Nessuno può volare Nessuno può volare

Nessuno può volare

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, sin da piccoli si cresce con la consapevolezza che si è “tutti normali, ma diversi, ognuno con le sue caratteristiche, talvolta un po’ ‘strane’”. Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza della cugina Ninì, sordomuta (“Ninì non parla bene,” si spiega agli estranei), dell’amata bambinaia ungherese Giuliana, un po’ zoppa, del padre con una gamba malata, e della “pizzuta” prozia Rosina, cleptomane – quando l’argenteria scompare dalla tavola, i parenti le si avvicinano di soppiatto per sfilarle le posate dalle tasche, piano piano, senza che se ne accorga, perché “la zia non deve sentirsi imbarazzata”… E poi naturalmente conosciamo George, sia attraverso le parole di sua madre – non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile (la chiave sta proprio nel titolo: “nessuno può volare”) –, sia grazie alla sua voce, che si alterna come un controcanto ironico (cento per cento british), ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli di chi si muove in carrozzina. E proprio come Simonetta con le storie di un tempo passato ci regala uno sguardo insolito e genuino sul mondo, così anche George, a cui quindici anni fa è stata diagnosticata la sclerosi multipla, ci consegna un punto di vista diverso da cui osservare le città che abitiamo, le persone che ci circondano e noi stessi. “Come, accanto ai colori dell’arcobaleno, lo spettro cromatico della luce ha altri colori invisibili a occhio nudo, così io vorrei che questo libro potesse aiutare i lettori a vedere lo spettro diverso in cui la nostra società si compone.”



Recensione della Redazione QLibri

 
Nessuno può volare 2017-09-30 15:44:08 ornella donna
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
ornella donna Opinione inserita da ornella donna    30 Settembre, 2017
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Librarsi nel cielo delle imperfezioni

Simonetta Agnello Horby è una donna dalle mille sfaccettature. Infatti, oltre ad aver esercitato per anni la professione di avvocato, è una scrittrice di notevole successo. Ha firmato testi, che hanno profondamente segnato il panorama letterario, quali: La Mennullara, La zia marchesa, Boccamurata, Vento scomposto, La monaca, Il veleno dell’oleandro, Caffè amaro. Ora con la casa editrice Feltrinelli pubblica Nessuno può volare, un romanzo autobiografico in cui si confronta con la grave malattia che ha colpito George, suo figlio, oltre che ad argomentare argute e serie considerazioni, anche legali, circa la disabilità e la malattia in generale. E’ un “memoir” molto personale di una famiglia, la sua, che di “normale” pare avere molto poco. Inoltre Nessuno può volare è anche un docu-film, girato con il figlio George, per laeffe.
Un episodio poetico e, al contempo, tragico simboleggia meglio di chiunque altro il contenuto di questo libro: l’autrice è appena venuta a conoscenza in che consta la malattia che distrugge suo figlio George. La diagnosi è infausta e paralizzante: sclerosi multipla primaria e progressiva. Lei è a casa con la piccola nipote Elena che, ignara della tragedia, gorgheggia seduta su un tappettino. Ad un certo punto:
“un piccione marrone e bianco, appollaiato su di un ramo, in alto, ci guardava curioso. (…) Un fruscio di penne e volò via; si librava in alto, magnifico, ad ali spiegate. Bastò quel volo nel cielo alto di Londra a riportarmi alla realtà. Tutti gli uccelli sanno volare, ma nessun essere umano ci è mai riuscito. Nessuno. Nessuno può volare.”
Ed ecco spiegata l’irruzione della malattia all’interno di questa famiglia serena e benestante. Cambia, inevitabilmente, i tempi e le configurazioni della stessa. Ma:
“era anche una sfida. Come noi non possiamo volare, George non avrebbe più potuto camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita. Nella vita c’è di più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato, quel di più.”
L’accettazione della malattia e della disabilità hanno, sicuramente, delle radici profonde all’interno della famiglia stessa dell’autrice. Ce lo racconta molto bene. Infatti nella sua dinastia, di origine siciliana, ognuno dei componenti ha le proprie caratteristiche, mentali e fisiche- talvolta anche bizzarre- ma sono tutti uguali e tutti inseriti in una società che riconosce, con rispetto e costanza, il loro ruolo. Emerge prepotente nella narrazione una costante decisa: il rispetto per il disabile, per il malato. Assoluto, forte, indiscutibile. Sempre ed in ogni caso. Anche nella terminologia stessa con cui si rivolge a loro c’è sempre, anche se a volte sotteso, un che di onorevole. Ed ecco che allora:
“con naturalezza di un cieco si diceva “non ci vede bene”, del claudicante “fa fatica a camminare”, dell’obeso “è pesante”, dell’invalido “gli manca una gamba”, dello sciocco “a volte non capisce”, del sordo “con lui bisogna parlare ad alta voce”, senza mai pensare che si trattasse di difetti o menomazioni. “
L’autrice ci fornisce una serie di ritratti, atti a comporre quel puzzle gigantesco che è la diversità, e che addentrano il lettore sempre più all’interno di questo formidabile nucleo familiare. Ed è così che facciamo conoscenza della cugina Ninì, sordomuta, della bambinaia Giuliana, zoppa e claudicante, abbandonata dal marito, del padre affetto da osteomielite, della prozia Rosina, affetta da una cleptomania che la porta a rubare posate e coltelli, che immancabilmente, le venivano sfilati dai grembiuli. Ognuno di essi è catturato all’interno della propria quotidianità, con affetto sincero e profonda gratitudine.
Infine si torna al figlio George, di cui alternativamente alla madre, conosciamo opinioni e traversie, sofferenze e percorsi di vita. Una voce mai lamentosa, anche di fronte alle asprezze e alle durezze della malattia, a volte ironica e sagace. George ama la vita e non smette mai di amarla, l’apprezza e la vive appieno, in ogni istante ed in ogni attimo. Descrivono entrambi un viaggio percorso da loro due che conduce per mano il lettore partendo dai parchi e dalle bellezze di Londra fino a Siena, Firenze, Milano, Napoli, Roma per terminare in quella Sicilia degli avi bella, decantata e sorridente. Un viaggio che è:
“anche e soprattutto un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comini, per consegnarci, insieme a storie molto toccanti, uno sguardo nuovo, più libero.”.
Un libro forte, intenso nella disabilità, con occhi nuovi e differenti. Una prospettiva di lettura che aiuta all’accettazione, alla comprensione, al mutuo soccorso inteso non come atto di mera pietà, ma di assoluto e rigoroso rispetto.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi ha letto tutti i libri precedenti di Simonetta Agnello Hornby, in particolare Il male si deve raccontare, dove parla del femminicidio e delle leggi atte a sconfiggerlo.
Trovi utile questa opinione? 
90
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.3 (3)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Parole nascoste
Ricordatemi come vi pare
Il fuoco che ti porti dentro
Il dolore non esiste
Dare la vita
Come d'aria
Tempesta
Vecchiaccia
Stirpe e vergogna
Proust e gli altri
Una persona alla volta
I due palazzi
Scottature
Al giardino ancora non l'ho detto
Il lato fresco del cuscino
Senza