Narrativa italiana Romanzi autobiografici Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante
 

Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante

Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante

Letteratura italiana

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"Nella corrispondenza che Moravia indirizza a Morante tra il 1947 e gli anni ottanta si confrontano un uomo e una donna, e1 insieme line grandi si littori del Novecento. Il valore dei documenti qui raccolti sta nella testimonianza intima di un legame in lui la vita non può mai essere del tutto separata dall'arte, tanto che l'amore, nulla di più privato e al contempo di più letterario, si proietta in una dimensione altra, universale. Lo dimostrano queste lettere di Moravia scritte di getto, con verità non meditata e con quel pudore che non impedisce di condividere emozioni, idee e inquietudini [...]. Uniti e insieme divisi. per l'intera vita. Li dividono la diversità di carattere, le origini borghesi per lui e modeste per lei - che pesano sin dai primi momenti sugli equilibri della relazione [...]. A unirli è soprattutto il demone della letteratura che nella corrispondenza vi manifesta di rado, ma è onnipresente a un livello sotterraneo e pronto ad affacciarsi quando la vita lo richieda.'' (Dall'introduzione di Alessandra Grandelis)



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Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante 2017-01-27 01:27:02 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    27 Gennaio, 2017
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Cara Elsa ti scrivo

Le lettere che Alberto Moravia scrisse a Elsa Morante, sono state raccolte e sistematizzate nell’opera “Quando verrai sarò quasi felice”.
Si delinea così l’evoluzione di un rapporto piuttosto tormentato, nel quale Moravia mantiene una posizione di affetto, invero mai troppo passionale, nei confronti di una donna della quale tollera anche le attenzioni rivolte ad altri uomini. Luchino Visconti prima, il giovane artista Bill Morrow poi.

“Solda, 7 agosto 1950
Cara Elsa,
la tua lettera finalmente arrivata oggi lunedì 7, mi ha fatto dispiacere, perché vedo che sei infelice e che nulla ti giova, né star con me né stare senza di me… Le ragioni della tua infelicità sono oscure e oscuramente espresse. Ad ogni modo, se ho ben capito, il viaggio a Roma non ha fatto che aggravare la tua situazione. Quale sia poi il misterioso incidente che ha turbato i tuoi rapporti con L.V. non lo capisco, ma immagino che, come sempre, non sia cosa irreparabile…”

“Anacapri, agosto 1951
Carissima Elsa,
… Stanotte poi ho sognato che tu sedevi ad un tavolo di caffè aspettando un appuntamento con L. e io allora mi sono avvicinato a te, in pigiama e portando un cuscino, e ti ho gridato: «Se entro tre giorni non facciamo l’amore, ci divideremo per sempre.» Ma tu non dicevi nulla e io allora sono andato a dormire in una specie di lugubre magazzino tutto nero e vuoto.”

Molti sono gli squarci che possono essere abbinati alle opere di Moravia. Come le lettere inviate da Capri, l’incantevole isola che diverrà teatro del romanzo “Il disprezzo”.

“Anacapri, agosto 1951
Cara Elsa,
La sera è il momento in cui penso a te di più e così ogni volta che penso a te, mi dico che debbo scriverti le cose che penso. Poi invece al mattino queste cose sono sfumate e non mi resta che il ricordo di un sentimento molto forte. Ad ogni modo sappi che sarò molto contento quando ci rivedremo.
Oggi sono stato alla Grotta Verde. Il tempo è bello. La famiglia Valli è al completo. Forse non tornerò mai più a Capri. Tuttavia Anacapri è sempre affascinante. Ti abbraccio
Alberto”

“Anacapri, agosto 1951
Cara Elsa,
Qui sono giorni che fa cattivo tempo e io me ne sto ad Anacapri che è il solo posto dell’isola che mi piace veramente. Ieri sera sono stato a cena da Greenlees insieme con Maria Valli e con gli Alicata. Lampeggiava tutto il tempo.
Il gattino chiamato Alberto è morto ucciso dal padre. Ho paura che sia un cattivo presagio…”

Dopo la separazione da Moravia, avvenuta nel 1962, lo scrittore continua a inviare lettere all’ex coniuge, ma le occasioni di dissidio, scenate e malumori aumentano irrimediabilmente per intensità e frequenza.

Bruno Elpis

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