Diobò che bello!
Letteratura italiana
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IL SIC C’E’
Vi voglio raccontare la storia di come questo libro sia arrivato tra le mie mani.
L’ho comprato appena pubblicato per regalarlo al mio tesoro per il suo compleanno, l’ho cercato disperatamente nelle librerie di Bologna ma niente… non si trovava! E dire che il Sic nel 2008 aveva vinto il Mondiale 250 a Sepang (già proprio Sepang, ironia del destino) con la sua Gilera, ma diciamocelo, all'epoca non era poi così popolare come lo sarebbe stato in seguito e l’attenzione era tutta per Vale. Così, un po’ con l’acqua alla gola, mi ritrovo in vacanza nella mia adorata Cattolica, a due passi da casa del Sic; ero certa che lì lo avrei sicuramente trovato: difatti, entro nella mia libreria di fiducia e da lontano vedo la copertina gialla di questo libro che fa bella mostra di sé sullo scaffale del reparto sportivo, giustamente direi, visto che questo piccolo paesino di confine tra Romagna e Marche ha dato i suoi natali a Marco. Tutta felice lo acquisto e lo porto a casa; avrei voluto leggerlo prima ma mi dicevo lo farò, che fretta c’è? Poi… poi sono passati due anni e tutti sappiamo cos’è successo; sarà ridicolo, ma non riuscivo a leggerlo… almeno fino ad oggi.
Marco, o meglio il Sic, ci racconta la sua vita sulle due ruote: dalla prima bicicletta regalatagli da nonno Italo, con cui ha iniziato a prendere confidenza con le pieghe nel giardino di casa, alla prima minimoto; la prima gara, la prima vittoria, il campionato di minimoto, gli amici di un tempo, tra cui un bimbo un po’ antipatico, tale Andrea Dovizioso, e uno un po’ più simpatico, ovvero Mattia Pasini; i sacrifici dei suoi genitori nel seguirlo in questo suo sogno, diventato un po’ anche il loro sogno; il rapporto con loro, con la sorellina Martina; l’incontro con la Kate; gli allenamenti nella cava con Vale e gli altri appassionati di moto; i suoi incidenti “più divertenti”, le sue “sportellate”, o sarebbe meglio dire “carenate”, in gara con i suoi amici/nemici (vi ricordate il duello con Barberà? O la gara all'ultima curva con Pasini a Le Mans, su una pista che più bagnata di quella non si può?); il suo passaggio dalla 125 alla 250; il campionato che l’ha visto Campione del Mondo a Sepang, trampolino di lancio per la Moto GP, cui è approdato nel 2010. E mentre ci racconta tutto questo, ci svela anche una parte di sé: scopriamo così un ragazzo come tanti, con tanti sogni, con una passione per i motori che l’ha portato lontano da casa, con il suo amore per la sua terra e per le piade; un ragazzo semplice, con dei principi, con una testa piena di riccioli sulle spalle.
Il tutto corredato da foto che ritraggono il Sic sempre con un mezzo a due ruote, dalla più tenera età alla vittoria in 250.
E’ triste pensare che un ragazzo così pieno di vita, con così tante speranze, non ci sia più. Non so voi, ma io non riesco più a guardare le gare di moto, non è più la stessa cosa senza quel matto del Sic.
Oggi se mi aggiro in libreria nel reparto sportivo, o anche in un supermercato qualsiasi, la prima cosa su cui mi cade lo sguardo è questo libro: possibile che ora si trovi così facilmente?
“Quando riesci a essere di buon umore, quando ridi e sei sereno le cose ti riescono anche meglio. Mi sono rotto lo scafoide, ho dovuto saltare una gara, è chiaro che mi tirava il culo, però alla fine se sei nella merda devi trovare il modo di venirne fuori, devi cercare di essere positivo, magari devi riuscire anche a riderci sopra. Non dico di ridere su tutte le cose che ti capitano, se no sei un deficiente, però, nella dose giusta, secondo me fa bene vedere le cose dal loro lato positivo e divertente”.