Roma maledetta
Letteratura italiana
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Roma criminale
Se Tommaso Puzzilli,il celebre protagonista di "Una vita violenta",capolavoro pasoliniano, si facesse un giro nella Roma descritta da Massimo Lugli penserebbe alla sua Pietralata come a un parco giochi."Annamo bbene, stavo mejo ar beverino! Roma è proprio diventata na roba da chiodi,Ve sallustio. " penserebbe e direbbe il borgataro inventato da Pasolini.
Massimo Lugli, cronista di nera prima a Paese Sera poi a Repubblica,che ha raggiunto il successo in libreria con gialli come "Il Carezzevole" e "Il guardiano" ci fa da Cicerone nella Roma che per anni da giornalista ha frequentato e raccontato nei suoi articoli. Parodiando una celebre collana editoriale in questo testo sono elencate "le 101 cose da non vedere a Roma,
neanche una volta nella vita se si ha a cuore la propria salute".
Si comincia con l'obitorio, tanto per far capire al lettore che non è una guida turistica
quella che abbiamo tra le mani,poi si passa alla stazione Termini e tutto il suo microcosmo di disperati,Valle Giulia, marchettari e prostituti a gogò,San Vitale e i suoi poliziotti di frontiera,l'Eur con i suoi trans e i viados dalle tette rifatte nelle cliniche improvvisate con i siringoni per cavalli,Tor Bella Monaca:la banda della Magliana, Maurizio Abbatino,Nicolino Selis,Franco Giuseppucci,Marcellone Colafigli e Enrico de Pedis (quello che è stato seppellito nella cappella di una chiesa manco fosse un cardinale),vi dicono niente?
Arriviamo sgommando a Piazza Vittoria nel cuore dell'Esquilino dove sorge la Chinatown romana e a me questo racconto ha fatto subito venire in mente il lontano Settembre 2008, quando gli abitanti di Arese a Milano si svegliarono con i Cinesi che sventolavano il bandierone rosso con le cinque stelle gialle sui cofani delle auto mentre si ribellavano ai nostri tutori della legge. In Italia nel 2006 c'erano 14mila Cinesi residenti ufficiali,certamente in maggioranza persone oneste che hanno portato ricchezza e cultura nel nostro paese, ma non è invenzione giornalistica la mafia cinese,la Triade formata dalle tre famiglie più potenti "il Sole Rosso, il Drago e il Tao, ognuna con la sua sfera di influenza a Parigi come a Roma e di ognuna ,stranamente, non si sa nulla, è come quando negli anni Settanta da noi si parlava di Mafia e i diretti interessati sembravano scendere dalle nuvole: la mafia? che cos'è la mafia?
Lugli chiude il libro alle Pantanelle, raccontando il degrado dei campi Rom, la delinquenza, l'incapacità ad integrarsi e il razzismo strisciante che è sfociato nel fenomeno "naziskin", ma non mancano esempi di rinascita morale e lotta alla droga come Magliana 80, ente non profit che da trent'anni si spende per aiutare :tossicodipendenti, prostitute, detenuti,immigrati, nomadi, giovani in difficoltà.Un reportage questo per le persone che hanno voglia di indagare la parte malata della nostra società e non risolvere il problema ficcando le testa sotto la sabbia come gli struzzi.