sandro C.
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Sandro C. Opinione inserita da Sandro C.    15 Ottobre, 2012
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Vacca d'un cane se mi è piaciuto!

Premesso che la lettura non è semplice ed immediata anche per i più raffinati amanti dei dialetti emiliani (modenesi per la precisione), non posso far altro che elogiare Francesco Guccini per avermi tenuto compagnia lungo questa "vagonata" di suoi ricordi da "mas'cino".
Parole, modi di dire e frasi tipiche della mia terra mi hanno divertito (e non poco) nell'ascoltare il racconto d'infanzia di Guccini ambientato nella "città della Motta". Leggevo il testo immaginandomi la sua voce e la sua memorabile "R" aristocraticamente moscia e in un batter d'occhio sono arrivato in fondo al libro senza difficoltà.
Quindi che dire per concludere? Complimenti a Francesco, bravo cantautore, bravo paroliere e ora posso dire anche bravo scrittore.


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