Narrativa italiana Racconti Un buon posto dove stare
 

Un buon posto dove stare Un buon posto dove stare

Un buon posto dove stare

Letteratura italiana

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Un bosco, una vecchia casa in montagna, la piscina di un condominio. Una bambina che nuota, una ragazza che torna a casa, un padre che scompare, un altro che trova pace nel silenzio umido di una cantina. E poi, nel pulviscolo di istanti che compongono i giorni più normali, affiora la rete dei sentimenti, dei sogni, delle scoperte che illuminano e feriscono, di una memoria in cui si è sempre salvi, ma inguaribilmente soli. È con grazia e scrittura limpidissima che Francesca Manfredi racconta i protagonisti di queste undici storie, avvolti nella normalità delle loro vite, ma sempre colti sul principio di una soglia da cui poter guardare alle loro fragilità e alle loro inquietudini, come a un posto da cui non è necessario fuggire, un buon posto dove stare. Questo è il libro di esordio di Francesca Manfredi, una delle voci più belle e già riconosciute all’estero della nuova narrativa italiana.



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Un buon posto dove stare 2017-07-07 08:24:33 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    07 Luglio, 2017
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La casualità dell'esistenza quotidiana

Francesca Manfredi è l’autrice esordiente che con il suo Un buon posto dove stare, edito da La nave di Teseo 2017, si è aggiudicata il Premio Campiello Opera Prima 2017, offrendo alla giuria e ai lettori una raccolta di undici racconti.
Sebbene differenziati tra loro per situazioni e personaggi, si intuisce l’importanza per l’autrice di qualcosa che li accomuni: non si tratta di un vero filo conduttore né di un tema, quanto della ambientazione: la casa, il nucleo familiare, rappresentano in quasi tutti il fulcro di ogni vicenda.
Un tempo allieva della Scuola Holden, presso la quale oggi tiene corsi di narrazione, l’autrice dimostra ottime capacità in quanto a scelta delle parole, uno stile limpido e scorrevole, privo di fronzoli.
Narra di mondi complessi, intimi e spesso dolorosi, in cui il lettore si immerge con una naturalezza non comune e da cui viene escluso proprio quando inizia a sentirsi a proprio agio:
“Per un attimo ho pensato di aver fatto la cosa giusta, e che presto o tardi avrei potuto farne altrettante, di cose giuste, se solo mi ci fossi messo”.
I protagonisti dei racconti sono persone comuni alle prese con situazioni di vita quotidiana, drammi piccoli o grandi che potrebbero colpire chiunque, in qualunque momento. Eroi improvvisati e quasi casuali del regno della letteratura, avvolti da auree misteriose.
L’autrice ha una voce bella, pulita, spietatamente diretta, sia che la narrazione sia alla prima o alla terza persona. Ad esempio:
“Si mette di profilo, ispira forte e gonfia la pancia. (…) Rimane così fino a che le manca il fiato, allora butta fuori l’aria che riempie la pancia per prenderne di nuova. Prova ad immaginare se accadesse a sua madre, se il bambino non fosse altro che una bolla d’aria e che un giorno o l’altro se ne andasse, semplicemente, soffiato fuori dalla sua bocca.” .
Una lettura scorrevole, ma dura, tesa alla dimostrazione di come l’esistenza sia sfuggente ed imprevedibile. Una scrittrice da scoprire ed apprezzare.

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