Le cosmicomiche
Letteratura italiana
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Brainstorming fantastico
“Come potevamo intenderci? Nessuna cosa del mondo come si presentava al nostro sguardo bastava a esprimere quel che sentivamo l’uno per l’altra, ma mentre io smaniavo di strappare dalle cose vibrazioni sconosciute, lei voleva ridurre ogni cosa all’al di là incolore della loro ultima sostanza”
Le Cosmicomiche è una raccolta di 12 racconti scritti da Italo Calvino tra il 1963 e il 1964. Sono storie umoristiche e paradossali relative all’universo, all’evoluzione a tempo e spazio. Attraverso tali racconti, Calvino da prova dell’applicazione di metodologie per incrementare la fantasia tramite un intreccio di letteratura e scienza. Egli parla in prima persona impersonando il vecchio Qfwfq, prendono spunto da nozioni scientifiche, principalmente astronomiche, per costruire dei racconti surreali e esilaranti: i racconti sono preceduti da un breve enunciato in corsivo che fornisce degli elementi scientifici, o parascientifici, al lettore. Il racconto vero e proprio scritto sotto forma di monologo prende spunto dall’enunciato. La galassia, lo spazio, il percorso della luce, l’espansione dell’universo sono tutti concetti che vengono trattati nei racconti in maniera originale e creativa. All’inizio può risultare di difficile comprensione come testo, essendo che gli enunciati scientifici richiedono la conoscenza di nozioni di fisica; gli stessi monologhi alle volte fanno riferimento sempre a concetti spazio-temporali. Tuttavia, la vena fantastica rende il romanzo piacevole ed innovativo, vi sono frasi e racconti che arrivano dritti al cuore. Il titolo cosmicomiche prende spunto dalla combinazione tra il cosmico per la varietà dei temi trattati legati allo spazio, l’universo e il comico, la vena irriverente e creativa. Il libro è composto da codesti racconti:
- La distanza della luna: Storia preceduta dalla teoria della recessione della Luna ipotizzata da Darwin, secondo cui la Luna si sta allontanando di circa 5,8 cm all’anno dalla terra a causa della maree e della rotazione terrestre. Il monologo racconta che si poteva salire sulla luna dagli scogli di Zinco per prendere il latte lunare e che il più bravo era il cugino di Qfwfq, Il Sordo. Il vecchio si innamorò della moglie del comandante ma l’amore non era corrisposto perchè lei era innamorata del sordo. Da qui intrecci sotto l’effetto lunare.
- Sul far del giorno: Enunciato di riferimento all’origine e all’evoluzione del sistema solare di Kuiper. Il monologo tratta la vita infantile di Qfwfq caratterizzata da un buio totale perché la materia non era solidificata. Tutto cambiò con il primo calore e raggio di luce.
- Un segno nello spazio: Il moto di rivoluzione del Sistema Solare attorno al centro galattico è di circa 200 milioni di anni , questo perché la Terra dista dal centro circa 28000 anni luce. In questo racconto Qfwfq inizia una gara di segni insieme ad un certo Kgwgk in tutta la galassia, in quanto quest’ultimo cancellò il primo segno perfetto di Qfwfq che da quel momento iniziò a seminare qua e là segnali per depistarlo.
- Tutto in un punto: Tutto parte dalla legge di Hubble sulla velocità di allontanamento delle galassie dalla quale si può stabilire il momento in cui tutta la terra dell’universo era concentrata in un punto. La sovrapposizione, la poca socializzazione sono i problemi che affliggono Qfwfq nel suo luogo. Il movimento delle braccia della signora Ph (i)Nko creerà cambiamento, spazio e luce.
- Senza colori: Un chiaro riferimento all’atmosfera terrestre, un involucro di gas che riveste il pianeta e partecipa del moto di rotazione intorno al proprio asse. Tra i racconti questo è il più romantico presenti nel libro. Il mondo viene descritto incolore, senza colori e suoni, qui Qfwfq fa l’incontro di Ayl, una bellissima ragazza ma le loro conversazioni erano povere di argomenti. Erano l’uno l’opposto dell’altro, lui amava i colori, lei le cose opache. Quando dal crepaccio uscirono i colori, Ayl si ributtò nel dirupo per scappare dai colori e Qfwfq non la rivide più.
