L'ultimo sorso. Vita di Celio
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
LA VITA DI CELIO
"Le montagne sono tutte uguali. Hanno una base e una punta. Il dolore del mondo è uguale alle montagne, ha una base di partenza e un vertice massimo. Non vivremo abbastanza per smaltire il dolore e per salire le montagne che abbiamo intorno."
Celio, il protagonista del romanzo, è un personaggio inventato dalla penna dell'autore, ma forse non lo è così tanto perché rappresenta gli uomini semplici di una volta, che hanno avuto una vita difficile, lastricata di piccole e grandi prove da superare che solo chi vive in montagna può capire.
Celio nasce nel 1910 tra Palazza e Carmelia, in un paese povero e isolato e la sua famiglia era molto umile; il padre era assente e la madre ha cercato di tirare avanti, rastrellando il fieno. La sua infanzia fu molto difficile e visse quasi sempre da solo, se fuori poteva sembrare un burbero uomo, un contadino tutto d'un pezzo, dentro di sé aveva un gran cuore.
Con la madre avrà un rapporto molto forte tanto che non si sposerà mai per non farle un torto, forse l'amore che provava per lei era eccessivamente morboso.
L'unico amico che ha è Pilo Dal Crist, un suo compaesano più grande di lui di quarant'anni, che gli insegnerà a comportarsi da uomo, le buone maniere, un lavoro e avrà quasi un ruolo da padre, visto che questa figura gli è mancata.
Celio, fu alpinista, fu cacciatore e soprattutto fu un gran bevitore, l'alcol lo distruggerà purtroppo e lo porterà ad avere problemi sia fisici che mentali.
Il protagonista è un uomo semplice, di poche parole, che sin dall'infanzia prova un senso di inadeguatezza nei confronti del mondo, probabilmente la dura realtà con la quale si scontra ogni giorno lo ha portato a sfogare i suoi dispiaceri e le sue insicurezze nell'alcol. Il fatto di non essersi creato una famiglia propria lo ha portato a una sorta di depressione.
L'ambientazione in questo romanzo la fa da padrona, l'autore descrive la bellezza dei paesaggi alpini, così anche il lettore immagina, attraverso le pagine del libro, le vallate, i boschi, i torrenti così suggestivi che donano pace e tranquillità.
L'autore delinea Celio come se fosse un personaggio realmente esistito, lo tratteggia in maniera convincente, racconta la storia di una persona "normale" che fa una vita semplice e in un qual modo vuole celebrare gli uomini del passato, i nostri nonni o bisnonni, che erano felici anche solo con un pezzo di pane e un bicchiere di vino.
Celio viene delineato in maniera vivida, un uomo legato ai valori semplici della vita, quelli genuini, quelli di una volta che oggi in parte sono andati persi.
Lo stile di scrittura è molto semplice e diretto, l'autore non ci racconta delle "favole", è un testo vero, crudo e molto umano, Celio viene descritto anche attraverso le sue fragilità, facendoci conoscere un uomo che fuori può sembrare scorbutico e rude ma dentro è veramente una persona buona.
Quello che ho trovato difficile sono i continui salti temperali da una pagina all'altra o all'interno della stessa, alcune volte ho dovuto fermarmi e rileggere.
Il finale è molto malinconico e lascia un po' di tristezza, consiglio questo libro a chi ama la montagna e i suoi meravigliosi paesaggi.
Indicazioni utili
- sì
- no