Il principio del ventaglio
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Per fortuna va tutto bene
Cuore pulito, mente sveglia, piedi ben piantati per terra. E' il ritratto che viene fuori da questa autobiografia, seguito di un libro dove il protagonista narrava la sua infanzia di colono italiano in Etiopia. Qui si riparte dall'Eritrea, dove la sua famiglia è costretta a trasferirsi a seguito dei disordini di Addis Abeba.
L'impero coloniale dell'Italia fascista in Africa è agli sgoccioli e sono gli inglesi a prendere il sopravvento, con una politica che lascia però molta libertà agli italiani insediati nel posto.
Le pagine scorrono veloci, tra i ricordi di un ragazzino che non trascura i minimi particolari di un'esistenza decisamente felice, dove i problemi si appianano “con l'aiuto di Dio”, il coraggio e la buona volontà.
Lo stile non è perfetto, a volte ci si perde in dettagli superflui, ma è un difetto che a tratti diventa perfino un pregio, vista la purezza della narrazione: “Mi piace osservare le formiche che camminano velocemente una dietro l'altra lungo la pista che si forma man mano che transitano. Alcune trascinano un pezzo d'erba più grande di loro. Non me la sento proprio di ammazzarle”.
Attraverso i suoi occhi limpidi scopriamo usi e costumi di un pezzo di terra africana, dove gli italiani vivono e lavorano in tutta tranquillità mentre l'Europa è straziata dalla guerra.
Il suo ritorno in Italia, ormai adolescente, ci offre uno spaccato di vita dal dopoguerra fino agli anni Sessanta da cui emergono con chiarezza i germi dei mali che avveleneranno il Paese nel corso degli anni. Ma Lorenzo va dritto per la sua strada, tra studi universitari, servizio militare e festicciole,
fino alla laurea, festeggiata in famiglia con una torta “senza candeline” preparata dalla madre, al primo lavoro e, soprattutto, al coronamento del suo sogno d'amore: “Usciamo dalla Chiesa tra gli abbracci festosi di tutti e il saluto del sole”.
Sono pagine che allietano lo spirito e fanno riflettere senza inquietare, mentre si finisce per aspettare la consueta e rassicurante frase del narratore: “Per fortuna va tutto bene”.