- Giochi senza fine: La teoria dello stato stazionario apre la sesta cosmicomica, proposta negli anni 50 dagli astrofisici Hoyle, Bondi e Gold che cercarono di unire le teorie di espansione dell’universo con una visione statica ed immutabile del cosmo. Qfwfq e i suoi giochi da bambino con l’amico Pfwfp, il quale barava prendendosi gli atomi migliori. Quando Qfwfq lo scoprì iniziò a costruire finti atomi, cercando di accumulare vantaggio.
- Lo zio acquatico: Il carbonifero comprende il periodo che va da circa 360 a 330 milioni di anni fa, che comprende la presenza di vertebrati dei pesci ossei e cartilaginei. Racconta la storia della famiglia di Qfwfq e dello strambo zio pesce N’ba N’ga che vive una vita alquanto strana e diversa rispetto agli altri. Infatti egli vive in profondità e si rifiuta di vivere in superficie; la conoscenza della ragazza del nipote porterà nuovo scompiglio in famiglia.
- Quanto scommettiamo e Gli anni-luce: La logica della cibernetica si riferisce ad una serie di retroazioni positive e negative che hanno portato alla formazione degli esseri viventi. Il feedback positivo porta ad incrementare il funzionamento del sistema stesso. Le scommesse del Decano e di Qfwfq basate sulla fortuna e il caso.
- I Dinosauri: Ovviamente alla base vi sono le teorie dell’estinzione dei dinosauri, tra cui la più plausibile è data dalla caduta di un meteorite. La vera essenza dei dinosauri è alla base di questo racconto in quanto Qfwfq fu anche un dinosauro e il periodo dell’estinzione fu assai brutto.
La forma dello spazio: La curvatura spazio-temporale da il via alla decima cosmicomica. Le cadute di Qfwfq, il viaggiare parallelamente tutto per raggiungere Ursula H’x, evitando il tenente Fenimore.
- La spirale: Calvino ci illustra la crescita di un mollusco e soprattutto di una conchiglia, elemento che attira l’attenzione grazie ai variegati colori. Qfwfq fu anche un mollusco attaccato ad uno scoglio per succhiare le particelle. La sua vita era senza cervello ma assai felice e diversa dalle altre.
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burnout creativo
inizio la recensione con una domanda: abbiamo un'opera di calvino con due recensioni ed un voto sostanzialmente pessimo. almeno 1 voto sotto la peggior votazione assegnata a Fabio Volo.
questo mi fa riflettere. addirittura due recensioni "consigliato: no".
wow. che amarezza.
avrei difficoltà ad assegnare comunque un voto "1" per lo stile ad un personaggio come italo calvino che riesce ad essere spiazzante come uno schiaffo dato nel sonno persino quando risponde, in poche righe, alle piatte domande di un giornalista improvvisato.
voglio dire, stiamo parlando di uno dei massimi autori italiani di sempre, si merita un po' di rispetto? e noi, ci meritiamo forse un bagno di umiltà prima di etichettare, bandire, cestinare?
parlando dell'opera - di cui forse biasimo solo la furbesca scelta editoriale di inserire biografia ed intervista dell'autore in apertura - mera operazione di pompaggio cartaceo per fare il prezzo su un'opera altrimenti troppo breve? si tratta di una sorta di rivisitazione della genesi darwiniana, ovviamente inteso questo in senso evolutivo e non certo scientifico, un brodo primordiale di situazioni paradossali con un filo comune, ancorchè intricato e contorto.
Piuttosto, come lo stesso Calvino evidenzia, si tratta di un patchwork legato all'esperienza creativa\cognitiva dell'autore, il quale ha messo insieme una serie di brevi scritti nati probabilmente durante un periodo di particolare immersione in letture astrologico\astrofisiche.
Calvino non blandisce però il suo pubblico: le immagini che regala sono opere d'arte visive (la bambina che fluttua sul mare tra meduse e gamberetti attirata dalla luna...parliamone), mi piacerebbe anzi avere tempo per illustrare ogni suo capitolo tanto vivide sono le immagini che regala.
a tratti sconfina in una scrittura più criptica, quasi definirei post-moderna ma comunque mai pesante o sgradevole.
un libro da assaporare con lentezza, magari da leggere a fasi alternate, ma comunque molto piacevole (sarà che ne vengo da un macigno quale infinite jest? ma di questo parlerò successivamente).
un'opera consigliata sicuramente, da leggere a mente aperta..
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Lontano dalla coerenza e dall'immaginazione
Ho letto questo libro per la scuola, e devo dire che le mie aspettative erano molto basse, anche perché non apprezzo particolarmente Calvino come scrittore (eh sì, proprio non riesco a farmelo piacere), e la trama del libro mi dava già un'idea di pesantezza.
