Vite di uomini non illustri
Letteratura italiana
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Vite di uomini non illustri
In certi casi essere impietosi è un po' un dovere. Questo è un brutto libro. L'autore ci propone una serie di brevissime biografie immaginarie di persone comuni, dalla nascita alla morte. Medesimo schema per tutte le micro-storie: nascita-vita-morte, una sorta di curriculum riassuntivo, scarno, troppo scarno, che non lascia spazio a nessun approfondimento che possa coinvolgere il lettore. Lo stile oltre ad essere sciatto presenta pure una sintassi discutibile. Un libro che, voltata l'ultima pagina, lascia un'impressione di inconsistenza. Quando l'ho chiuso e ci ho pensato un po' su mi son resa conto che, sul serio, delle vite raccolte non ce n'era una che mi avesse colpita, una che mi ricordassi. Non so, mi son chiesta: "Perchè questo libro?" Forse voleva essere un omaggio all'uomo comune, ai suoi pensieri piccini, alla sua vita di tranquillizzante semplicità? O piuttosto una critica acuta alla società del XX secolo, alla povertà dei suoi ideali, all'inconsistenza del tipo di umanità che produce? Ma, francamente dubito che l'intento dell'autore fosse così alto, piuttosto mi è sembrato un tentativo di letteratura che viene dal niente e approda al niente. Storie di vita mediocri per un'opera mediocre, e forse per una società che, sì, è mediocre. Ecco, magari un pregio ce l'ha: inconsapevolmente incarna l'anima del nostro tempo. Ma lo si poteva fare annoiando di meno.