Se mai un giorno
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Marco Vichi narratore
Marco Vichi pubblica una raccolta di racconti con la casa editrice Guanda, intitolata Se mai un giorno.
Prometto che non sono un’amante né una estimatrice della formula “racconti”, ma devo dire che l’autore in questo caso merita comunque un plauso. Una vastità di storie e di argomenti, che si intrecciano e si confondono con abile maestria letteraria.
La raccolta è divisa in due parti: nella prima sono storie brevi, scritte con una prosa fresca e diretta, che mira all’essenziale; la seconda sono vicende ambientate in Bangladesh e sono riferite dall’autore direttamente dalla voce di chi le ha vissute. L’oggetto di studio sono il male e le perversioni di un’intera società che soggioga facilmente chi non può o non riesce a ribellarsi.
L’autore, certamente, conferiste una forza particolare al racconto breve. Resta, come sempre, irriverente, ironico, una fotografia precisa sul reale nel suo narrare. Tuttavia non mi ha convinto del tutto. Un po’ pesante. Preferisco il Vichi giallista, senza nulla togliere, però, al narratore.
Indicazioni utili
Umanità varia
Non sono abituata a leggere questo autore sotto forma di racconti. E’ la prima volta che lo conosco sotto questa veste e lo preferivo comunque come voce del commissario Bordelli. Le storie racchiuse in questa raccolta ci raccontano un’umanità varia, a volte impossibile, dal vicino di casa inquietante ai festival letterari, dall’incanto dei libri in una biblioteca a sparizioni improvvise. Una sezione è denominata microracconti e racchiude due piccole perle: “Messaggi” e “Musica”, mentre un’altra è dedicata ai racconti ispirati al Bangladesh, con tanto di nota dell’autore introduttiva. Fra tutti quelli presentati, il racconto per me meglio scritto è stato “Eppur si vive”, mentre quello più terribile e assurdo, dal punto di vista del contenuto, per me è stato “Il macellaio”, in cui un uomo si rivela un vero e proprio orco nei confronti di suo figlio Attila.