Il protagonista è il vecchio Qfwfq, che in ogni cosmicomica assume un aspetto diverso, da dinosauro all'anfibio, fino ad arrivare alla molecola vagante per l'Universo prima ancora del Big Bang. Lo scopo di questi racconti è esporre una legge della fisica attraverso il romanzo, per cui in ogni storia il Qfwfq vive un'avventura ai fini di dimostrare ai lettori quella legge.
Durante la lettura di questo libro ho alternato momenti di assoluta noia a momenti di maggiore interesse, in cui riuscivo, per quanto possibile, ad immedesimarmi nella situazione. Il motivo? Nel mio caso, in parte per lo stile narrativo di Calvino, ma anche perché le Cosmicomiche vanno contro ogni logica da noi immaginabile, e per leggerle bisogna abbandonare le nostre convinzioni (ovvero sapere dov'è esattamente ambientata la storia, come sono fatti fisicamente i personaggi ecc.), il che non è semplice.
Come possiamo noi immaginare l'Universo prima del Big Bang? Non possiamo, dobbiamo limitarci a leggere senza porci troppe domande. Nonostante ciò, alcune storie sono più divertenti e fanno emergere il lato "comico" di questo libro. Poi invece ci sono cosmicomiche le cui ambientazioni sono più vicine alla nostra immaginazione, e le caratteristiche dei personaggi vengono espresse, anche se con molti elementi contradditori. Per esempio, riporto di seguito il finale di una cosmicomica in cui, fino all'ultimo momento, il lettore ha la convinzione che Qfwfq sia un dinosauro...
Dal testo:
[...] Percorsi valli e pianure. Raggiunsi una stazione, presi il treno, mi confusi con la folla.
Letto questo, a qualsiasi lettore, anche il più visionario, sorgono dei dubbi. Ed è proprio questo che disorienta, nel leggere le Cosmicomiche. Questa totale assenza di coerenza.
Ma è straordinaria la capacità di Calvino di inserire in un contesto così lontano dalla realtà, elementi che ricorrono nella vita di tutti i giorni, o luoghi comuni da tutti conosciuti. Riporto un pezzo della cosmicomica "Tutti in un Punto", che racconta di come, prima della nascita del cosmo, tutto fosse concentrato in un minuscolo punto della materia.
Dal testo:
[...] Anche gli altri però avevano i loro torti contro gli Z'zu, a cominciare da quella definizione di "immigrati", basata sulla pretesa che, mentre gli altri erano lì da prima, loro fossero venuti dopo. Che questo fosse un pregiudizio senza fondamento, mi par chiaro [...] Era una mentalità, diciamolo, ristretta, quella che avevamo allora, meschina [...] Una mentalità che è rimasta in fondo a tutti i noi, badate: continua a saltar fuori anche oggi.
Qui Calvino inserisce una riflessione su un luogo comune e un problema del presente, ma inserito in un contesto completamente diverso.
Il mio giudizio complessivo è che le Cosmicomiche sono un libro difficile, più che da capire, da apprezzare. Non lo consiglio in quanto non posso dire che mi sia piaciuto, ma se qualcuno sta cercando un libro "fuori dal comune", questa è la scelta giusta.
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un po deludente
Questa è la storia della luna e delle stelle, dei dinosauri, del big bang, dell'universo, dei pianeti e dell'oscurità.
Una serie di racconti dove il filo conduttore è Qfwfq, che narrerà la sua personale esperienza dalla formazione dell'universo ad oggi.
Ammetto che leggendo la trama mi ha incuriosita, e non poco.
Se poi penso che lo ha scritto Calvino, che con la sua fantasia riesce ad aprire mondi inimmaginabili, non ci ho pensato due volte prima di acquistarlo.
Ahimè, chiedo perdono ma a me questo libro non è piaciuto.
Non ho trovato feeling con i vari racconti e alternavo momenti di interesse smodato a noia totale.
Mi dispiace di non aver capito l'ironia e il senso di questo libro.
Forse sono partita con aspettative troppo alte.
Forse mi aspettavo tutt'altra cosa.
Fatto sta che non è il mio amato Calvino.
Penso anche che nessuno è perfetto e può non aver dato il meglio di se, ma questa è solo la mia opinione.
Ad ogni modo non mi sento di consigliarlo.