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Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni di Rimini, opera di Pier Vittorio Tondelli edita da Bompiani. Diverse storie che si toccano senza mai intrecciarsi davvero sullo sfondo di un'apparentemente scintillante riviera romagnola, persa nel finto divertimento e nella vera solitudine di una Rimini da vacanza "tutto compreso".



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Rimini 2014-05-06 14:58:01 Domitilla Ganci
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Domitilla Ganci Opinione inserita da Domitilla Ganci    06 Mag, 2014
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Sei personaggi in cerca di...

“Rimini” è il progetto più ambizioso di uno degli autori italiani più amati e controversi degli ultimi decenni: Pier Vittorio Tondelli.
Ne ho iniziato la lettura in modo distratto, piluccando dalle pagine senza troppo entusiasmo: non volevo che l’alone che ancora circonda l’autore, prematuramente scomparso e che la morte sembra aver consegnato repentinamente ad un universo mitologico, senza che si fosse svolta una analisi completa ed obiettiva della sua produzione letteraria, potesse condizionarmi.
Il libro, però, richiede attenzione e coinvolge per la necessità di seguire un intreccio ricchissimo e ridondante e non perdere le sfaccettature che contribuiscono a delineare i personaggi presenti in questo affresco brillante e multicolore di un’epoca, forse ancora troppo vicina per essere inquadrata nella giusta prospettiva.

Il romanzo presenta un’architettura complessa, si tratta di un racconto corale, in cui, sulla storia del giovane cronista Marco Bauer, si innestano altre cinque vicende che hanno come sfondo la Rimini infuocata e chiassosa di un’estate qualunque degli anni ottanta.
L’ambizioso giornalista Bauer crede di avere tra le mani l’occasione della sua vita professionale: la direzione del supplemento estivo del quotidiano per cui, fino ad allora, ha lavorato come oscuro e secondario scribacchino. A questa, che è la vicenda più importante e presto si trasformerà in un delicato giallo politico, con l’affacciarsi nella trama dell’omicidio di un senatore dal passato misterioso, si affiancano la storia di un’antiquaria tedesca alla ricerca della sorella adolescente scomparsa da alcuni mesi, le patetiche avventure di un suonatore di sax nelle accaldate notti della riviera, la rocambolesca impresa di due aspiranti registi in cerca di finanziamenti per realizzare un film, la storia di una pensione a conduzione familiare dall’ ascesa, ai tempi del boom economico, al rovinoso fallimento che accompagna anche la disgregazione familiare e infine la parabola discendente dello sfortunato scrittore Bruno May.

Frenetica, effervescente, trasgressiva ma in quel modo nostrano e provinciale che caratterizza certi panorami italiani, la città accoglie le vicende dei protagonisti che si muovono in un percorso che è, alla fine, di ricerca esistenziale. L ’ambientazione in cui ciò avviene è però stridente, dissonante rispetto all’ importanza di questa “missione”.
Le storie si alternano e si intersecano nella canicola, in un dedalo in cui è facile smarrirsi; alcuni personaggi procedono su strade parallele, mentre altri si incontrano in brevi momenti della narrazione e altri ancora si sfiorano, ignorandosi, sotto gli occhi perplessi del lettore, in un vortice dove tutto, in un momento, si scompagina e si riassembla.

Il romanzo è un incontro di generi e tematiche: una commedia ironica, un ritratto drammatico e irriverente del fallimento delle ambizioni e dei desideri di una generazione che ha vissuto coltivando sogni eccessivi, un racconto pulp, un delirante percorso attraverso una galleria di “vinti”, dove la sconfitta lascia intravedere la possibilità, svelata a tratti dall’ autore, di una via salvifica attraverso la ricerca di assoluto (rappresentata ora dalla figura del monaco Padre Michele, ora dalle suore di clausura di Sant’ Agata), un romanzo erotico in cui le scene d’amore omosessuale esplicitamente descritte, costarono allo scrittore attacchi violenti da parte della critica dell’epoca e addirittura l’annullamento di importanti appuntamenti che avrebbero incrementato la promozione del libro.

