Certi momenti Certi momenti

Certi momenti

Letteratura italiana

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Quasi una vita, momento per momento, quelli più intensi che nel tempo acquistano ancora più vigore e ritornano in tutta la loro vividezza. Tanti incontri qui offerti nella forma del racconto, ognuno dei quali ha una luce, un’atmosfera e dei personaggi indimenticabili che hanno segnato soprattutto la giovinezza e l’adolescenza di Camilleri. Alcuni conosciuti negli anni più maturi, durante la sua carriera di regista teatrale e televisivo, molti altri sconosciuti, che ci riportano ai tempi del fascismo, della guerra, momenti segnati da storie che nei loro risvolti più umani e sinceri acquistano un tratto epico e la magia del ricordo assoluto perché unico nel costituire una tappa, una svolta nella formazione dello scrittore. Tra tanti personaggi si staglia un libro, quello più importante, La condizione umana di André Malraux, la cui lettura fu decisiva nel far crollare la fede fascista di Camilleri.



Recensione della Redazione QLibri

 
Certi momenti 2015-11-30 21:39:43 Rollo Tommasi
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Rollo Tommasi Opinione inserita da Rollo Tommasi    30 Novembre, 2015
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Gli snodi dentro

Un ragazzo dietro la cassa di un bar che nella Sicilia degli anni '40 legge un libro di André Gide; una cameriera che pianifica l'assassinio di un sergente tedesco, stanca di subire le sue angherie; un insegnante di liceo, appassionato dantista, che impartisce una lezione di vita alla sua classe; l'incontro a Roma con David, ragazzo ebreo che alla promulgazione delle leggi razziali – cinquant'anni prima – aveva lasciato Agrigento insieme alla sua famiglia.

Sprazzi. Ricordi di un'esistenza, di ciò che abbiamo vissuto e ci si è impresso dentro, rendendoci quello che siamo. Insegnamenti ricevuti, spesso per volere del caso.
La nostra vita è, più d'ogni altra cosa, gli incontri a cui siamo destinati: un paese, un libro, ma soprattutto persone. Incontri che non hanno un ordine, una legenda, che in realtà si combinano dentro di noi in ordine sparso, rendendoci donne o uomini (sicuramente imperfetti ma, per questo, vivi e degni di “essere narrati”).
E' con questa consapevolezza che Andrea Camilleri ha inteso raccontarsi: attraverso scampoli di passato, le tre ore trascorse a dialogare con il vescovo di Livorno, la gioia di veder tornare in casa sua il comandante Campanella, dato per disperso in un drammatico naufragio, l'importanza che ha avuto il libro “La condizione umana” di Malroux nell'insegnargli a guardare il mondo.
Prevalgono, nel volume, episodi che vanno dal 1938 al 1945 (del 1942 in particolare). Ciò per due comprensibilissime ragioni: tutti noi conserviamo ricordi netti della nostra adolescenza, l'età che più di ogni altra ci forma, ma anche l'età nella quale i fatti vengono assorbiti attraverso una sensibilità che li amplifica molto più di quanto non accada prima o dopo. A maggior ragione ci si può immaginare quanto, in tale periodo della vita, rimangano impressi episodi di guerra, evento destinato ad incidere più di ogni altro sulle generazioni che hanno la sfortuna di viverlo sulla propria pelle.
Per la curiosità dei lettori accaniti, non mancano i piccoli aneddoti su personaggi ben noti della cultura italiana: dai dissidi lavorativi con l'attore Salvo Randone alla nostalgia per un incontro più volte mancato con Antonio Tabucchi; dalla diversità di vedute con Pier Paolo Pasolini sulla scelta di attori teatrali ad un'amena conversazione con Elio Vittorini; dal ricordo della personalità particolare di Carlo Emilio Gadda all'imbarazzo per una involontaria “bugia” raccontata a Primo Levi durante un breve incontro di lavoro.
Un'autobiografia molto bella, accorta e accorata come sa essere la penna del suo autore, che non a caso lascia per ultima la storia più triste del volume: quella di Foffa, prostituta di Porto Empedocle (paese natio di Camilleri) e madre di due anime sfortunate.

Dall'introduzione al volume:
“(...) gli uomini, le donne, i libri che racconto in questo breve testo hanno rappresentato per me delle scintille, dei lampi, dei momenti di maggiore nitidezza: e per questo ho voluto ringraziarli.”

