Momenti di trascurabile infelicità
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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Quotidianità: il bicchiere mezzo vuoto
“Una mia amica mi ha detto che fa yoga all'aperto. E prima di cominciare si cosparge di autan, a causa delle zanzare. Ma l'autan e lo yoga possono coesistere? Non sono in contraddizione?”
Minime riflessioni sui momenti “piccoli” della vita, visti dal versante del disagio, delle manie, dell'insoddisfazione, della routine, del dubbio...
Riflessioni argute o simpatiche, come quella citata sopra.
Altre meno originali, magari ricordi di un'età (e del suo abbandono progressivo legato alla crescita) oppure semplici riletture della ben nota “Legge di Murphy”.
Infine scampoli di libro banali e poco divertenti (come la vicenda del genitore che ha da qualche anno in casa un bimbo giapponese e nemmeno sa il perché, salvo acuire tutti i sensi quando il piccolo lancia il suo “uatà” a preannunciare un'aggressione a chi gli capiterà a tiro: più divertente a riassumersi che a sorbirsi).
Di Francesco Piccolo, negli ultimi tempi, ha riscosso un certo successo il volume “Il desiderio di essere come tutti”. Questo libro, invece, rappresenta l'altra faccia di “Momenti di trascurabile felicità”, edito sempre da Einaudi nel 2010.
“Trascurabile” non è che un contrario di memorabile. E la lettura in questione è proprio così: senza pretese, a tratti impalpabile, perfetta per il viaggio di ritorno in metro (all'andata si ha ancora la forza di leggere qualcosa di più impegnativo).
Fortemente da sconsigliare a chi conserva uno o più manoscritti di buona fattura nel cassetto e non riesce a vederli pubblicati neanche per sbaglio: invece che ad un momento di trascurabile infelicità potrebbe approdare ad una più duratura crisi di nervi...
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Momenti trascurabili
L'acquisto di questo libriccino è stato compulsivo: la tipica situazione nella quale ci si trova "casualmente" vicino ad una libreria e, sebbene si disponga di poco tempo, non si può rimanere sordi a quella vocina interna che intima di portare a casa qualche nuovo amico. Così ci si ritrova a soppesare velocemente vari libri e, senza rifletterci abbastanza, si acquistano quelli che si ritiene abbiano un gran bel titolo. Almeno questo era il pregiudizio che mi ha aiutato ad infilare nella borsa questo libro. Se ne avessi letto la sinossi, probabilmente lo avrei riposto sullo scaffale. Eppure, dopo aver terminato la lettura, credo di potermi ritenere soddisfatta di questa spesa compulsiva. Il titolo ha in sé quel giusto tocco che lascia credere che tratti in breve di un qualche argomento filosofico o che filosofeggi in generale. Ci si carica dunque di una grande aspettativa nei confronti del libro, lo si inizia a sfogliare e... Un agglomerato di aneddoti e di situazioni di vita quotidiana. Si rimane spiazzati, specialmente dopo aver creato quella specifica aura attorno. Più e più volte mi sono ritrovata a pormi la stessa domanda: "Ma dove diamine si nasconde quel contenuto che cerco?!". E dopo tanti quesiti retorici si arriva alla conclusione che il tanto altisonante contenuto è lì davanti agli occhi, proprio in quegli aneddoti che raccontano i momenti di trascurabile infelicità, in quegli eventi marginali o meno nei quali rimaniamo sconcertati, un po' tristi magari, in quegli attimi nei quali ci poniamo delle piccole e banali domande retoriche, anche un po' stupide. Sono situazioni, piccoli dilemmi che compongono la nostra giornata e passano inosservati forse proprio perché non carichi di un'emozione o sentimento pieno. L’autore ci rammenta che anche ciò che reputiamo trascurabile ha una dignità, fa parte di noi come persone, riempie i piccoli interstizi nella nostra quotidianità, nonostante siano momenti che non godono di una specifica importanza sia che non l’abbiano in generale o sia quando siamo noi stessi a togliere loro valore.
I ragni e i visigoti
Lo scrittore coglie l'essenza della quotidianità evidenziando le sensazioni che ci rendono insoddisfatti e tristi.
Un elenco di momenti elencati, alcuni brutalmente senza neanche la necessità di svilupparli, altri più argomentati, tutti cinici ed esilaranti.
Lo spirito di osservazione di Piccolo, che non ha eguali, si concentra in questo breve volume molto scorrevole ma non affatto banale.
Lo stile immediato e la franchezza dei contenuti offrono un volume da leggere e rileggere o addirittura da aprire a caso.
Spesso mi sono identificato nell'autore ed è proprio questo che mi ha permesso di ridere di ciò che era più triste.
Il finale si presenta come un'acquazzone di momenti infelici, tra questi, il più bello è "Le cose definitive".
