Notti in bianco, baci a colazione
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 3
Un Papà speciale
Mi è piaciuta la semplicità con cui l'autore narra della bellezza di essere padre di tre bimbe, e allo stesso tempo i racconti della quotidianità descritta con il candore delle domande delle figlie e degli interrogativi che si pone un papà. Bravo lo scrittore a delineare le peculiarità di ognuna delle protagoniste, Ginevra la seconda dotata di un'ironia disarmante, Virginia la prima sensibile e delicata e Melania la più piccola, a cui basta una A intonata con modulazione diversa per ottenere ciò che vuole. Presenza discreta del libro è la consorte del protagonista Matteo, Paola.Concludo estrapolando un passaggio che mi è piaciuto ,in cui il protagonista descrive i prima e i dopo che caratterizzano la vita di ognuno di noi, in questo caso naturalmente si parla del prima di essere padri e dopo:
""Il prima e il dopo non sono uguali per tutti. Conosco persone per le quali il dopo è stato lasciarsi, altre per le quali è stato sposarsi. Per alcuni è stato trovare il lavoro dei propri sogni, per certi invece solo trovarlo, un lavoro...quando diventi padre comprendi già dal primo secondo che quello sarà un dopo definitivo, l'unica cosa della tua vita dalla quale non potrai mai più tornare indietro. Nemmeno volendo, neanche impegnandoti con tutto te stesso, qualunque cosa tu faccia del tuo futuro, questo dopo non cambierà...""
Bello
Indicazioni utili
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Papà, stasera prendiamo la pizza?
Matteo Bussola, che trascorre notti in bianco e riceve baci a colazione, è uno scrittore in erba, ma prima di tutto è un disegnatore di fumetti, ma prima ancora è un papà.
Un bravo papà direi. Molto più bravo di me, devo ammettere, perchè io di figlia ne ho una, lui tre, e ha anche due cani che io invece non ho; entrambi però abbiamo una moglie/compagna non casalinga.
E a pensarci bene forse è proprio questo che ci rende simili, perchè se la donna lavora 8 e più ore al giorno inevitabilmente i figli sono costretti a subire la compagnia prolungata dei papà, con una catastrofica conseguenza - a sentir loro, le madri intendo: i figli prendono coscienza che non sono gli unici bambini in famiglia, le femminucce soprattutto acquisiscono consapevolezza che sia la madre l'unica figura adulta in grado di poter salvare la famiglia dal declino, l'unica in grado di preparare piatti diversi da pizze al taglio o happy meal, di scegliere l'abbigliamento con un minimo di coerenza cromatica, di realizzare in pochi minuti trecce impeccabili senza tirare neanche un capello (nè alla figlia nè alle barbie usate come cavie) e senza far uso di video tutorial su youtube, del tipo "come fare una treccia impeccabile in 10 secondi".
Impossibile quindi non riconoscere nel libro di Matteo Bussola scene della propria vita di papà, aneddoti rubati alla routine di tutti i giorni e descritti in modo vivace, ironico e mai sdolcinato, seppure fosse facile cadere nella banalità e nello stereotipo della famiglia mulino bianco.
Una sorta di diario personale che mette in risalto come la vita di un uomo cambi radicalmente nel momento in cui l'uomo diventa padre, lo si nota dalle pagine stesse del diario che non hanno più come protagonista il padre ma le figlie, perchè la vita di un padre si consuma nella loro, cambiano le priorità ed i punti di vista, la prospettiva con cui si guarda al futuro assume un nuovo punto di fuga che non è l'io ma è loro.
"Lei mi rideva dal vetro ed io pensavo solo: 'Ti prego, resta sempre così', perchè a me quello che piace di più al mondo è accompagnarla all'asilo in auto e vederla saltare dietro quella finestra e ridermi con quei dentini piccoli, come se quell'immagine fosse davvero l'unica cosa in grado di salvarmi dal diventare un adulto triste e senza speranza."