Pregio del romanzo sono le parti descrittive, che rendono il clima di ingenua sicurezza di quegli anni e l’atmosfera sfrenata e trash di un periodo irripetibile. Indimenticabile la caratterizzazione di alcuni personaggi, tra cui spicca la figura intensa e dolente di Bruno May, probabile alter ego dell’autore.

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Rimini 2013-09-27 03:13:44 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    27 Settembre, 2013
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La bellezza della complessità

“Rimini” di Pier Vittorio Tondelli è un romanzo complesso nel quale confluiscono il gusto descrittivo, la profondità della poesia, un disegno narrativo che accarezza la letteratura di genere senza incasellarsi in essa, l’attenzione allo sfondo socio-politico, l’intreccio pluridimensionale dei personaggi, la disperazione strutturale.
La varietà degli elementi è amalgamata nell’esperienza giornalistica dell’io narrante, Marco Bauer, un giovane e ambizioso cronista (“Ero troppo giovane per un’investitura di quel genere…”), di fronte al quale si spalanca un’opportunità unica (“Ho la direzione della pagina dell’Adriatico”) “… in un afoso mattino di metà giugno, a Milano, il diciotto giugno millenovecentoottantatré …”.
A una condizione: “Pr-prepari le valigie. Andrà a passare due mesi laggiù.”
Laggiù è RIMINI e l’incarico viene affrontato con ardore e con qualche dubbio: “Ma era davvero un lavoro importante o forse invece si trattava di un noiosissimo spostamento di sede, un banale trasferimento?”

IL GUSTO DESCRITTIVO

A partire da un’impressione labile (“Rimini per me era semplicemente un’espressione geografica simbolo di vacanze a poco prezzo, confusione, intasamento”), Tondelli spruzza le sue pagine con macchie di colore e le impregna di emozioni, ritraendo località come Rimini e Riccione (“La sequenza ordinata delle cabine – dipinte a blocchi con tonalità pastello – aveva in sé qualcosa di metafisico e infantile nello stesso tempo: come si trattasse di un paesaggio costruito per i giochi dei bambini … oppure di un assemblaggio ordinato di altri materiali per altri uomini…”) attraverso scorci visivi e stralci acustici (“Non avevo mai visto nulla di simile in Italia. Ovunque suoni, musiche, luci, insegne sofisticatissime che si accendevano e spegnevano seguendo un ritmo preciso; disegni elettronici …”) che lasciano affiorare un’essenza inquietante (“La gente crede che sia un posto di villeggiatura. E’ al contrario un luogo faticosissimo. Si vive di notte, tutta la notte”).
In “Rimini” ritroviamo descrizioni indimenticabili della riviera frenetica, modaiola e popolare, descrizioni vivide e palpitanti, che pulsano con le luci e i suoni dell’umanità danzante e disperata: “… le città dai nomi così perfettamente turistici – Bellariva, Marebello, Miramare, Rivazzurra – apparvero come una lunga inestinguibile serpentina luminosa che accarezzava il nero del mare come il bordo in strass di un vestito da sera.”

In una visione olistica dei particolari fisici e spirituali: “Quella strada che per chilometri e chilometri lambiva l’Adriatico offrendo festa, felicità e divertimento, quella strada … segnava il confine fra la vita e il sogno di essa, la frontiera tra l’illusione luccicante del divertimento e il peso opaco della realtà”.

