Narrativa italiana Romanzi autobiografici La mia casa di campagna
 

La mia casa di campagna La mia casa di campagna

La mia casa di campagna

Letteratura italiana

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Comisso amava la campagna. All’inizio degli anni Trenta comprò un piccolo podere con una vecchia casa colonica a Zero Branco, nel trevisano. Vi trascorse lunghi periodi, coltivando l’orto e dedicandosi alla cura della terra con la passione e la sapienza dei contadini. Della campagna conosceva usi e tradizioni, come quella di affidare la protezione delle case a immagini di santi scolpite o dipinte. Fu così che commissionò al suo grande amico (e trevisano doc) Arturo Martini una terracotta di San Bovo da mettere alla porta della stalla.



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La mia casa di campagna 2014-10-31 18:22:13 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    31 Ottobre, 2014
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Non male, ma nemmeno bene

Giorni di guerra mi aveva entusiasmato per la freschezza e la spontaneità sorprendenti che caratterizzano questo romanzo sulla Grande guerra; così che le aspettative per La mia casa di campagna erano alte, insomma ero convinto di trovarmi di fronte a un altro piccolo gioiello, il che però non è stato. Non è che quest’ultima opera sia di trascurabile valore, ma almeno a me è apparsa alquanto inferiore e soprattutto sono rimasto stupito per la non infrequente banalità che è riscontrabile nelle sue pagine. L’esperienza della vita in campagna avrebbe potuto essere l’occasione per un’analisi di quella civiltà contadina che da lì a qualche decennio sarebbe scomparsa e invece si ha l’impressione di leggere un diario di bordo, che a volte presenta qualche motivo d’interesse, come i rapporti con i vicini, ma che in altre si esaurisce in un tentativo di dare una visione bucolica da cartolina. Quel che mancano, in verità, sono proprio la freschezza e la spontaneità e si ha l’impressione che il romanzo sia stato scritto in periodi diversi della vita dell’autore, frutto di una ricerca nella memoria che con il tempo, come è noto, si dilava. Se il messaggio di Giorni di guerra era ben chiaro, segnando nell’autore protagonista il passaggio dalla spensieratezza della gioventù alla consapevole e non sempre piacevole certezza di aver raggiunto la maturità, in La mia casa di campagna c’è solo un vago accenno al piacere di una vita rurale, senza i necessari approfondimenti.
Mi verrebbe da dire che se non fosse stato scritto da Comisso forse non avrebbe trovato un editore disposto a pubblicarlo, per quanto la lettura, nel complesso, sia veloce e gradevole. Purtroppo questo è un po’ poco per un narratore dalle innate notevoli capacità che così bene ha evidenziato in Giorni di guerra; potrei dire che questo La mia casa di campagna abbia costituito un divertissement soprattutto per l’autore, una sorta di vacanza letteraria in cui ha cercato di coinvolgere il lettore senza che per l’uno e che per l’altro sia stato e sia necessario applicarsi troppo.

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