Narrativa italiana Romanzi autobiografici Io e lei. Confessioni della sclerosi multipla
 

Io e lei. Confessioni della sclerosi multipla Io e lei. Confessioni della sclerosi multipla

Io e lei. Confessioni della sclerosi multipla

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A dire "Io" è una voce narrante del tutto inedita, la Sclerosi Multipla, capace di terrorizzare soltanto col suono del proprio nome, un "gorgoglio di consonanti scivolose". Egocentrica come una primadonna, dotata di un'ironia corrosiva, politicamente scorretta, determinata, ingombrante, irriverente, sguaiata, irascibile, maltratta tutto e tutti, a cominciare dai lettori, "uditorio miserrimo" al quale si confida. La sua vittima prediletta, però, è la "lei" del titolo, quella Miagentileospite, amatissima e disprezzata in ugual misura dall'inquietante narratrice: "Sono dentro di lei. Capite? Sono dentro di lei più di qualsiasi altro. E lei non dovrebbe dimenticarlo mai". Tutto in loro è simbiotico e opposto: gusti, passioni, inclinazioni, tendenze, idiosincrasie, consapevolezze, visioni del mondo e dell'amore, in particolare quello per Occhiazzurrogrigionebbia, altro personaggio del romanzo. Le due linee narrative, la malefica progressione della malattia e la storia d'amore, corrono parallele fino a incontrarsi nel sorprendente coup de théâtre finale. Cos'è, dunque, questo libro unico e potentissimo? Un memoir graffiante ed emozionante? Una feroce invettiva? Un implacabile flusso di emozioni? O piuttosto uno sconvolgente romanzo d'amore? Sarà il lettore stesso a deciderlo scoprendo, a ogni modo, che questa eccentrica autobiografia profuma assai più di vita che di malattia, nonostante tutto.



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Io e lei. Confessioni della sclerosi multipla 2018-03-22 18:03:13 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    22 Marzo, 2018
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Una forte lotta alla malattia

Fiamma Satta, voce storica di Radio2, autrice di alcuni programmi di grande diffusione, affetta da venticinque anni dalla sclerosi multipla che non le impedisce di vivere pienamente la vita, in Io e lei. Confessioni della sclerosi multipla, rende la malattia un personaggio con una caratterizzazione vera e propria: dissacrante, ironica, irascibile. Viene raccontata una bizzarra storia d’amore che ha quale voce narrante la malattia stessa. Egocentrica come una prima donna, onnipotente, aggressiva, impietosa, dotata di una ironia corrosiva, la sclerosi multipla è sguaiata ed ingombrante.

“Avevo gridato al mondo che io dimoravo dentro di lei…. Una coraggiosa decelebrata… Io e lei siamo sideralmente diverse: lei è impulsiva, io rifletto, lei è insicura, io conduco la danza… “.

Il corpo della donna è stato occupato da una entità straniera, come una chiesa profanata, una Troia violata da un cavallo di legno. Una donna obbligata ad una convivenza lunghissima con una presenza sadica e capricciosa, che dopo averle addormentato una mano, l’ha indotta a forza su una carozzina. L’usurpatrice (la bestia) è acida, carognesca, blasfema, la bella è lucida e malinconica. Una vampira di esistenze altrui. Nell’ultimo capitolo, la prigioniera prende la scena: all’ombra piombata che appesantisce sguardo e pensiero, un’ombra che incendia desideri, ma soffoca gli amori. L’autrice né accetta la malattia, né la maledice, si sforza di comprenderla pur sapendo che è una impresa sovrumana. Si è tuffata dentro la devastazione per guardarla in faccia. La tristezza, dice può essere morbida, può scaldare.

Una storia che dà coraggio a chi soffre di qualsiasi malattia e può essere occasione di crescita interiore per chiunque. Si parte dalla malattia per intonare un inno alla vita.


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