LA PROFONDITA’ DELLA POESIA

Il temporale – nella mutevolezza delle manifestazioni e nelle molteplici tonalità che può assumere come evento atmosferico nel quale facilmente si proietta e si identifica l’animo umano - è un evento naturale da sempre celebrato nella letteratura in generale e nella poesia in particolare.
Io ho scelto questo “territorio di scontro” nel quale si confrontano lirismi di diversa ispirazione per rappresentare il livello che la poesia della prosa di Tondelli riesce a raggiungere: “Verso il promontorio di Gabicce s’addensavano nuvoloni neri e gravidi di pioggia. A Rimini, invece, una luce spettrale e metallica illuminava tratti di spiaggia e di mare. Oltre, verso Cesenatico, altri nuvoloni, altri raggi di sole, altri squarci argentei. La linea del mare pareva un neon acceso.. Una striscia di chiarore pallidissimo e freddo separava infatti la linea color mercurio delle acque da quella gonfia e sinuosa del cielo.” In perfetto equilibrio tra classicità, impressionismo e avanguardia: “Il cielo nero di tanto in tanto mostrava, in un bagliore, le sue nervature elettriche.”

UN DISEGNO NARRATIVO CHE ACCAREZZA LA LETTERATURA DI GENERE SENZA INCASELLARSI

A Rimini, Bauer deve anche affrontare un caso di cronaca nera relativo alla morte di un senatore (“In tutte le redazioni d’Italia … si rivoltavano gli archivi per stendere ‘i coccodrilli’ sulla immatura scomparsa del senatore Lughi”), il cui corpo viene ritrovato in mare. Si tratta di omicidio o è un caso di suicidio?
Tondelli sembra accarezzare l’idea di percorrere un genere (“La vicenda del senatore Lughi era caduta di interesse in attesa che si conoscessero gli esiti delle perizie necroscopiche”) e, se lo fa, lo fa i maniera del tutto personale (“Avevo in mano la prova. Le ultime due righe scritte dal senatore…”) pur rispettandone metodi (“Lo scoop, dicevano le scuole di giornalismo, non è nient’altro che trovarsi sul luogo giusto al momento giusto. E questo vuol dire una sola cosa. Avere il demonio che lavora per voi”) e topoi, non ultimo quello dello sbocco sorprendente. Dimostrando sensibilità spiccata e…

… ATTENZIONE PER LO SFONDO SOCIO-POLITICO

Perché il caso giornalistico e poliziesco è occasione per svolgere alcune riflessioni sul tessuto della società italiana: “Quanti… hanno tramato, intascato corrotto, insabbiato, però con la certezza di agire per qualcosa che in fondo li giustificava? Se non capisci questo, non credo tu possa capire quarant’anni di scandali italiani. Perché non hai mai davanti dei semplici corrotti. Hai gente ben più pericolosa. Gente che agisce con la certezza di seguire la strada giusta.”

L’INTRECCIO PLUIRDIMENSIONALE DEI PERSONAGGI

“Rimini” è un vortice di eventi. “Rimini” è girandola di personaggi.

Lì si svolge un concorso letterario: ne è disinteressato protagonista lo scrittore Bruno (“Sono convinta che vincerà lui, quest’anno”), personalità tragica che vive un amore omosessuale nell’alternanza di sentimentalismo, intemperanze e deliri letterari, con il supporto di un religioso e di un mecenate, Oliviero Welebansky (“Non era solo un party. C’era almeno metà della colonia Vermilea, sai?”)
Interessante è raffrontare erotismo e sentimento che caratterizzano la storia d’amore tra Bruno e l’inglese Aelred rispetto alla sensualità che connota la relazione tra Bauer e Susy, affascinante membro della redazione de “La pagina dell’Adriatico”: “Susy sorrise, la sentivo aderire al mio corpo come una spugna pagata, rinfrescante e morbida. Salimmo in macchina. Si rannicchiò attorno al mio braccio come un serpente.”

In uno di questi molteplici eventi (l’elezione del Tipo da Spiaggia!) la tedesca Beatrix, giunta in riviera alla ricerca della sorella fuggita e scomparsa, in maniera fortuita scopre un indizio che la porterà sulle tracce di Claudia nel mondo subliminale e simbolico del parco dei divertimenti: “Le torri di Fiabilandia svettavano color rosa salmone nella notte illuminata da grandi fari…”

L’intreccio è ricco, addirittura eccessivo, perché ricalca la realtà intricata, esuberante e caotica della riviera: così, in parallelo si narrano la storia dell’hotel Kelly e della strana educazione sentimentale che Renato vi riceve, le vicende di uno sceneggiatore e di un produttore in cerca di successo e altro ancora.

