Malanova
Letteratura italiana
Editore
Anna Maria Scarfò oggi ha ventiquattro anni. La storia del suo passato è raccontata in queste pagine. Il resto, per fortuna, è ancora tutto da scrivere. Cristina Zagaria (Carpi, 1975) è giornalista e scrittrice. Dall'età di venticinque anni lavora per il quotidiano la Repubblica, presso le redazioni di Bologna, Bari, Roma, Milano e Napoli, dove vive attualmente. Ha scritto Miserere (2006), romanzo ispirato all'indagine sul misterioso suicidio della direttrice del carcere di Sulmona, Processo all'Università (2007), L'osso di Dio (2007), una storia vera di 'ndrangheta e Perché no (2009).
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Malanova!
Nel dialetto calabro della provincia di Reggio Calabria, il termine “malanova” viene utilizzato per indicare una cattiva notizia portatrice di sventura oppure per lanciare un augurio di disgrazia verso qualcuno o qualcosa. A San Martino di Taurianova, piccolo paese della piana di Gioia Tauro, la Malanova è Annamaria Scarfò, la ragazza che ha avuto il coraggio di denunciare i propri stupratori mettendosi contro l’omertà delle duemila anime del minuscolo centro in cui è nata e cresciuta.
Annamaria è stata stuprata per la prima volta all’età di tredici anni, bambina raggirata da uomini adulti, alcuni dei quali sposati e con figli, che hanno proseguito ad abusarne in branco per ben tre anni, “usandola” come “saldo” per i propri debiti nei confronti di altri uomini/animali e minacciando di ucciderla se solo avesse osato rivelare a qualcuno “il loro piccolo gioco”.
Annamaria subisce fino a quando le belve non le chiedono di portare con se la sorella più piccola: a quel punto trova il coraggio di parlare e da quel momento la legge è dalla sua parte e le rende giustizia nei processi che si susseguiranno.
La legge, tuttavia, non è in grado di cancellare la condanna del paese che la accusa di essere la causa di tutto il trambusto mediatico e delle vite rovinate di “quei poveri ragazzi”.
È così che, emarginata e perseguitata, Annamaria non si capacita della vergogna nella vergogna: della sua vita violata e deturpata per ben due volte; prima da un branco di animali e dopo dall'ignoranza della massa.
Ed anche chi si ritrova a leggere con sgomento questa testimonianza , arriva a tremare di sdegno e di indignazione e a chiedersi che razza di posto può mai essere quello in cui si giustifica la violenza ad una ragazzina e si sostiene a gran voce che era meglio non sollevare tutto quel polverone.
Una storia cruda che lascia il segno, raccontata in prima persona dalla protagonista e da leggere assolutamente perché simili realtà non possono rimanere sepolte e non possono in alcun modo ripetersi.