Narrativa italiana Racconti Ogni riferimento è puramente casuale
 

Ogni riferimento è puramente casuale Ogni riferimento è puramente casuale

Ogni riferimento è puramente casuale

Letteratura italiana

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Tra realismo grottesco e thriller psicologico sette racconti sull’industria culturale, critici, sarcastici, che idealmente si ricollegano alla visione polemica di Sull’orlo del precipizio contro il cinismo e la speculazione che minacciano la libertà dei libri; ma in essi soprattutto si sente l’inventiva di un grande scrittore e la capacità di attrarre e imprigionare nella purezza del raccontare.



Recensione della Redazione QLibri

 
Ogni riferimento è puramente casuale 2019-05-22 08:46:00 Mian88
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3.8
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4.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    22 Mag, 2019
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Perché alla fine "Ogni riferimento è puramente...

Torna in libreria Antonio Manzini il celebre autore della saga dedicata all’eclettico Vicequestore Rocco Schiavone e lo fa, questa volta, con un elaborato composto da sette racconti che oscillano tra il realismo grottesco e lo psicologico e che sono tutti retti da un unico filo conduttore: quello di analizzare una società sempre più fatta di speculazione e sempre meno libera attraverso il canale dell’editoria. I libri, per questa ragione, sono sempre più in difficoltà perché in un mondo dove vigono regole ben serrate e dove si ragiona in compartimenti stagni a loro volta mossi dal sacro vincolo del Dio denaro, non vi è spazio per i contenuti, per la cultura, per l’importanza che i testi ricoprono, per la meritocrazia ma soltanto per il numero di copie vendute, per le presentazioni e via dicendo. La qualità, ma soprattutto il pensiero unico, vengono spazzati via perché la consapevolezza che il libro sia ancora di salvezza, espressione del livello di civiltà, libertà di esprimersi, è un qualcosa di altamente pericoloso.
E così, mediante il canonico linguaggio critico, cinico e talvolta polemico, iniziamo il nostro viaggio in “Ogni riferimento è puramente casuale”. Manzini ci fa conoscere il mondo delle presentazioni, l’euforia che precede il neo-scrittore alle prime armi, la stanchezza che segue alla monotonia di viaggi massacranti su treni scomodi, alberghi di quart’ordine, di presentazioni composte sempre dalle medesime domande, da persone che acquistano il libriccino esclusivamente perché rincorrenti il desiderio di vedere un giorno, quel volume di fatto mai letto, trasposto in tv, l’assenza di domande sulla poetica adottata, sulla narrativa, ci racconta ancora delle allucinazioni che lo colpiscono dopo il susseguirsi della ripetitività e la discesa nella più totale solitudine perché tutti gli amici presunti e gli altri affetti, si sono dimenticati di lui, e ancora in un altro racconto, ci narra delle scelte che sono poste in essere da una casa editrice per la valutazione di uno scritto, o ancora in un altro dei ringraziamenti che alla fine sembrano tutti uguali e in cui “ogni riferimento è puramente casuale”, o ancora in un altro delle speranze disilluse di quelle lettrici che credono nelle parole di un affabulatore da tutti deriso, ma a cui disperatamente si aggrappano, sino a vedere infranti sogni e vita perché fragili e insoddisfatte di quel percorso esistenziale che le ha segnate e che nel corso degli anni ha visto sgretolare quelle aspettative che le avevano indotte a credere nel futuro.
Questo e molto altro è l’ultima fatica proposta dal romano e edita da Sellerio. Un componimento di facile e rapida lettura che stilisticamente si conforma ai precedenti lavori, facendoci dunque ritrovare tutti i caratteri della penna a cui siamo abituati, ma che per contenuto se ne distanzia mostrandoci i retroscena di un universo che cela molteplici volti.

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