Marian Marian

Marian

Letteratura italiana

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La giovane Eva sta studiando a Londra, quando un giorno dalle acque del Tamigi recupera un fagotto di pelo di pochi giorni, una gattina che chiamerà Marian. Tra le due si instaura un sodalizio felino che durerà lunghi anni. Marian diventa il nume tutelare di Eva, la segue nei suoi numerosi viaggi (dall'Inghilterra alla Provenza, dalla Camargue a Milano, e poi in Maremma, a Vienna, sull'Ile d'Oléron, a Venezia, sulla Via della Carpa lungo il Reno e in tanti altri luoghi d'Europa) e anche in tutte le sue vicissitudini umane, elargendo la sua millenaria saggezza felina in modi così sottili che solo chi ama i gatti può capire.



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Marian 2015-02-06 16:43:05 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    06 Febbraio, 2015
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La petite Marian.

Una tipica casa inglese è lo scenario in cui le vicende si aprono. La giovane protagonista, italiana – toscana nella fattispecie – in quel di Londra per motivi di studio, ha instaurato subito un bel rapporto di amicizia con l’anziano proprietario Peter e il grande amore per i felini consolida quel valore già di per sé instaurato. Ma nell’abitazione la figlia dell’uomo, Lorna, in virtù di un patto instaurato con la madre prima della sua dipartita ed in forza di un increscioso accadimento del passato, non vede di buon occhio queste creature che con l’amorevolezza di un chiodo sotto un piede definisce bestie. Ecco perché, quando una batuffolosa creaturina di circa 2 mesi, tutto pelo ed occhi azzurri – dopo essere stata vittima dell’ennesimo soggetto che sperava di liberarsene in un modo altamente opinabile – le cade tra capo e collo, la ragazza, che solo verso la metà del componimento viene presentata col suo nome (Eva), è costretta a lasciare la dimora.
Inizia così l’avventura di Eva e della piccola Marian. Questa non è altro infatti che una storia autobiografica – o se non altro è ricca di molti dettagli che lo fanno presagire ed altri magari romanzati – dai connotati tanto dolci quanto raffinati. L’autrice ci racconta con semplicità quel che le è accaduto prima in quell’esperienza inglese, successivamente quando gli sfondi tipicamente anglosassoni lasciano il posto alle campagne toscane e alla vita che riprende a scorrere nella sua normalità, per passare poi agli scenari squisitamente francesi e concludersi sulle sponde dell’Ombrone. E’ una storia d’amicizia ma anche d’amore, è il percorso formativo di un’anima in fase di fioritura fino alla maturità, alla crescita, alla perdita di ingenuità pur mantenendo i propri valori.
Non è il classico racconto per felino dipendenti, è la narrazione di una vita che come tutte ha la sua storia, e l’autrice nel suo esporre, non ha fatto altro che raccontarci una parte del suo percorso su questa terra. Il tutto è avvalorato da quei piccoli animaletti produttori indiscriminati ed ininterrotti di melodiose fusa.

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