Narrativa italiana Racconti Residui solidi
 

Residui solidi Residui solidi

Residui solidi

Letteratura italiana

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La presentazione e le recensioni di Residui solidi, opera di Walter Tripi pubblicata da Edizioni della Meridiana. Tredici racconti e non racconti, tra evocazioni e sprazzi di vite impossibili trasportate dal peso del tempo, dell'amore, dell'abbandono, del ricordo. Scritti tra il 2010 e il 2012, questi frammenti narrano (e non narrano) di uomini e donne in bilico tra la follia e la realtà, sospesi tra la gioia di quello che potrebbe essere e il tormento di quel che non è stato. Tanto sospesi da perdersi o da esistere a mala pena, portati a fondo o lasciati galleggiare fino a costruire un mondo nuovo, ognuno legato al proprio residuo di solidità in mezzo al fluire liquido di emozioni e relazioni tutto intorno. Il mondo di quel che resta, di quel che non potrà andare via perché è stato ormai vissuto e pertanto si è fuso in modo indissolubile con gli occhi e con la mente: che sia l'enormità di un attimo o la potenza di una vita intera, ognuno di questi personaggi si troverà a dover raccogliere i propri "mille pezzetti cercandoli fra colori e parole inesistenti, lontane anni luce da occhi indiscreti, nascosto alle esequie della propria solitudine".



Recensione della Redazione QLibri

 
Residui solidi 2013-11-12 19:32:35 antonelladimartino
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antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    12 Novembre, 2013
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SCONFITTE SOLITARIE, MIRACOLATE DAL RICORDO

Nei primi mesi della nostra vita percepiamo, amiamo ed esploriamo senza usare le parole. Impariamo presto a dare un nome alle nostre esperienze: le parole stesse sono indispensabili per costruire un mondo riconoscibile e a misura umana, che sia in grado di includere l’esistenza degli altri e dell’altro. Ma rimane, comunque, il ricordo implicito dei tempi in cui la parola non c’era. E insieme al ricordo rimangono, esili ma tenaci, spazi e dimensioni che la parola riesce soltanto a sfiorare.

Se non possiamo raccontare, o possiamo raccontare poco, la parola deve allargarsi a richiamare e ricamare, per girare intorno a ciò che non è stato ma poteva essere, a ciò che è stato ma non si può dire, a ciò che forse non è reale o forse lo è troppo per i nostri sguardi limitati.

Il racconto a volte è presente anche in quest’opera “in bilico tra follia e realtà”. La vita e la morte si fanno strada a poco a poco, sempre sotto un velo tenue: storie dai contorni molto forti, violenti; storie che non seguono la linea abusata del tempo. Altre volte la traccia temporale si annulla, lasciando spazio ad altri tipi di strutture, che stimolano memorie, sinestesie, echi di significato: residui solidi di ciò che solido non è.

Non si leggono d’un fiato, le parole di questo librino. Si gustano a poco a poco, come un liquore molto forte. Distillato per gli intenditori.

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"racconti e non racconti, tra evocazioni e sprazzi di vite impossibili".
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