LA DISPERAZIONE STRUTTURALE

In tanta ricchezza – io ho compiuto un atto contro natura: riassumere, ingabbiandola in uno schema, la complessità della scrittura di Tondelli – lo scrittore prematuramente scomparso non dimentica mai intimismo e diffonde il senso di una disperazione strutturale e pervasiva. Semplicemente, limpidamente, in passaggi come questo: “Sapeva che tutto sarebbe finito con il sopraggiungere dell’autunno. Le luci si sarebbero fatte più fioche e più tenui, la spiaggia più rada, le strade più scorrevoli e più vuote.”

Bruno Elpis

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Rimini 2011-07-01 07:56:28 il_caimano
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il_caimano Opinione inserita da il_caimano    01 Luglio, 2011
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LETTERATURA DA SPIAGGIA

Berlino, Palermo, Milano, la Francia, ma su tutte Rimini. E' un romanzo con forti connotazioni ambientali e scenografici fondali in cui Tondelli racconta diverse storie che arrivano a toccarsi ma mai incrociare in modo definitivo i propri destini. A ben vedere sono un pò le diverse anime del libro a parlare: il giallo, il poliziesco, il noir, il romanzo familiare, sentimentale, quello di formazione, con una netta prevalenza del primo su tutti gli altri.
Tondelli sembra conoscere approfonditamente i luoghi di cui parla, restituendo in maniera vivida e realistica l'insana voglia di divertimento e la ricerca dell'edonismo a basso costo che la riviera romagnola prometteva (mantendendo) ai figli degli anni '80. Gli stessi che, finita la scuola, si riversavano a Rimini, Riccione, Cattolica ecc....sperando nella prima botta della loro vita, lustrandosi gli occhi davanti alle vetrine di viale Ceccarini e sognando un giorno di poter dormire al Grand Hotel. Gli stessi che vestivano Pop 84 e guardavano Deejay Television: in questo senso il libro è un campionario degli anni '80, e sarebbe ricordato unicamente per questo, se non avesse anche una bella trama, un fitto intreccio ed uno stile di scrittura asciutto e diretto.

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Rimini 2011-06-25 07:57:35 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    25 Giugno, 2011
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La ricerca spasmodica del potere..

Si tratta di una storia di intrighi e di potere, ambientata in una cornice lussureggiante, dell'assolata riviera romagnola.
Un giornalista ambizioso riceve dal suo capo un incarico importante: aprire un giornale a Rimini, dove questo non riesce a decollare a causa del pigro lavoro dei colleghi del luogo.
Con il suo arrivo le cose migliorano ed egli farà anche la conoscenza con un'avvenente collega, Susy, con la quale allaccerà una apparentemente fortunata relazione sentimentale e sessuale.
Nell'infuocata estate di Rimini egli viene travolto da un vortice ossessivo di avvenimenti e personaggi. Un suonatore di sax, uno scrittore in piena crisi esistenziale, un gruppo di travestiti gioiosi, gli apprendisti stregoni che predicano l'imminente fine del mondo, i ragazzi che affollano le discoteche e i bar in cerca di sano divertimento, questi sono gli ingredienti che rendono il panorama estivo un'orgia di festa che appare come una felice oasi, ma che in realtà nasconde i suoi fetidi scheletri nell'armadio.
Alla fine sarà la collega a fregare l'ingenuo giornalista, togliergli l'incarico e tradirlo.
Morale: egli si ritroverà con un pugno di mosche e l'amarezza di essere stato ingannato da una femmina che reputava più debole di lui. Vatti a fidare delle donne...
Quindi una frizzante commedia condita di ironia e un finale a sorpresa.
Dal momento che ho trovato questo libro piacevole e divertente, pur non essendo il massimo come contenuto, mi sento di consigliarlo come uno svago, una possibile lettura sotto l'ombrellone.
Saluti.
Ginseng666

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