Ogni angelo è tremendo
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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Orecchie a vela, sempre tese
Questa è un’autobiografia, scritta senza quel distacco che molti ritengono necessario per questo genere di narrativa. L’autrice, scrittrice di successo e con una lunga esperienza di pubblicazioni alle spalle, racconta la sua infanzia, la sua crescita e l’evoluzione del suo mondo interiore.
La storia della bambina dell’iceberg ci consente di calarci nel mondo interiore di una bambina depressa, costretta ad affrontare un gran numero di abbandoni e di violenze. Ci illustra i suoi pensieri, le sue ribellioni, le sue difese. I sentimenti emergono soprattutto attraverso le immagini, i suoni, i singoli ricordi: colori, suoni, episodi, frasi. La sua scrittura semplice, a tratti povera, mi sembra uno strumento appropriato per narrare la storia della bambina dell’iceberg: riflette il colore di quei ricordi, il ritmo di una vita segnata dal dolore.
Anche la Trieste dei ricordi riflette il male di vivere. Gelo nel cuore e nella pelle. La bora spazza le case. Lo sguardo del padre riduce la vita a una misera lotta per la sopravvivenza. La paura della madre riduce i figli ad animali pericolosi da ammaestrare. L’autrice racconta con efficacia la lotta di una bambina sola, che deve trovare un ordine in un caos gelido: il suo sguardo attento non sa ignorare le contraddizioni e non sa fuggire di fronte alla crudeltà degli adulti, che infine si rivelano più fragili che crudeli. Non mancano i momenti in cui lo sforzo di comprendere genera equivoci divertenti, che strappano un sorriso dal retrogusto amaro.
L’autrice si definisce un’anima candida e si racconta con candore, senza timori, senza modestie. Le sue opinioni personali sono esposte con chiarezza, accanto al vissuto che le ha fatte emergere: leggiamo e scopriamo che cosa pensa Susanna Tamaro della vita, della natura umana, del mondo editoriale, della famiglia, di se stessa e anche della sua scrittura. Una scrittura lontana da manuali e incapace di pianificazioni. Una scrittura che vuole essere priva di sentimentalismi, ma attenta ad approfondire il sentimento. Una scrittura che ogni volta sembra “un miracolo”, che non può accadere su ordinazione.
“La vera scrittura sta altrove, giù in profondità, nel nucleo della terra, nel cuore di tenebra dell’uomo.” Non sono d’accordo con questa affermazione dell’autrice, o meglio lo sono soltanto in parte. Non sono d’accordo anche su altro, molto altro. Per questo motivo vi consiglio di leggere la sua autobiografia: una storia da ascoltare, una miniera di spunti su cui riflettere.
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Opinioni inserite: 5
La bambina iceberg
E’ sempre bene dimostrare grande rispetto nel giudicare e/o analizzare i testi altrui, soprattutto quando si tratta di autobiografie, o per lo meno questo è quello che credo io. Fin dalle prime pagine ci viene raccontato il clima agghiacciante nel quale nacque e, in parte, crebbe la nostra protagonista: non solo perché a Trieste era solita soffiare la Bora, che si insinuava tra gli stipeti di una dimora già fragile di suo, ma anche perché la bambina-iceberg nella sua casa non conobbe altro che ghiaccio. Chiaro, che ti acceca, blocca, irrigidisce, lascia scivolare. L’ autrice ci riporta un’attenta descrizione dei pensieri e degli stati d’animo da lei vissuti, riconosce di aver avuto un’infanzia piuttosto infelice ma che, ci rivela in conclusione, “è stato proprio grazie a quella zavorra che ho potuto diventare quella che sono”.
Fare un vero e proprio sunto di questo libro sarebbe come privarlo della sua essenza perché, trattandosi di una biografia, racchiude in sé una sequenza di eventi ed emozioni che trovo abbiano un senso e (centrino il bersaglio) disposte così come sono disposte nel libro, di conseguenza smontarlo mi parrebbe incoerente.
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Triste triste
Susanna Tamaro ha deciso di raccontarci la sua infanzia. Lo fa senza falsi pudori senza indulgere in nostalgie ma sopratutto senza rancori. Col suo stile asciutto e privo di orpelli ci racconta un infanzia e un'adolescente tristi e solitarie. Contornata da un ambiente familiare inadeguato la piccola Susanna fa quello che fanno i bambini :trova dentro di sé risorse inimmaginabili. Incredibile pensare che nonostante tutto sia riuscita a evitare di diventare una sbandata priva di controllo.
Probabilmente per l'autrice questo romanzo è stato una specie di psicoterapia. Per me è qualcosa che dà speranza nella possibilità di perdonare e se non di dimenticare almeno patteggiare con il passata. Nonostante io non abbia apprezzato molto altri scritti della Tamaro ho letto questo volentieri e fino alla fine. Nonostante sapessi che si trattasse di una autobiografia e quindi sapevo già che alla fine la protagonista sarebbe diventata una scrittrice di successo l'ho seguito facendo il tifo per quella ragazzina sola e triste. Triste ma mai patetica. Qui siamo ben lontani dal genere piccola fiammiferaia. Questi sono i fatti e ognuno li valuti come ritiene più opportuno.
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Di nuovo lei....
