Narrativa italiana Romanzi autobiografici Nessuno può toglierti il sorriso
 

Nessuno può toglierti il sorriso Nessuno può toglierti il sorriso

Nessuno può toglierti il sorriso

Letteratura italiana

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"Valentina Pitzalis è morta il 17 aprile 2011. Quel giorno mio marito mi ha cosparsa di cherosene e mi ha dato fuoco. Quel giorno la Valentina che ero sempre stata, la ragazza carina, piena di vita, prospettive e sogni per il futuro, è bruciata tra le fiamme di un inferno senza senso. Non so perché tutto questo sia successo proprio a me. Me lo sono chiesta tante, troppe volte in questi anni, così come mi sono ripetuta, ogni giorno, che lui non era un mostro, ma aveva fatto, questo sì, una cosa mostruosa. So per certo però che la persona che sono oggi è stata più forte di tutto e di tutti. Ho compreso che di fronte alle avversità, di fronte a tragedie come la mia la cosa che conta è trovare la forza di reagire. Ho scelto di reagire, ho scelto di vivere, ho scelto di cercare di essere un esempio per chi crede di non avere quella forza dentro di sé, perché io la depressione non me la posso permettere, non più."



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Nessuno può toglierti il sorriso 2014-08-22 14:04:51 ALI77
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ALI77 Opinione inserita da ALI77    22 Agosto, 2014
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VALENTINA UNA GRANDE DONNA

E’ veramente difficile poter scrivere una recensione su questo romanzo, siamo di fronte ad una storia vera raccontata in prima persona dalla vittima Valentina che è stata colpita da un episodio di femminicidio.
Una testimonianza come la sua è molto rara sia perché da un messaggio di speranza e amore a tutti noi ma anche perché deve servire ad altre donne a ribellarsi e a non essere sopraffate dalla violenza.
E’ un libro molto toccante e mano a mano che si va avanti con la lettura diventa sempre più emozionante.
La cosa che più mi ha colpito e sorpreso in questo racconto è il fatto che Valentina non abbia mai parlato male dell’ex marito, ma ha solamente detto che ha commesso un gesto vile, terribile, ignobile.
Il romanzo inizia parlando del primo incontro tra Valentina e Manuel, il loro fidanzamento non inizia subito infatti la ragazza stava con Roberto, lui la corteggiava in maniera molto insistente e dopo un periodo lei ha ceduto alle sua avances.
Valentina ha avuto una sola “colpa” se così si può dire, di essersi innamorata di questo ragazzo e di non essere riuscita a vedere la sua gelosia troppo ossessiva, il suo eccessivo controllo su di lei, su cosa faceva, su chi vedeva, su dove lavorava.
Sicuramente non poteva immaginare che la sua storia potesse avere una fine così tragica.
Dopo solamente tre mesi Valentina e Manuel si sposano e così dopo un primo periodo di felicità iniziano i problemi, lei non riesce a lavorare per più di qualche giorno che poi Manuel per una scenata di gelosia le causa la perdita del lavoro.
Il loro matrimonio non è sicuramente facile, non voglio infierire sul ragazzo rispetto quanto Valentina ha scritto e dico solamente che aveva dei problemi legati alle dipendenze da droga e fumo.
La ragazza non riesce più a resistere con suo marito e dopo una sconcertante rivelazione Valentina decide di lasciarlo e così torna dai suoi e ricomincia ad andare a scuola, a uscire con gli amici insomma a vivere.
Infatti durante il matrimonio, lei si è ritrovata isolata non aveva più amici, sentiva poco la famiglia e anche la sorella, lui era riuscito ad allontanarla dai suoi affetti e a tenerla legata a sé.
Valentina nonostante la separazione continua a vedere l’ex marito, lo aiuta sia a livello psicologico che economico e una sera con una scusa le dice di andare a portare dei documenti è il 17 aprile 2011, il giorno che Valentina Pitzalis muore. E’ lei stessa che si definisce così per leI la Valentina che era prima ora non esiste più, tanto che vorrebbe cambiare il nome in Morgana.
La descrizione di quella sera, del fuoco che le pervade il corpo, la gola mi ha veramente toccato a pag. 66 cito alcune righe per me significative:
“ Dolenza, fitta, spasimo, sofferenza, angoscia, disperazione, tristezza, afflizione, desolazione, dispiacere, tormento, tortura, supplizio, contrizione…”
“Quanti sinonimi può avere la parola “dolore”?”
Nel libro Valentina ha sempre detto che quello che ha provato non può essere veramente descritto è un dolore che non augurerebbe a nessuno, mi ha colpito anche il fatto che quando il suo corpo bruciava lei è rimasta vigile, il tutto è durato 20 minuti.
20 minuti interminabili, i più lunghi della sua vita nei quali aveva delle sentimenti contrastanti voleva morire per il troppo dolore ma allo stesso modo voleva sopravvivere.
No Valentina è forte e si salva grazie anche alla meravigliosa équipe di medici dell’ospedale di Sassari, e alla sua famiglia e alla sorella che le sono sempre stati accanto.
Lei stessa, non vuole accettare il suo aspetto, fa fatica a non dovere più vedere il suo bel viso ma capisce che la vita deve andare avanti e la sua testimonianza deve servire per altre donne a denunciare ogni episodi di violenza prima che sia troppo tardi.
Un capitolo, in particolare, mi ha fatto riflettere è quello che Valentina ha intitolato “Le pirle di sagezza” dove ci racconta alcuni episodi sgradevoli che le sono capitati sia su internet che andando in giro per le città.
Credo che Vale tenga sempre a giustificare, o almeno è una mia impressione, l’atteggiamento ignorante e stupido di alcune persone che la definisce mostro o anche di peggio.
Non è che lo giustifica è che alcune volte bisognerebbe rispondere a tono a quello che gli altri dicono non è solo ignoranza perché non conoscono la sua storia ma secondo me è cattiveria gratuita.
In un mondo come il nostro dove la società ci impone degli schemi di bellezza fissi, magre, belle, abbronzate e rifatte dove i modelli che abbiamo in generale di riferimento sono le modelle o le attrici che a ogni età devono essere sempre belle e giovani così non andiamo da nessuna parte.
Per fortuna non tutte le persone sono come queste, prive di sensibilità e come dice Valentina lei li definisce “angeli”, di “angeli” ce ne sono tanti e continueranno a sostenerla sempre.
Il libro non è assolutamente triste anzi Valentina cerca di sdrammatizzare la sua situazione, di riderci su come quando racconta che un bambino per strada ha detto che assomiglia a Voldemort.Io mi sarai molto arrabbiata ma Vale ha ragione non bisogna dare peso a tutto quello che la gente ci dice anche se ci ferisce.
Ha decido di appoggiarsi alla Fondazione Doppia Difesa per far conoscere la sua storia affinchè quello che le è successo non ricapiti più.
Valentina è una ragazza che ha trovato in sé una forza immensa, un coraggio invidiabile, non so se io stessa avrei avuto la sua stessa volontà di vivere dopo quello che le è successo.
Solo una parola SORRIDERE sì alla vita come nelle foto che vediamo all’interno del libro, io le auguro di NON SMETTERE MAI DI SORRIDERE!

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