Le ballate dispari
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
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On the road
Il libro "le ballate dispari" è in parte una raccolta di racconti brevi, in parte un diario in cui l’autore racconta di sé, dei suoi viaggi, della gente che incontra.
Parte dei racconti sono capitoli di un racconto più lungo mescolati in ordine sparso, cosa singolare che non disturba la lettura, anzi … Ritrovare i personaggi in una fase precedente della loro avventura è come ritrovare vecchi amici.
L’unico appunto è sul primo racconto che secondo me è diverso dagli altri, eterogeneo e io non l’avrei messo per primo, anzi non l’avrei messo proprio. Quindi consiglio il lettore di saltarlo e di leggerlo in seguito.
I racconti di Massimo sono leggeri, piacevoli, freschi. Si ha l’impressione di stare al bar, davanti a una birra gelata al punto giusto, ascoltando le bravate di un avventore seduto un po’ più in là, facendo finta di niente. A volte il racconto si fa un po’ più serio, va più in profondità.
Lo stile è semplice, efficace, i racconti sono di facile lettura, mai noiosi. Anche quando il discorso si fa serio lo è velocemente, di sfuggita. Mai si cade nella banalità, nella retorica, nei luoghi comuni e questo è sicuramente un grosso pregio di Massimo. Ne viene fuori l’immagine di un uomo unico (lui) anche se i protagonisti dei racconti sono tanti: un uomo sempre pronto a partire, ad andare, che ha rapporti fuggevoli con tutto e tutti perché niente dura. Gli incontri con le donne, anche quelli più sentimentali, sono incontri di viaggio, provvisori, con la data di scadenza. Il protagonista scivola sulla superficie delle cose a volte graffiandola. E’ un Oblomov in viaggio, uno a cui le cose succedono e che a volte fa la sua parte di male per indolenza più che per cattiveria, perché prevedere le complicazioni o fare qualcosa perché non accadano richiede uno sforzo di volontà. Apparentemente è sempre pronto ad andare per conoscere nuove realtà, in realtà è sempre in fuga soprattutto da se stesso oltre che da una certa mentalità occidentale che lo verrebbe stanziale in una villetta con lavoro fisso e famigliola a carico.
Ogni tanto chiede a se stesso cosa va cercando. Altrettante volte giustifica i suoi eccessi perché l’alcol e questi eccessi sono solo per le persone migliori (il cuore della gente che beve è un cuore pulito …).
Come la birra questi racconti lasciano un retrogusto amaro.
Resta al lettore il dispiacere per questa vita sprecata.Ti ci vuole un po’più di coraggio, Massimo! Le persone dal cuore pulito guardano dentro le cose: buttare soldi in una casa o in droga è solo una questione di forma soprattutto per un viaggiatore come te che ha visto come vive l'altra gente, quella che non ha il biglietto di ritorno.
Altro appunto: il libro parla troppo di droghe e in modo poco corretto dal punto di vista medico. Sembra che il protagonista possa smettere di assumerle senza nessun problema, in ogni momento (anche se poi non lo fa a lungo) e sembra che siano una gran bella esperienza. Sono sicuro che così non è e non mi sembra corretto dare info errate sull'argomento a lettori giovani.