Quando ridi Quando ridi

Quando ridi

Letteratura italiana

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Insicuro. Irascibile. Spesso inadeguato. E ora anche solo, senza di lei. Quando Giulia gli comunica, sbrigativa e spavalda, che andrà a studiare all'estero, il cuore di papà salta un battito. Sua figlia sembra avviata verso un distacco che non è pronto ad affrontare. Non ha previsto di essere già a quel punto del copione, non si è studiato le battute. Quindi di fronte a lei inciampa, pronuncia frasi sconnesse, contraddittorie, non trova le parole adatte. E adesso eccolo qui, in un afoso pomeriggio di giugno, a cercarle. Perché se non ha saputo dirgliele, può sempre scrivergliele: le sue parole per lei, quelle che ha provato a consegnarle ogni giorno e che ora ha l'occasione e il bisogno di mettere nero su bianco. Insomma, la grana della loro vita insieme. Parole giuste e sbagliate, impudenti e imprudenti, affettuose e affilate ma sincere: saranno la sua confessione, tutt'altro che postuma, per Giulia; saranno il racconto di una carriera imperfetta, quella di padre, fatta di cadute e di ripartenze; saranno una lettera d'amore alla figlia da parte di un papà che non cerca né perdono per gli errori né gratitudine per la dedizione sconfinata. Giorgio Terruzzi ci accompagna in un viaggio intimo nelle terre selvagge della paternità attraverso lo sguardo di un uomo che non si prende mai troppo sul serio e riconosce nelle proprie le contraddizioni di una generazione. Un uomo che sa resistere a tutto ma non al sorriso di sua figlia.



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Quando ridi 2018-12-31 07:15:37 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    31 Dicembre, 2018
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Domande elementari diventano offensive

Strana la sorte di un padre, che vorrebbe essere l’eroe di sua figlia, mentre Giulia gli nega questo ruolo. Di questo narra Quando ridi di Giorgio Teruzzi con sottotitolo “Parole sussurrate a una figlia”.

Giulia è in partenza, deve stabilirsi all’estero per frequentare un’università straniera. Il commiato è motivo per ripercorrere i momenti salienti del rapporto, sempre in bilico tra dissidi generazionali (“… esplodono le mine. Domande elementari tipo A che ora torni? Con chi esci? Dove vai? Diventano offensive”) e di sensibilità, ma sostenuto da un’affinità di fondo che si nutre di stimoli culturali.

Tra gli altri, c’è anche il capitolo più spinoso: quello del divorzio dalla madre di Giulia (“Ci siamo separati quando Giulia aveva sette anni”).

Su tutto, campeggia “una gamma di sentimenti potentissimi che mia figlia moltiplicava”.

Giudizio finale: umoristico, sincopato, a modo suo sentimentale.

Bruno Elpis

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