Narrativa italiana Racconti La felicità terrena
 

La felicità terrena La felicità terrena

La felicità terrena

Letteratura italiana


A prima vista può sembrare che il talento di Mozzi sia tutto nel raccontarci la vita ordinaria, le cose che succedono, le minime avventure dei sentimenti. Eppure basta calarsi in uno di questo laconici resoconti di inermi creature, per sentire una ferita nella carne. La minaccia appena presentita di uno scacco esistenziale, l'irruzione della follia, dell'amore, del male, di una presenza divina o del caso ed ecco che la vita si rivela come un mistero incomprensibile e frenetico. Ma il mistero non è oltre il ciglio della strada o sul crepaccio: è la vita stessa, quotidiana e cangiante, domestica e terribile, che "le anime" di Mozzi attraversano con la grazia di angeli inconsapevoli del proprio dono. Tra uffici postali e orfanotrofi, appartamenti dimessi e treni di seconda classe, incontriamo Vanessa, una giovane impiegata che parla con il diavolo attraverso le macchine dei conti correnti. Lele, cameriere part-time, che con in tasca due milioni e mezzo trovati in una cabina del telefono vive un inutile notte di iniziazione; Maria Annunziata, dattilografa, che fa fronte alla morte del figlio di quattro anni semplicemente negandola e trova nella vita col fantasma del bambino un'immaginaria e verissima felicità terrena; la storia pia di Severo e la sua morte improvvisa. E lo stile, scarno come la pietra, ha un ritmo raccolto e solo un po' accelerato, come il battito di un cuore giovane.



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La felicità terrena 2017-01-22 19:30:28 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    22 Gennaio, 2017
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Felicità ultraterrena

Questi racconti mi hanno sorpreso. Giulio Mozzi ha la capacità di cogliere aspetti e sfumature della vita di tutti i giorni che contengono poesia e soprattutto dolcezza e tenerezza. Ha la capacità rara di vedere il bene che c'è nel mondo e nella gente e di farlo gustare al lettore. La felicità che sa cogliere, forse è terrena, ma sicuramente ha un'impronta che lo è molto poco. Non insegue una felicità materiale. Nei suoi racconti di felicità ce n'è ben poca ma ci sono sprazzi di felicità ultraterrena: Severo, le suorine, i suoi genitori, Tilli, l'impiegata delle poste.Sicuramente questo dono di essere un rabdomante della bontà e della tenerezza gli viene dalla famiglia, dalla sua infanzia felice, dalla ricchezza dell'adolescenza nei gruppi parrocchiali che è descritta in alcuni racconti. A un certo punto spiega di essersene liberato, ma io spero per lui di no, che abbia invece fatto tesoro del suo tesoro per continuare a usarlo nella scrittura. Anche testi meno autobiografici, per esempio la prima parte del bambino morto, contengono lo stesso tratto di delicatezza (vedi le suorine). Non ho letto gli altri suoi libri ma spero che abbia coltivato questa capacità di far entrare il lettore in sintonia con il "bene visibile". Questi racconti mi hanno fatto riflettere su cosa significhi onestà e sincerità in letteratura. Ho trovato nella maggior parte dei racconti il desiderio di usare la scrittura come un trapano per esplorare se stessi e il mondo. La scrittura è spesso speculativa ma non nel senso di puntare un riflettore sull'autore ma nel senso di puntare una lente sull'uomo e sul mondo spesso osservandoli in una prospettiva allargata, anche di fede ma non di bigotteria. A me questo modo di guardare le cose, di cogliere il bello e il buono non in senso di buonismo e di moralismo, mi sono sembrati confortanti per me e interessanti dal pdv letterario indipendentemente dallo stile che è in crescita andando dal primo racconto all'ultimo. Lo stile non incide sul testo tanto quanto incide questa visione delicata del mondo. I miei scrittori preferiti, primo tra tutti il grande Dostoevskij, hanno guardato le cose con la stessa esigenza di verità e di profonda onestà. Ho potuto constatare in alcuni racconti la seduzione di una scrittura diversa, più accattivante, forse più redditizia come risultati. Mi pare che sia davvero molto difficile per uno scrittore perseguire la stessa estrema trasparenza per tutta la sua produzione. E' come esporsi nudi e rinunciare a tutto in un certo senso (Tilli). I racconti che mi sono piaciuti di più sono stati Tilli e Corsa e anche una vita felice.Mi chiedo se sia possibile nel tempo continuare a scrivere sempre con la stessa limpidezza.

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