Non esiste saggezza
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Il sottosuolo della nostra coscienza
Personaggi tratteggiati in poche righe, emozioni e sensazioni racchiuse in un esiguo numero di pagine, eterogeneità dei contenuti: ecco gli aspetti principali dei dieci racconti che compongono questa raccolta di Gianrico Carofiglio. Brevi storie che parlano di singolari esperienze di vita e di scampoli di quotidianità, condite da un pizzico di fantasia e raccontate con uno stile sobrio e garbato e un'occhio sempre attento ad importanti tematiche sociali come la violenza, il bullismo, la povertà, la tratta dei bambini, lo sfruttamento della prostituzione. Protagoniste principali sono le donne: quelle forti che lottano contro la violenza domestica o paramilitare, quelle inermi e oltraggiate, quelle che si son perse e cercano la via di casa, quelle che non si arrendono davanti alle difficoltà, quelle che hanno intuito alcune cose importanti e stanno molto attente a non farlo trapelare. Si parla d'amore e d'amicizia, di virtù e di mal costume, di ipocriti moralismi, di occasioni perse, di ricordi, di quei misteriosi spazi bianchi tra le vignette che rappresentano il sottosuolo della nostra coscienza. C'è spazio anche per letteratura e per la poesia, e per l’idea "che la saggezza non esiste, che non esiste vecchiezza, e forse nemmeno la morte".
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UN MOMENTO FERMO NEL TEMPO.
Una raccolta di brevissimi racconti, con un inizio e una fine ben definiti, anche se quest’ultimo spesso mi lascia dubbiosa e perplessa..
Non è semplice condensare tanti significati in così poche pagine, ma attenzione, Carofiglio ci riesce benissimo, e alcune storie mi sono piaciute molto più di altre.
Meno quelle a sfondo giallo o con una dose di irrisolto che non mi ha del tutto soddisfatta.
Quelle introspettive e con situazioni vissute, attimi fugaci tra due perfetti sconosciuti, molto di più.
In particolare nel primo racconto assistiamo ad una situazione che ci avrà certamente visti protagonisti una volta nella vita. Il sentirci improvvisamente e inspiegabilmente attratti e legati ad una persona incontrata per un attimo e casualmente, magari durante una comune attesa; cosa accade quando gli sguardi si incrociano e i pensieri anche, quando il termine sconosciuta non è più tale, si crea quello speciale momento di comune sentire; può durare un istante, ma è intensissimo perché nasce come un bisogno in entrambi. Siamo improvvisamente sullo stesso pensiero, non conta se è la prima volta che i nostri visi si guardano....è successo…ha tra le mani un libro caro anche a noi…continuiamo a sentire quel legame, ancora, inspiegabilmente, dopo la separazione, anche se lo stare insieme è durato una sola notte, nell'attesa delle rispettive partenze in un sonnolento aeroporto... crogioliamoci un questa calda carezza.
Carofiglio racconta questa sensazione, questo vissuto perfettamente, in pochissime parole.
Di più sarebbero effettivamente state superflue.
“Tu, tu hai un buon odore. E io mi chiamo Valeria.”
Condividiamo....as tears go by…
“Vigilie” è commovente, triste, riesce a farmi sentire in colpa. Si, perché mi è capitato di vivere situazioni simili, e di provare lo stesso imbarazzo…
“Non si voltò indietro.”
Che vergogna al pensiero di aver fatto anche io così.
Alcuni racconti sono un vero condensato di orrore e mistero, di ignoto…in poche poche pagine.
“Città” è un racconto sensualissimo…
“L’aereo scendeva. Adesso lei era proprio girata verso di me, e sembrava mi guardasse, attraverso quelle lenti scure. Mise le sue dita sulla mia faccia. Erano asciutte, fresche e profumate. Mi percorse le sopracciglia, il naso, la bocca. Gli occhi che avevo chiuso senza accorgermene. ”
“Il maestro di bastone” è una bellissima storia di crescita e di amicizia. Sono perfettamente raccontati gli stati d’animo di imbarazzo, rabbia, tristezza, che hanno spesso accompagnato le mie vacanza quando ero ragazzina. Mi ci ritrovo pienamente.
Chiude “La doppia vita di Natalia Blum” un giallo super concentrato. Sempre in poche poche pagine.
Brevi momenti, e tali sono le parole scritte dall'autore.
A volte dire troppo è superfluo.