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Come rendere più leggera l'esistenza
Un metodo rigorosamente soggettivo di valutazione di un libro è la sua rispondenza alle nostre aspettative al momento dell’acquisto. Da un libro di Francesco Piccolo, piacevole affabulatore, anche se talvolta scade nel cazzeggio(termine sdoganato dalla Treccani), mi attendo momenti di lettura gradevole, rilassante e non impegnativa. La sua ironica visione della quotidianità ci aiuta a non trascurare gli aspetti positivi anche in fatterelli che sono solo apparentemente inezie (come nel precedente “Momenti di trascurabile felicità”) o a trovare nella condivisione delle sensazioni fastidiose, create da episodi di scarsa rilevanza, quel tanto di conforto che ci aiuta a comprendere che si tratta, per l’appunto, di “trascurabile infelicità”.
Si può rimproverare a Piccolo di avere fatto un semplice esercizio di rovesciamento della prospettiva per mettere a frutto il brillante risultato editoriale di “Momenti di trascurabile felicità”; oppure di essere un po’ prolisso in qualche parte o un po’sbrigativo in altre, ad esempio con la raffica di aforismi – certamente non a livello di quelli leopardiani- nella parte conclusiva; di non toccare in questo libro il livello del suo lavoro di sceneggiatore che ci ha regalato alcuni dei migliori prodotti del cinema italiano degli ultimi anni.
Tuttavia, pur con questi limiti, il libro contribuisce ad alleggerire il peso della noia e dei piccoli fastidi quotidiani, con il piacere di qualche franca risata. Ad esempio il raccontino “Io, mia madre ed il Presidente” è da antologia dell’umorismo e vale da solo l’acquisto del libro.
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Momenti di trascurabile Semplicità.
Scendo dalla cattedra e ignoro per un’intera giornata che sto leggendo un premio strega e affermo con sincerità che ho veramente apprezzato questo libro.
Un elenco di azioni, sketch e storielle ciniche della vita di ogni giorno, leggo le prime pagine, sorrido, leggo la storia del cinese è assurda ma è divertente, leggo:
“ le candeline che si riaccendono dopo che le hai spente. Chi le ha comprate, trova questo scherzo irresistibile. Tutti gli altri, no.”
Segue
“il fatto di non sapere se la luce del frigorifero, quando l’hai chiuso, si spegne veramente”
Punteggiatura chiara decisa, sorrido e penso volgarmente “ma dai, che Caxxxxxe, sei un premio Strega, datti un tono, però è vero.” e proseguo sghignazzando.
Per tutto il libro ad ogni ghigno faccio seguire il medesimo pensiero volgare sopracitato.
Vado a prendere un caffè con dei colleghi, il libro è in borsa, mi ritrovo a parlarne, estraggo uno dei tanti sketch, anticipo : “senti questa” con aria critica, poi però torno a ridere, i colleghi ridono, cacchio, fermi un attimo, questo libro mi fa ridere veramente, mi piace.
Letto in poche ore e con grande leggerezza ripenso alla mia esclamazione volgare e la proseguo, “si è un Caxxxxxe ma scrive bene e lo sa far bene.” Potrei fare un elenco infinito di autori che giocano di cinismo, ruotando intorno a caricature pseudo letterarie alla bridget jones non cavandone nulla di buono.
Per me questo libro rappresenta, Il coraggio di esser scrittori semplici. Dopo la vincita del premio Strega( con "il desiderio di essere come tutti") e le critiche pro e contro che esso comporta, quest’uomo si aggrappa al pensiero quotidiano, tenta di raccogliere i pensieri fugaci della gente comune, pensieri sciocchi raramente messi nero su bianco, che messi insieme, sono una memoria collettiva di sciocchezze, che per quanto tali, fanno sorridere e rispecchiano tutti.
Dopo il successo del penultimo libro “Momenti di trascurabile felicità”, prosegue con quest’altra parte della medaglia con “Momenti di trascurabile infelicità”. Una scelta commerciale? Probabile. Sentita? Forse. Quasi sicuramente almeno un’ affermazione del suo elenco vi appartiene, saper descrivere fatti banali, in maniera condivisibile, grammaticalmente accattivante, ha il suo merito.
Cos’è che accomuna tutti gli uomini? La più nota è la morte, io aggiungerei l’evacuazione, la prima non ne sappiamo ancora niente, e nel momento in cui vivremo l’esperienza non abbiamo più l’occasione di parlarne, la seconda la viviamo quotidianamente, (in caso contrario sopraggiunge la prima citata) ma per pudore o mancata prospettiva siamo lontani dal volerne parlare, anche se forse è l’unico certo argomento comune tra tutti gli essere viventi.
Dico tutto questo non per dire che è un libro che stimola l’evacuazione, ma per esortarci a togliere la puzza sotto il naso e apprezzare anche altri tipi di letteratura, per non divenire stitici di pensiero.