Narrativa italiana Romanzi autobiografici Il bambino che disegnava parole
 

Il bambino che disegnava parole Il bambino che disegnava parole

Il bambino che disegnava parole

Letteratura italiana

Editore

Casa editrice

Teo è un bambino intelligente, bello, dalla personalità spiccata, bravissimo a scuola. Fino a che, con l'approdo alle medie, qualcosa non sembra spezzarsi irreparabilmente e lui entra in una crisi sempre più ineludibile. Quando i genitori, spiazzati da quella che sembra essere una precoce adolescenza, chiedono aiuto, gli specialisti sono unanimi nel loro verdetto: semplicemente, Teo è dislessico. Da sempre. Fino a 12 anni è riuscito a nasconderlo utilizzando tutte le "strategie compensative" a disposizione della sua mente vivacissima, adesso - di fronte alla crescente complessità dello studio e delle sue grandi ambizioni - non riesce più a farlo, e la sensazione di inadeguatezza covata a lungo genera un panico buio, distruttivo. Inizia per lui, per i suoi genitori, per sua sorella Ludovica, per la famiglia intera un viaggio. Innanzitutto nel proprio stesso passato, per leggere a ritroso i segni di un problema che forse non riguarda solo Teo, ma che in lui per la prima volta si esprime con la perentorietà di un'urgenza. E poi fuori, nel mondo degli psicologi, dei neurologi, della scuola: che è la prima linea, il confine cruciale dove una difficoltà individuale può imboccare la via buia del disagio o trasformarsi in una straordinaria risorsa per tutti.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0  (1)
Contenuto 
 
5.0  (1)
Piacevolezza 
 
3.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
Il bambino che disegnava parole 2018-08-24 13:25:55 Mian88
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    24 Agosto, 2018
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

La dislessia vissuta in prima linea

Teo ha dodici anni, frequenta la prima media ed è un bambino bello, intelligente e profondo. I suoi occhi ti scrutano dentro, le sue riflessioni ti sorprendono tanto sono mature. Ha una indole solitaria, introversa, riflessiva ed è felice soltanto quando indossa la sua camicia bianca, quando dorme rannicchiato a panino, quando non è costretto a fare quel che non desidera e soprattutto la grammatica (che tragedia il passato e il trapassato remoto!) e il tedesco (perché devo perdere tempo a imparare questa roba chiaramente inutile?). Eppure con il passaggio alle scuole medie qualcosa, in questo prima fanciullo e poi ragazzino, si infrange. È sempre stato considerato un po’ strano, ha sempre avuto delle difficoltà che altri suoi coetanei non avevano, ha sempre nutrito delle riserve sull’ammettere complicazioni nell’allacciare le scarpe o memorizzare le coniugazioni, ha sempre detto in giovane età “tì” invece di “sì” e ancora non sapeva pronunciare la ci, gi, zeta nonché la erre che saltava nei racconti, ha sempre trovato tantissima facilità a memorizzare tutti gli audiolibri che ascoltava, ma da quando frequenta questa nuova classe quelle eccentricità iniziano ad assumere nuove forme e colori. All’inizio i genitori pensavano che tutto questo potesse derivare dal suo carattere un po’ filosofo e ribelle, poi alla rivalità con la sorella o ancora al diverso atteggiamento della madre e del padre nei suoi confronti in quanto la prima tende ad essere troppo protettiva e a sopperire a tutto, a dispetto del secondo più intransigente e della filosofia di lasciarlo sbagliare e diventare autosufficiente.
Infine, su sollecitazione dei docenti stessi che giorno giorno assistono al suo distruggere le penne, ai suoi scatti d’ira, al suo chiudersi in un mondo tutto suo, al brillare per la rapidità dell’apprendimento frontale e alla totale disapplicazione nei compiti – che nemmeno appunta – e nella loro esecuzione, il colloquio con la psicologa, le analisi, i test, la diagnosi: DISLESSIA.
A questo punto tutto assume un senso come un puzzle che finalmente prende forma. Non è che non volesse le scarpe con le stringe, semplicemente non sapeva allacciarle, non è che non segnasse i compiti per una volontà di non farli bensì per l’assoluta incapacità di comprendere come farlo non sapendo come utilizzare lo strumento del diario, ancora la spiegazione di tutte quelle difficoltà, quelle ostinazioni che apparentemente non avevano una ragione comprensibile. E ancora, l’accettazione. L’imparare a vivere con questa diagnosi, l’imparare a far fronte a quelle esigenze che non sono sintomo di vizio o pigrizia, ancora la difficoltà di destreggiarsi nel mondo quando quel mondo per una “difficoltà” ti considera diverso.
Con un linguaggio fresco, lineare, semplice, diretto e soltanto nella prima parte talvolta un poco lento, Francesca Magni delineai i confini di un universo non così lontano dal nostro seppur spesso considerato tale. Perché la dislessia, ci sussurra tra le pagine, non tocca soltanto chi ne è affetto ma anche chi vi è accanto. Quello del lettore sarà un vero e proprio excursus di crescita e di conoscenza, di approfondimento e di empatia. Si sentirà vicino ai genitori, si sentirà vicino alla sorella e si sentirà, non di meno vicino a Teo.
Il tutto in un viaggio ricco di spunti di riflessione, di consapevolezza di chiavi di lettura per questa intelligenza disincantata avvalorato nella sua conclusione dalla presenza di due appendici sulla dislessia.

«Ora immagini che lì dentro fluttuino pezzi di coniugazioni greche abbarbicati ad associazioni assurde, un uomo che gioca con i lego, una limousine fatta di mattoncini colorati, una cantante pop che di greco antico sa meno di zero. Aggrappata a un’immagine come a un palloncino, ogni parola vola nell’etere cerebrale di tuo figlio. Intelligentissimo, dislessico. Quarta ginnasio, domani prima verifica di greco. Che Omero l’abbia in gloria, pensi mentre scende a fare merenda.»

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
160
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Parole nascoste
Ricordatemi come vi pare
Il fuoco che ti porti dentro
Il dolore non esiste
Dare la vita
Come d'aria
Tempesta
Vecchiaccia
Stirpe e vergogna
Proust e gli altri
Una persona alla volta
I due palazzi
Scottature
Al giardino ancora non l'ho detto
Il lato fresco del cuscino
Senza