Buone prossime letture
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Non esiste saggezza di Gianrico Carofiglio
Si tratta di una serie di racconti scritti in periodi e in anni diversi, dalla sapiente mano di questo autore, che ho tutta l'intenzione di conoscere fino in fondo, leggendomi tutti i suoi libri, dal primo all'ultimo. Finora non avevo mai amato particolarmente il genere racconti, ma con Carofiglio ho iniziato ad apprezzare anche questo. Questi sono racconti molto diversi fra loro, che trattano svariati argomenti in modo sempre esauriente ed interessante. Lo scrittore non ha nessuna intenzione di colpire il lettore con effetti speciali, ma con una scrittura semplice e chiara, ma comunque d'effetto. Alcuni di essi sono storie che vanno al di la' dei margini del foglio, dandoci la possibilità di riflettere sul loro senso e sulle emozioni che suscitano in noi; soprattutto il primo, che da' anche il titolo al libro. Ho trovato molto interessanti i personaggi femminili, che sembrano aver intuito la gran parte del senso della vita, anche se non lo danno a vedere.
E' un libro che consiglio a tutti e vorrei riportare molte frasi che mi hanno colpita, tratte da racconti diversi, per farvi arrivare qualcosa di quello che io personalmente ho colto dalla lettura dello stesso:
Dal racconto Tex Willer: "Lei Sa che cosa sono gli spazi tra le vignette?... No, me lo dica lei... C'è tutta la vita che non è mai stata raccontata... Gli spazi fra le vignette sono il sottosuolo delle nostra coscienza... E ricordati il tempo fra le virgolette, e' li' che succedono le cose importanti";
Da "Città'": "Sentii una fitta incomprensibile di rimpianto. Per le vite non vissute, per le vite degli altri che intravediamo da una finestra illuminata, quelle che ci passano accanto un attimo, e poi scompaiono";
Dal racconto "Il paradosso del poliziotto": "...C'è la tendenza, che abbiamo tutti, a dare giudizi morali sul comportamento altrui. Questa tendenza e' ancora più pericolosa di quella che spinge a violare le regole";
Tratto da "Il maestro di bastone": "Zia Agnese era l'esatto contrario di zio Mauro. Lui non capiva un cazzo ed era convinto di capire tutto. Lei aveva intuito alcune cose importanti, le sembrava fosse successo proprio a lei e stava molto attenta a non farlo trapelare";
Da "La doppia vita di Natalia Blum": "La nostalgia più struggente, quella per le cose non accadute";
Dal racconto "Non esiste saggezza": "Tutti e due sapevamo che le cose che avevamo condiviso in quelle ore stavano per sparire nel nulla";
"Qualcuno ha detto che le cose non esistono se non abbiamo le parole per chiamarle. Tantissimi odori e tantissimi profumi non esistono solo perché non sappiamo come chiamarli";
"Mi resi conto che quella era una donna con cui mi sarebbe piaciuto ridere";
"...Se hai il senso dell'umorismo... Non puoi essere cattivo, non puoi essere stupido, non puoi essere volgare";
Per finire una bella poesia di Anna Achmantova, presente nel primo racconto:
"Il nostro sacro mestiere esiste da millenni.
Con lui al mondo non occorre luce:
ma nessuna poeta ha detto ancora
che la saggezza non esiste,
che non esiste la vecchiezza,
e forse nemmeno la morte".
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UNA VITA VERA ... UN PO' INVENTATA ?
Adoro i titoli che Carofiglio ha scelto per i suoi libri...un vero e proprio concentrato di significati, titoli che mi invitano a riflettere, ...tantissimo.
"Non esiste saggezza" è la frase citata e inserita nel primo racconto , il primo di dieci che compongono questo libro.
Storie che si snodano seguendo diversi stili narrativi e che argomentano la vita nei suoi aspetti di realtà e di finzione, tanto che in certi casi non si capisce se prevalga l'uno o l'altro aspetto.
Mentre leggevo i vari racconti è emerso in me un'urgenza di dialogo con Carofiglio; sono scattati in me tanti quesiti, per quali avei voluto avere una risposta.
Poi man mano che ho continuato la lettura questa tensione è andata scemando; non ho più avvertito il bisogno di fare domande, ma ho iniziato a cogliere le narrazioni , accettandole così come mi venivano raccontate.
Ecco che allora per ogni racconto ho iniziato a serbare un ricordo, a fissarlo con un messaggio per me significativo.
- La vita può chiedere di trovare il modo per difendersi...a volte brutale.
- I Segni premonitori e in mistero vanno accolti e accettati .
-Il ruolo e l'intrusione della finzione nella vita reale, può assumere un'importanza tale da confondere
l'una con l'altra...
...e tanti altri.
Come negli altri libri che ho già letto di Carofiglio, imperversa il ruolo istituzionale degli avvocati , della polizia e del ruolo dello scrittore ,ed emergono inesorabilmente i ricordi dell'adolescenza vissuta seguendo un'iniziazione alla violenza e all'impulso sessuale.
A parte un racconto dove l'autore dichiara che si tratta di un'esperienza autobiografica, per gli altri non si può sapere fino a quale punto i personaggi pur molto credibili , siano veramente accaduti oppure no, e ciò stimola la curiosità.
