Poveri cristi
Letteratura italiana
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Laika, la più vicina a Dio.
Ascanio Celestini, scrittore e autore di teatro, ha tratto dai suoi più recenti spettacoli Laika del 2015, Pueblo del 2017 e Rumba del 2023, materiale per quest'opera, "Poveri Cristi", una trilogia che lascia il segno e fa riflettere sulla disperata grandezza di tante vite apparentemente inutili. Sono le vite, appunto, di poveri Cristi, emarginati, rassegnati, personaggi che trascinano con sè un'esistenza ai margini della cosiddetta società civile, senza riconoscimenti, un'esistenza che non vedrà mai il barlume di una luce in fondo al tunnel.
Nella prima parte (Laika, la famosa cagnetta lanciata nello spazio), definita da Celestini "La storia di un giorno di sole", il narratore racconta all'amico Pietro le storie di un'umanità ai margini di un supermercato. C'è un Barbone che lavora, con turni massacranti come facchino, prende botte durante gli scioperi e non crede in un Dio lontano, che, a detta di qualche poveraccio, fa miracoli con l'intercessione dei Santi, tutte scuse per soggiogarti ed illuderti. E poi una Vecchia che dà consigli a tutti, una Prostituta arrivata da lontano , ingannata e finita sulle strade, una Donna "impicciata" che non ragiona più per la morte di un figlio, un naufrago arrivato dalla Libia e finito in un carcere senza acqua potabile : tutti personaggi ai margini che interagiscono tra loro, un'umanità delirante e disperata, come, scrive Celestini, la povera Laika, una randagia mai più rientrata a terra, la creatura lassù più vicina a Dio.
Nella seconda parte (Pueblo, " La "storia di un giorno di pioggia") il racconto continua con le sofferenze di nuovi personaggi, un piccolo Zingaro di 8 anni che fuma in continuazione, una ragazza, Violetta, che fa la cassiera con un passato tormentato, tutto da dimenticare, e poi una donna , Domenica, che mette a posto i carrelli e pulisce il piazzale ricevendo in cambio cibo invenduto, prossimo alla scadenza: ha un amore Said, che perde sempre alle slot machine, e con il quale entra di notte nel supermercato convinta di muoversi tra ombre misteriose... Povera Domenica: una vita da dimenticare, prima ladruncola, poi costretta in collegio retto da suore "bastarde", infine ribelle autolesionista e infine morta come un cane sul piazzale tra l'indifferenza generale.
Ed ecco Giobbe, nella terza parte (Rumba, "La storia di una notte stellata"). E' stato il primo a popolare il piazzale, è analfabeta ma sa tutto, sa dove trovare tutti prodotti sugli scaffali e, udite udite, prepara il caffè al grande capo del supermercato con un piccolo particolare: ci piscia dentro, e nessuno se ne accorge. Muore infine al cesso, solo come un cane: soltanto Domenica, la poveraccia, intona una lamentosa nenia funebre.
Ma non c'è solo questo: Celestini trova modo di inserire riflessioni sul grande Stephen Hawking e sulla sua fede cieca e assoluta nella scienza, sulle centinaia di immigrati che giacciono in fondo al Mediterraneo, su un caratteristico quartiere di Roma, il Quadraro. Non mancano neppure le vite riviste e commentate di Francesco e Chiara, i Santi d'Italia, grandi e "inimitabili", giustificando, come tali, le alte gerarchie a comportarsi ipocritamente in tutt'altro modo.
Gli umili, i poveri Cristi, sostiene infine l'autore, sono sempre solidali tra loro : " vi hanno schifato, menato, carcerato, schiavizzato, torturato, stuprato, ammazzato e poi dimenticato, e voi non siete stati nemmeno capaci a diventare cattivi". Questo, conclude Celestini, è il vero prodigio, a partire dal "sacrificio di alzarsi dal letto la mattina per farsi umiliare su un marciapiede, in fabbrica o in galera".
Un potente atto d'accusa, una denuncia precisa. affilata come lama di bisturi, una presentazione puntuale di protagonisti lontani dalla Storia che conta ma con una propria vita, sofferta e dimenticata da tutti, una vita da santificare, ma non inserita nell'albo ufficiale dei Santi riconosciuti.
L'opera deve far riflettere, ponendo problemi che non sono marginali ma riguardano l'esistenza di tutti.
Lo stile di Celestini è volutamente incalzante, procede a balzi, dando spazio al gergo dialettale: un fiume in piena, che travolge e incanta, trascinando il lettore a conoscere un mondo ai più sconosciuto, quello dei poveri Cristi : "voi siete tutti santi, non c'è manco uno di voi ritratto con l'aureola nelle chiese di Roma ... ma non siete meno angelici di quelli stampati sui santini".