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Certi momenti 2020-08-17 14:10:14 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    17 Agosto, 2020
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Un tanticchio fuori di testa...

Con questa raccolta di racconti brevi, l’autore vuole celebrare dei piccoli grandi incontri con personaggi noti del mondo intellettuale italiano ma anche con personaggi del tutto sconosciuti al pubblico. Incontri che sono stati per lui scintille di vita. E’ bello che questa raccolta sia presentata come una sorta di ringraziamento per ciascuno di loro. Forse perché ognuno di noi è la somma del risultato di ogni interazione umana e di ogni scambio che abbiamo con tutte le persone che incontriamo nel corso del nostro cammino. Attraverso queste pagine conosciamo meglio il Camilleri regista, più che non il Camilleri scrittore ed anche questo mi ha permesso di scoprire lati di questo maestro che mi erano sconosciuti e che ho avuto modo di apprezzare. Molti personaggi sono curiosi, anomali ed un po’ fuori dall’ordinario, anzi, per dirla alla siciliana, un tanticchio, se non del tutto, fuori di testa. Per questo molti racconti suscitano il sorriso, a volte comunque un po’ velato, considerato che indubbiamente sono stati tutti incontri veri. Molto particolari anche gli incontri con i libri che vengono raccontati. Perché anche i libri possono illuminare. Il nostro percorso e la nostra anima.

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Certi momenti 2015-12-13 16:52:10 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    13 Dicembre, 2015
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Inconri con personaggi indimenticabili

Ci sono nella vita momenti che non si dimenticano, soprattutto quando incontri persone che lasciano ricordi indelebili che porterai sempre con te. Camilleri, dopo averci fatto conoscere in “Donne” alcune figure femminili che hanno lasciato un segno nella sua vita, presenta in “Certi momenti” un album variegato di personaggi, alcuni di fama, altri sconosciuti, tutti però difficili da dimenticare, tutti con peculiarità tali da renderli unici ed esemplari. Come non ricordare Arthur Adamov, uno dei maestri del teatro dell’assurdo con Beckett e Jonesco e personaggio di spicco del maggio francese del ’68, Antonio Tabucchi la cui simpatia per Camilleri non riuscì mai a tradursi in un incontro reale, Pierpaolo Pasolini e la sua testardaggine nel volere solo attori non professionisti per il “Pilade”, Elio Vittorini fondatore del “Politecnico”, e ancora Carlo Emilio Gadda, l’editore Livio Garzanti, Primo Levi, il filosofo Benedetto Croce… Ma forse sono i personaggi meno noti, quelli conosciuti in gioventù o nell’ambito familiare che riescono a toccare le corde più intime dell’animo di Camilleri fino alla commozione: zù Filippo, il pastore di capre, don Sasà, il giocatore d’azzardo che dà consigli al giovane Camilleri sul come comportarsi nelle vicende della vita, Minicu, il mezzadro del nonno e le sue storie fantastiche, il comandante Campanella del postale tra Porto Empedocle e Lampedusa, salvato dopo l’affondamento della nave dal padre di Camilleri, la giovane e battagliera Sarduzza, la “Federala” di Brescia che nel ’41 fornì a Camilleri un libro clandestino, e tanti, tanti altri. Grazie ad alcuni di questi memorabili incontri, Camilleri iniziò fin dagli anni del liceo ad appassionarsi di poesia leggendo Montale (“Ossi di seppia”) ed individuando gli autori che gli saranno poi cari (Saba, Luzzi e Gatto), senza dimenticare l’iniziazione vera e propria alla lettura, in anni più giovanili, con le avventure dell’ “Orlando Furioso” e di “Pinocchio”. Camilleri ricorda anche il libro che fu per lui una rivelazione, “La condizione umana” di André Malraux, pubblicato in Francia nel ’33, che contribuì a fargli aborrire il regime fascista.
Quest’opera di Camilleri è una rivisitazione di tempi passati, una collana di ricordi e di aneddoti che muovono nostalgie nei lettori anziani e che possono essere di insegnamento ai giovani. Scritto come al solito con stile impeccabile, non delude e lascia comunque una traccia.



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Le opere di Andrea Camilleri
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