Ricorderò questo libro con l'odore della non saggezza...ma quale sarà il suo odore?...aspro, dolce , forte, leggero...Ogni lettore saprà trovare la propria chiave di lettura se è attratto dagli odori come Carofiglio, altrimenti... se è poco incline agli odori, vorrà dire che si avvarrà di altri sensi...
Io, il mio profumo io l'ho trovato, da me molto amato e citato per ben due volte nel libro, ma questo sarà il mio segreto... ;)...che condividerò con i lettori che attenti , leggeranno questo libro.
Buona lettura,
Pia.
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A chi ha capito quanto sia saggio chi non elargisce saggezze scontate.
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Esiste la saggezza?
"Non esiste saggezza" è la raccolta dei racconti di Gianrico Carofiglio, nei quali l’autore dà prova di possedere la stessa abilità – già riconosciutagli per i romanzi - anche nella narrazione breve, ossia in un genere ove il processo artistico-creativo si deve concentrare nella sintesi piuttosto che nell’analisi, nel tacere più che nel descrivere, nel selezionare più che nel diffondersi.
L’opera raccoglie testi già pubblicati che sarebbero rimasti altrimenti sparpagliati nel mare magnum di ciò che è stato scritto. Come “Non esiste saggezza”, il racconto che dà il nome alla raccolta e che narra di un incontro improbabile tra un automobilista e una bambina che, comparsa in prossimità di un casello autostradale, chiede di essere accompagnata verso il mistero.
Inedito è invece “Il maestro di bastone”, la storia di un adolescente che, nella fase conflittuale della separazione dei genitori, trascorre una vacanza dai parenti nella Murgia. Nella villa di campagna Enrico scopre il fascino dell’avventura e fa esperienza del discrimine tra coraggio e incoscienza nei turbamenti e nelle inquietudini che caratterizzano l’adolescenza.
In “Intervista a Tex Willer” ci si interroga sull’autonomia che i personaggi hanno rispetto agli autori che li creano: «Tex W.- Lei sa cosa c’è negli spazi fra le vignette?… C’è tutta la vita che non è mai stata raccontata. Ci sono le vicende che non diventano storie – per scelta o più spesso per caso – e si perdono nei gorghi del tempo che passa. Ci sono le occasioni non colte, le cose che non vogliamo ricordare o non vogliamo sapere di noi stessi e degli altri. Gli spazi fra le vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza». Come dire che lo spazio bianco non è vacuo, ma è zona vitale e scenario ove i protagonisti e il loro mondo se ne stanno zitti zitti a tramare. A crearsi in un processo insondabile.
Salvo affermare, in un altro punto, che "Le cose non esistono se non abbiamo le parole per chiamarle."
Anche “Il paradosso del poliziotto” non è un racconto classico, ma un palcoscenico sul quale rappresentare metodi, tecniche e, per quanto possibile, regole. Nel testo si sostiene che un interrogatorio deve essere condotto attraverso tre fasi:
creare un rapporto con il sospettato;
razionalizzare e minimizzare il suo comportamento;
proiettare la sua responsabilità.
Se non si usano le parole “omicidio, morto, delitto”, ma soltanto “fatto, incidente, episodio” si evita che espressioni cariche dal punto di vista emozionale riportino il sospettato alla gravità del suo comportamento, compromettendo le possibilità di una sua confessione. E soprattutto bisogna che l’inquirente sospenda ogni giudizio morale, per non offuscare l’intuito investigativo.
Il paradosso del poliziotto, in fondo, consiste proprio in questo: nel fatto che l’investigatore – almeno in parte - ha le medesime pulsioni criminali dell’assassino…
In definitiva: non aspettatevi soltanto racconti, ma riflessioni. Metastorie. Filosofia. Qualcosa di più rispetto a quanto generalmente ritroviamo in una semplice novella… E ottimi spunti anche per chi si diletta a scrivere.
Bruno Elpis
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Non esiste saggezza
Non esiste saggezza...comincia proprio con questo titolo il primo dei racconti narrati da Carofiglio che ormai ci ha abituati ad uno stile che in quest'opera è complesso ed ambizioso su diversi piani narrativi e stilistici.
Nell'arco della lettura vi è un forte senso narrativo che in alcuni racconti raggiunge livelli di suspence molto elevati, è il caso dell'ultimo racconto il cui titolo è La doppia vita di Natalia Blum, con il quale l'autore ci conduce in una storia alla Alfred Hitchcock.
Ogni racconto è una perla di rinomata fattura e adatta ai palati dei lettori più svariati.
Di certo non si toccano i livelli del capolavoro ma con questa serie di racconti Gianrico Carofiglio centra ancora una volta il bersaglio non lasciando insoddisfatto il lettore.
I racconti sono tutti di lunghezza variabile, quindi alcuni più brevi ed altri più lunghi e corposi ma ognuno ha una sua peculiare piacevolezza alla lettura.
