Casa di mare
Letteratura italiana
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Le case parlano
Marco Buticchi parte dalla “Casa di mare” in Liguria per riprodurre la burrascosa vita di suo padre, Albino Buticchi, del quale narra le gesta che lo condussero dall’originaria condizione di umiltà al successo economico di imprenditore petrolifero e di presidente del Milan calcio.
Il romanzo si apre con il fallito tentativo di suicidio del padre (“Ma il tempo, quando decide di scadere, lo fa senza preavviso”), che – in preda alla ludopatia – distrugge la fortuna economica costruita con anni di lavoro, ma anche grazie a felici intuizioni e scelte azzardate.
Albino ben si presta a indossare le vesti dell’eroe di un romanzo, sia per le avventurose esperienze di gioventù, sia per la frequentazione del “bel mondo” che conseguì al successo economico e sportivo.
Ma l’attenzione del figlio scrittore è soprattutto puntata sull’analisi della patologia che afflisse il padre (“Forse fu Egle a insegnare a mio padre quanto gravoso potesse diventare il peso dell’esistenza”): la smania del gioco d’azzardo (“La cassettina piena di fiches, in particolare, faceva parte della magia che fa dimenticare il valore del denaro”), che condusse l’uomo di successo all’autodistruzione e causò tante sofferenze familiari (“Ma la promessa di ogni giocatore è assai meno fedele di quella del più spergiuro tra i marinai”). Soprattutto su questo si interroga lo scrittore, che sceglie alcuni aforismi di Camus (“Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia”) anche per introdurre le fasi giovanili della vita paterna (“Non vi è dubbio che una guerra sia davvero troppo stupida, ma questo non le impedisce di durare”).
Bruno Elpis