Ritratto dell'investigatore da piccolo
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"Piccoli investigatori" in erba
Ritratto dell’investigatore da piccolo viene definito nella quarta di copertina, come: “Una piccola grande squadra di protagonisti tra i più amati e seguiti della narrativa gialla italiana colti in un momento della loro infanzia.” Incipit più veritiero non poteva esserci. Infatti questa antologia di racconti, curiosa ed insolita, contiene ritratti di quelli che diventeranno famosi investigatori letterari. Quale interesse maggiore è quello di scoprire come erano da bambini i protagonisti di alcuni dei più famosi scrittori di romanzi gialli? E allora: come è nata l’amicizia tra l’avv. Greta e l’investigatore Marlon? Che bambino era Sandrino Micuzzi? Aveva già la testa per aria? Com’era il fascinoso avv. Max Gilardi? E il vicequestore Melis? Aveva già la passione per le cose raffinate, belle, per i racconti, per l’arte? Infine il brusco Franco Bordelli: difficile immaginarselo, ma deve essere stato un ragazzino ….. di gran cuore! Sono storie che accentuano il passaggio dall’età della spensieratezza alla consapevolezza, responsabile, dell’età adulta. Dunque la scoperta dell’amore e della morte. Dell’amicizia e del tradimento.
Il primo racconto, Autarchia, vede protagonisti Erica Arosio e Giorgio Maimone nella Milano del 1936. Erica con la governante Inge assistono incredule all’omicidio di un dottore, aiutate da Mario Longoni, che diventerà investigatore, riescono a fuggire dalla follia dell’assassino. Ma la versione ufficiale della polizia fascista le smentisce, perché “siamo sotto il fascismo e i ladri non ci sono e i giornali scrivono solo buone notizie per non turbare l’animo degli italiani.” Infatti esiste: “Una verità oggettiva, quella soggettiva e quella ufficiale. Quest’ultima ha aggio sulle altre due!”.
Nel secondo racconto, Il libraio, il protagonista è l’io narrante, il nipote del defunto zio Alfonso, morto in bagno in circostanze strane, mentre leggeva una rivista “poco raccomandabile”. Il futuro libraio ripercorre tutte le tappe di questa strana morte: riesce ad appropriarsi della rivista, e la porta con sé, dividendo il suo segreto con l’amico del cuore quando è in villeggiatura, Sandrino Micuzzi, che è un po’ imbranato e nella sua ingenuità si fa sempre scoprire dagli adulti. Micuzzi, da adulto, diventa commissario e sarà proprio lui a far luce sulla annosa questione.
Un altro racconto significativo è quello che vede Max Gilardi che come compagno di banco ha Giacomo Cataldo. Max e Giacomo: il primo figlio di un procuratore, con un padre assente e una madre, triste e solitaria, ex pianista. Il secondo è figlio di pescatori, “puzza”, è ripetente e Max lo aiuta e lo difende dallo scherno dei propri compagni. Sarà proprio lui a scoprire la verità su uno scherzo finito tragicamente. Il suo primo caso, in un certo senso.
E poi altri racconti, altri personaggi, altre avventure. Prodromo del futuro roseo che sarà comune a tutti. Una lettura che non può che incuriosire ed affascinare il lettore.