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Vita di un giovane precario
Un giovane professore, stanco del solito tran tran quotidiano, casa lavoro,lavoro casa, dopo l'ennesimo viaggio in autostrada per raggiungere la sede scolastica dove insegna, decice di rassegnare le dimissioni. Naturalmente il ragazzo fa prima un pò di conti; è rimasto orfano di entrambi i genitori,l'unica sorella vive lontano, con qualche soldo ereditato e il pagamento dei diritti d'autore da parte di una casa editrice progetta di tirare avanti per qualche tempo senza fare un bel niente.
Purtroppo per lui,il giorno dopo le dimissioni,investe un povero cane in autostrada, la fidanzata storica lo lascia e i soldi finiscono presto anche senza darsi a spese pazze,dulcis in fundo, dalle graduatorie scolastiche, croce e delizia di tanti precari, non essendo stato ancora depennato, viene ripescato e chiamato per una supplenza,come professore di sostegno in un Istituto Professionale.
Diamine! Che sfortuna! Torna a perseguitarlo questa scuola, che da studente l'ha bocciato e da professore l'ho tormenta, ma i soldi servono ed Ugo, accetta la supplenza. Per ironia della sorte il professore tornerà ad insegnare nello stesso luogo abbandonato qualche mese prima ma in un Istituto Professionale di Agraria. In questa nuova scuola farà la conoscenza di Eugenio Calza , il ragazzino al quale deve dare una mano negli studi. Eugenio si rivela da subito un ottimo allievo con una particolarità, ama le lavatrici ed ha un'ossessione compulsiva per la collezione di tappi di bottiglia. Il busillis nasce quando Ugo è chiamato a mediare la voglia di una parte di professori di accontentare il ragazzo regalandogli i tappi ed un'altra parte che, seguendo alla lettera le direttive della psicologa, negano questo piacere al ragazzo. Ugo durante questa nuova esperienza scolastica scoprirà doti e sensibilità che non pensava di avere. In lui, quel momento di rabbia e scoramento che l'aveva portato a rassegnare le dimissioni mesi prima, sancirà l'inizio di una rivoluzione copernicana interiore che gli permetterà di vivere la scuola in un modo nuovo. L'originalità di questo romanzo sta, a mio modesto parere,anche nella geniale scelta della tecnica narrativa, infatti lo scrittore per rimarcare il momento di confusione,di stress psicologico del personaggio spesso su di giri e lunatico fa un uso smodato di coordinate e subordinate, di virgole in un capitolo ne ho contato 80 su 13 punti e 30 sono state le “e” congiunzione. Insomma Cornia, riesce con la sintassi a dipingere il carattere del professore un po come il personaggio del recente libro di Baricco Mr Gwyn che “scriveva” ritratti.
Una bella prova di Ugo Cornia, un romanzo che intriga per contenuto e stile.
di Luigi De Rosa