Narrativa italiana Romanzi autobiografici Le consapevolezze ultime
 

Le consapevolezze ultime Le consapevolezze ultime

Le consapevolezze ultime

Letteratura italiana

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Attraverso sé stesso lo scrittore ci racconta le tragedie di un mondo in cui, insieme allo sforzo di nascondere l'ipocrisia, si è perso l'ultimo barlume di compostezza etica: il patto sociale è stabilito da chi ha potere e denaro sufficienti per calpestarlo. In una società popolata da uomini e donne così arroganti da pretendere di esserne i protagonisti disperati e interessanti, dove si comunica a occhiate o facendo l'occhiolino e la lingua è corrotta non meno dei costumi, tutto contribuisce ad alimentare lo stolto chiacchiericcio che copre - anzi permette di non ascoltare - persino una drammatica richiesta d'aiuto lanciata dal cuore del Mediterraneo. Nella tradizione dei grandi moralisti occidentali, da Montaigne a Swift, 'Le consapevolezze ultime' è il pirotecnico e disincantato congedo dal nostro tempo e dalle sue immonde nostalgie, un'acrobazia senza rete sull'essenza della realtà sospesa fra una implacabile sete di giustizia e la comica malinconia per una giovinezza che non si decide a terminare.



Recensione della Redazione QLibri

 
Le consapevolezze ultime 2018-04-19 14:44:32 siti
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
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1.0
siti Opinione inserita da siti    19 Aprile, 2018
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Il convitato di pietra

La nota arguzia verbale di Busi compie una acrobazia narrativa e inscena un’improbabile cena durante la quale lui, nei panni della guest star, attempata e sfiancata da una prostata capricciosa che lo obbliga a frequenti passaggi in bagno, apre bocca e tiene banco, in maniera sconcia e irriverente.
Ma chi ha voluto presso sé questo scomodo convitato di pietra?
“… a cenar teco m’ invitasti/ e io son venuto…”
Un ricco signore della buona società, uno con i soldi, uno con tanta gente che gli gira attorno, uno con tanto da coprire nel pubblico e nel privato, uno che attira a sé tutto ciò che sta stretto a Busi, un pretesto perfetto per sparare a zero tutte le sue idiosincrasie. Contro il mondo e tutti i suoi mali – in dimensione prettamente italica- che di riflesso, citando in esergo Parini de “La salubrità dell’aria” (“Stolto! E mirar non vuoi/ne’ comun danni i tuoi”) diventano i nostri. Processi migratori, leggi retroattive, lavoro nero, sistema contributivo, classe politica e relativa legge elettorale, editoria, bufale o fake news, mafie e clientelismo con l’intramontabile sistema delle raccomandazioni, omofobia diffusa e le banche e il loro sistema che regge il sistema… Non mancano anche personali considerazioni sulla politica europea, l’indipendentismo catalano, e un improbabile tour per mete poco raccomandabili per gli scenari che le caratterizzano. Non mi trova sempre d’accordo ma questo poco importa come il mio gusto a tratti offeso e risentito per i toni che gli sono usuali ma che l’invettiva della sua parola gli perdona facendomelo apparire come una voce che nonostante tutto è meglio sentire.

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