Carofiglio sempre una conferma.
Buona lettura a tutti.
Syd
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Incontri casuali
Non esiste un modo unico per descrivere cosa lascia dentro questa raccolta di racconti. Lo stile è speciale, toccante. Ho preferito i racconti narrati in prima persona rispetto agli unici due impostati solo sottoforma di dialogo. Ho amato la casualità da cui nascono certi incontri, a un incrocio stradale in un aeroporto, in zone neutrali di transito. Ho amato i ritratti femminili: la figura di Natalia B., la sensibilità della signora cieca sull'aereo. Ho amato lo stile, perchè lascia trasparire che l'autore sta dalla parte di queste donne, ha come un istinto protettivo nei loro confronti, regalando profonde emozioni al lettore.
Perplessità
Ho letto questo libro in una mattinata, mentre viaggiavo in treno(mi ha fatto quasi perdere una coincidenza). è un libro perfetto da leggere mentre si viaggia: si tratta di racconti molto veloci, e devo ammettere che mi hanno subito intrigata anche se lo stile non mi è piaciuto granché.
Non esiste saggezza... titolo difficile, pretenzioso.
O almeno, dopo aver letto un titolo simile, personalmente mi aspettavo molto da questo libro; forse qualcosa in più di quanto mi ha lasciato (anche se di norma non mi lascio attirare solo dal titolo).
Questi racconti mi hanno lasciato: angoscia, senso di ansia, stupore, curiosità.
Mi hanno lasciata... perplessa, sì, forse perplessa è la parola esatta.
E sì, mi aspettavo un poco di più, ma quando un libro mi lascia perplessa vuol dire che ha fatto centro(o quasi).
Insomma, consiglio la lettura di questo Carofiglio a tutti coloro che hanno voglia di leggere qualcosa di strano!!!
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Non esiste saggezza
Apprezzo sempre di più il genere racconto, sono sempre stata un pò ostica, ma devo dire che sono un interessante inframezzo tra un romanzo e un altro, tengono compagnia tra una fermata e un'altra della metro e ti lasciano, se scritti bene, il giusto sapore, quell'esatta sensazione dell'attimo.
Tra i dieci racconti di Carofiglio, a mio parere, ce ne sono alcuni che spiccano di più, come "Non esiste saggezza" "Il paradosso del poliziotto", "Intervista a Tex Willer" e "La doppia vita di Natalia Blum",e altri che non mi hanno entusiasmato molto e che proprio, per la forza e la debolezza, che può avere il racconto, quasi fatico a ricordare.
Lo stile di scrittura è chiaro, semplice e diretto, a volte i suoi racconti sfociano nel surreale, a volte la suspence ti cattura talmente tanto che li leggi tutto d'un fiato.
Difficile, e secondo me "sbagliato", paragonare questo libro con la famosa saga dell'avvocato Guerrieri, sono due forme diverse di scrittura, sicuramente ho ritrovato alcuni sui ingredienti vincenti e riconosciuto lo stile, ma il genere diverso scaturisce un giudizio a parte.
In "il paradosso del poliziotto" , Carofiglio sottolinea ancora una volta (come nel suo saggio) l'importanza delle parole, e lo fa attraverso una serie di domande che un giovane scrittore pone ad un uomo anziano, che di mestiere fa il poliziotto..
Apprezzo molto la capacità dello scrittore di passare da un saggio, al racconto e non rimanere imbrigliato unicamente nei "gialli" che gli hanno portato la notorietà.
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Piacevole
L' ho letto in mezza giornata, tutto d' un fiato. Si tratta di dieci racconti in cui l' autore tratta argomenti diversi: da rapine, suicidi e rapimenti a semplici eventi della vita quotidiana che potrebbero accadere ad ognuno di noi.
I racconti a parer mio più belli sono il primo, il secondo, il terzo ed il sesto. Del primo mi ha colpito la strana sensazione che lascia: tra la sorpresa e il piacere. Del secondo ho apprezzato moltissimo il lato umano nel gesto spontaneo di fare della carità. Del terzo invece mi ha colpita il cinismo che è sempre un elemento molto piacevole in un libro ed infine, del sesto, ancora una volta, il lato umano. La bellezza di scoprire che spesso, le persone che reputiamo come le più deboli, sono anche le più ricche dentro.
Per il resto apprezzo la capacità di scrivere in maniera coinvolgente (per ogni racconto mi chiedevo come sarebbe andata a finire) e la fantasia del autore che ha saputo creare, oltre ai racconti prima citati, anche quattro mini-gialli di cui però due sembravano quasi tratti dalla cronaca di tutti i giorni.
Infine i due racconti rimanenti sono stati piacevoli ma niente di più. Un libro un pò diviso a metà insomma, con parti buone e meno buone.