.....e il suo stile inconfondibile; indubbiamente anche questo libro ti lascia un po' di amaro in bocca e forse sono finalmente riuscita a capire come mai in tutti i suoi libri c'è sempre quest'aura di tristezza e "ruvidità", quando hai vissuto un'infanzia e un'adolescenza come la sua forse tanta gioia e spensieratezza non entrano a far parte del tuo quotidiano. Lettura come sempre non facile, in realtà non sono mai riuscita a leggere un suo libro, e li ho letti quasi tutti, senza alla fine provare un senso di disagio e angoscia,"Per sempre", ad esempio, mi è rimasto incollato dentro per molto tempo e generalmente pochi libri mi lasciano il segno.....Questa volta però non me la sono sentita di darle voto pieno, sarà per lo stile sì perfetto ma a volte un po' ostico da capire, insomma molti paragrafi ho dovuto rileggerli più volte per capire appieno il significato che volevano trasmettere, sarà per quel suo essere forse un po' troppo cupa, o semplicemente perchè questo è un libro che non mi ha preso come tutti gli altri....Comunque, per me, Susanna Tamaro resta sempre una scrittice di altissimo livello, in un panorama letterario molte volte scadente e per certi scrittori molto "reclamizzato", i suoi libri meritano di essere letti e apprezzati perchè pochi sanno essere così incisivi e diretti nell'affrontare tematiche difficili. Consigliatissimo!
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Sopravvivere è tremendo
Susanna Tamaro si smaschera, si presentata al lettore così come è, rendendolo partecipe della sua vita. Leggerlo è stato come ricevere un invito a sedermi accanto a lei in veste di amica, immagino in un bel prato fiorito, con l’unica preghiera di muto ascolto.
E io l’ho ascoltata raccontare della sua infanzia difficile, dell’adolescenza ancora più triste, del raggiungimento dell’età adulta che porta chiarimenti e risposte, seppur tardive. Una figlia speciale lasciata in balia dei buchi neri della crescita. L’autrice è stata plasmata con il ghiaccio, ahimè lei che ha un animo focoso composto da amore e compassione pronte ad esplodere alla minima scintilla! Ma la miccia non è mai stata accesa apposta, emozioni troncate sul nascere e sentimenti repressi. Così avviene un implosione, segue poi un processo di raffreddamento. Bisogna pur sopravvivere in qualche modo, la corazza protegge. Un’esistenza dedita alla conoscenza e al miglioramento, basata su umanità e semplicità.
Questo libro è intenso, tocca tanti punti, contiene insegnamenti, confessioni, aiuti. La ricerca della luce, delle cose che contano e fanno stare bene. Penso che sia una scrittrice di notevole talento, trasparente e umile.
Ogni sua opera è profonda, non smette mai di commuovere; coinvolge a tal punto da far male. Credetemi, è una penna curativa, almeno per me lo è alla grande, riesce a far emergere aspetti intimi e sigillati del lettore, leggerla è come tornare a casa.
Stile curato senza fronzoli. Le sue parole colpiscono, a volte come un pugno nello stomaco, a volte come un carezza affettuosa.
Lo consiglio sicuramente a tutti, non è un semplice passatempo, è molto di più. Terminato il libro avrete una nuova amica.
“ Tutti i miei libri perlustrano i territori dell’inquietudine e dello smarrimento perché, solo nel momento in cui si sa di non avere una strada, si comincia davvero a cercarne una”
“La parola è una delle forme in cui si manifesta la bellezza, il legame inquietamente profondo che lega l’essere umano alla sua fragilità”
“L’odio è un veleno di cui bisogna liberarsi il prima possibile perché, in esso, non c’è alcuna possibilità che la vita risorga”
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Sofferenza trasformata in saggezza e sensibilità
Un libro autobiografico che ha un chiaro intento a mio avviso: trasmettere ai lettori la capacità di riuscire a trasformare tanto dolore,sofferenza e solitudine in gioia di vivere e abilità di sapersi guardare dentro.
Detto così sicuramente non è semplice da capire come concetto, ma la Tamaro è abile a raccontare la sua vita passo dopo passo soffermandosi soprattutto sui suoi stati d'animo prima di bimba che soffre della separazione dei genitori, poi evidenziando i distacchi e gli allontamenti da persone,cose e luoghi a lei cari.
Molto brava l'autrice a saper spaziare e descrivere posti molto diversi tra loro come Roma e il Carso triestino, allo stesso tempo la Tamaro è abile a narrare sensazioni agli antipodi come angoscia e esplosione di gioia.
Ho trovato molto intense le pagine in cui la scrittrice capisce la sua peculiarità di dover trasmettere emozioni e verità attraverso le parole, voglio estrapolare un passaggio a mio avviso emblematico
..."la quotidianità nasconde tesori; l'artista è il minatore è colui che li cerca. E' lui che deve calarsi nelle profondità della terra; lui che deve perdersi tra i cunicoli, annaspare, disperarsi e poi prorompere nell'Ah! della scoperta. E' sempre lui, l'artista , che deve risalire con la gemma in mano, offrendo la sua visione del suo splendore a coloro che son rimasti in superficie"(cit pag 235)
Bel libro, molto profondo dall'inizio alla fine