Scemo come tuo padre
Letteratura italiana
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Un papà bambino
Beppe Tosco, di professione comico, riversa in questo libro le sue esperienze come padre di due splendidi marmocchi, memore di essere stato a sua volta bambino, con il chiaro intento di ricordarlo anche al lettore.
La Littizzetto sale sul palco giusto per scaldare gli animi e solleticare il pubblico con una prefazione già di per sé divertente. L’inizio è quindi promettente, si apre il sipario e lo spettacolo ha inizio. Il cast è composto da Beppe e la sua famiglia, la scenografia è colorata e domestica, l’atmosfera è informale e amicale, le scene sono semplici e brevi, gli attori si muovono con naturalezza, il copione è la loro stessa vita. Il contenuto è ricco di battute simpatiche, aneddoti esilaranti e buffi voli di fantasia.
I primi capitoli e gli ultimi sono i migliori, inducono a irrefrenabili grasse risate (ahimè anche in luogo pubblico, mettendo in imbarazzo il lettore). La parte centrale, seppur meno spumeggiante, strappa risate composte. Non mancano lievi volgarità e banalità, perdonabili ed in tinta con il tono generale del libro, leggero e scanzonato.
La copertina cattura l’attenzione, il titolo un po’ meno, si parte già con il sorriso stampato sulle labbra.
Concludendo, una lettura spensierata.
“ Questo capitolo descrive bene lo spirito con cui è stato scritto il libro. Che non è un manuale per il corretto allevamento dei figli a terra, anzi. Se manuale ha da essere, si tratta del manuale più scorretto che mi sia riuscito di fare. Ma soprattutto racconta come un figlio ci faccia tornare indietro a quelle emozioni e sensazioni che, sopite e nascoste, restano per sempre dentro di noi.”