E poi, disseminati tra feste di compleanno, cartoni animati, spese al supermercato e notti in bianco, ci sono anche riflessioni sul lavoro, sulla morte, su Bukowski, Tex Miller e sull'amore:
"Una volta ho letto che una coppia muore se non cresce insieme. Non è vero. Insieme non è fondamentale. Muore quando uno dei due non riconosce la crescita dell'altro. Le sue pause ed i suoi tempi. Una coppia si fonda principalmente sulle attese, che è il motivo per cui molte persone si lasciano. Accettare che ci sia solo quel che c'è, certi giorni è devastante. Vorresti di più, proprio in quel momento lì."
Un caleidoscopico susseguirsi di pensieri, dialoghi, immagini e ricordi catturati dalla mente e trascritti su carta con fine arguzia, simile a quella che ho ritrovato in LMVDM (La mia vita disegnata male) di Gipi, un altro grande fumettista.
Una piacevole sorpresa, quindi, questo libro di Matteo Bussola, leggerlo mette di buon umore e fa bene al cuore.
Consigliato vivamente a tutti i papà, e relative mogli che potrebbero così rassegnarsi all'idea che per un papà il frontino per capelli sia molto più glamour delle trecce ed un pantalone molto meno complicato di una minigonna jeans uniformemente colorata tanto da rendere impossibile distinguere il davanti dal didietro.
Indicazioni utili
Un "mammo" d'eccezione..
Matteo Bussola, classe 1971, nella sua vita passata era un architetto, nella sua vita presente è padre di Virginia, Ginevra e Melania, compagno di Paola, fumettista e punto di riferimento di ben quattro cani. Si è avvicinato al mondo della scrittura in un modo forse inconsueto, avendo di fatto iniziato a rendere note le sue avventure di "mammo" tramite la sua pagina facebook, eppure, ogni aneddoto che pian piano riporta, è caratterizzato da uno stile graffiante, magnetico, che vi farà sorridere e, se siete genitori, riprovare la gioia di aver tra le braccia i vostri figli piccoli.
"Notti in bianco, baci a colazione" non è altro che la raccolta di tutti questi post pubblicati nell'universo virale, non è altro che l'insieme di quelle piccole cose che giorno dopo giorno possono accadere ad un padre che ama la sua famiglia più di ogni altra cosa. Ed è proprio in questa sua genuinità e semplicità che si racchiude la bellezza e la spensieratezza di un'opera senza pretese che non fa altro che riportarci alla mente “massime” di vita che soventemente tendiamo a dimenticare.
Una lettura adatta a tutti, capace di far sorridere e riflettere, per ogni età.
«[..]Mentre loro tra i due e gli otto anni imparano a parlare, a scrivere, ad articolare ragionamenti, sviluppano gusti e indipendenza di giudizio. Diventano. La cosa che non sai è che non è vero che tu resti la stessa persona. Perché mentre loro imparano la vita, tu impari ad essere padre, cioè impari la tua seconda vita. Che vuol dire smettere di essere e cominciare ad esserci, sapere che quel che c'è passerà presto, riuscire a cogliere la fortuna di quel sorriso tutto per te anche quando sei stanco, la bellezza di quel gioco anche se sei nervoso, la meraviglia di quei sedici chili che vogliono dormire solo addosso al tuo sterno anche quando sei devastato dalla stanchezza e daresti di tutto per dormire a pancia sotto, senza una manina che ti rovista nel naso. Il fatto è che le tue narici saranno uguali anche fra cinque anni. Quella manina invece no. [..] Essere padre t'insegna a stare sul pezzo, sempre.» p. 53
«Il disegno è sempre una questione di sintonizzarsi. Perché il disegno, come la scrittura, ha a che fare prima di tutto col mettersi in ascolto. In pochi capiscono che non è quasi mai questione di dire, ma di dare. Di farsi strumento, cassa di risonanza, per qualcosa che a ben guardare in effetti c'è, e basta solo srotolarlo come fosse una tenda» p. 81