Il tempo è un'invenzione
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Il tempo è un'invenzione di Barbara Goti
Dopo essere stata accettata nella redazione di questo portale, ho dato un'occhiata all'elenco dei libri che potevo leggere e subito questo mi ha attirata. Devo dire di avere azzeccato la scelta: e' veramente una bella raccolta di racconti, che si lasciano divorare uno a uno, senza interruzione.
Alla faccia degli scaramantici, si tratta di 17 racconti, i cui protagonisti sono personaggi di diverse età (in ordine crescente), sesso ed estrazione sociale. Diciassette persone che rappresentano i prototipi di drammi umani, tutti scritti in prima persona come monologhi, volti a rappresentare l'evoluzione dell'uomo nel mondo (alcuni di loro sono molto toccanti). Vale veramente la pena lanciarsi nella lettura di questa bellissima raccolta, per immedesimarsi nei personaggi o tentare di sfuggire alle loro esperienze o problematiche, a seconda del caso.
"C'è una storia dietro ogni persona. C'è una ragione per cui loro sono quel che sono..." - scrive l'autrice all'inizio, riportando le parole di Freud - "...loro non sono così perché lo vogliono. Qualcosa nel passato li ha resi tali".
La protagonista della prima storia e' Melania: una quindicenne prima grassissima, poi anoressica, per cercare di attirare l'attenzione di una madre "leggera e facile", che l'ha avuta da un uomo qualsiasi (così come e' successo anche per la sorella Morgana), ma sicuramente ricco. Da questa madre Melania ha imparato anche a "darsi" facilmente, senza pensarci troppo e sta diventando molto simile a lei, anche se è l'ultima cosa che vorrebbe (" Mia madre e' una di quelle persone che credono di vivere perennemente su un palcoscenico, che sono talmente brave a recitare la parte che hanno scelto, che infine dimenticano chi sono realmente" e ancora " Figuriamoci se se ne perde uno mia madre" e infine "Non capisco perché non ci abbia abortite me e Morgana, se poi non ci dedica una briciola di tempo. S'incazza per niente. Invece di amore ci subissa di critiche, rimproveri e scenate").
Piddu e' un diciannovenne un po' ritardato, innamorato da sempre della vicina Siria e geloso di tutti i suoi fidanzati, che non la amano veramente (come invece la ama lui), ma che amano solo il suo corpo. Piddu immagina, un giorno, di poterla sposare e rendere felice.
Caterina e' una ventenne innamorata pazza di un quarantenne, sposato con figli: la classica amante, illusa di essere l'unica che lui ami veramente. Lui, invece, oltre a lei ne ha tante altre e Caterina inganna se stessa, non vedendo ciò che lui è veramente ( "So che sto facendo male a un'altra donna, ma non so rinunciare a lui" e ancora "Non posso sognare il futuro con lui e non so concepirlo senza di lui". Infine "Lui piace e tutte lo vorrebbero. Ma lui è mio. E di sua moglie, naturalmente. Ma non la ama più. Non fosse per i bambini se ne sarebbe andato via di casa da un pezzo"). Caterina ha il classico atteggiamento di chi non vuole vedere ciò che ci può far soffrire.
Raffaele e' un venticinquenne fidanzato da dodici anni con una ragazza che vuole arrivare vergine al matrimonio, quindi lui si fa tutte le ragazze che incontra sul suo cammino. Raffaele ha avuto anche rapporti omosessuali ed è cresciuto con una madre super religiosa. Il problema principale di Raffaele, secondo me, e' la mancanza di amore per se stesso (caratteristica che lo accomuna con molti dei protagonisti di queste storie). "Dodici anni insieme e se le tocco una tetta quella si offende. Illibata, illibatissima. Vergine, verginissima" e ancora "Di sesso non se ne può nemmeno parlare, figuriamoci farlo".
La Tigre e' il nickname di una fanciulla grassissima, ignorata da tutti i ragazzi per colpa del suo aspetto. A causa di questo, si rifugia nella realtà parallela di internet, dove può fingere di essere una ragazza bellissima e con questa identità attira a se' molti ragazzi. Finge di accontentarsi di questo, ma affoga il suo dispiacere nel cibo, continuando ad abbuffarsi. ("Appena dimagrisco, glielo faccio vedere io!")
C'e' anche un trentenne che vive di pittura (Dario) e ne fa lo scopo della sua vita, il suo unico amore. Amore che lo salva, dopo molte vicissitudini negative, che gli avevano tolto la voglia di vivere e di sperare.
Saverio, invece, vive il problema di molti uomini: l'eiaculazione precoce e non lo sa finché la sua ragazza non lo lascia per un altro, rivelandogli il motivo.
Non manca la storia dell'omosessuale, che si sente un po' colpevole di non sapere non amare, ma rivendica il suo diritto di farlo ("Si, mi amava. Mi ama. Ci amiamo. Sono trascorsi molti anni da quel giorno e siamo ancora insieme. Contro tutto e tutti, perché babbo non vuole, la mamma nemmeno. Ma io sono io, non sono mio padre, ne' mia madre. Non sono neppure il sogno di me che loro speravano. Sono solo un uomo che a un certo punto della sua vita ha deciso chi essere e ha scelto di essere se stesso. Senza maschere, senza pudori e senza menzogne").
Lucia da il suo corpo a molti uomini, regalando loro dell'ottimo sesso, ma si sente sola, ha paura d'amare e di donare se stessa nel profondo a qualcuno ("Lecco i loro corpi, dono il mio senza preoccuparmi di me. Che ne facciano quello che vogliono, io sono loro").
Stella e' stata una bambina abusata, da parte del nonno, del padre e di molti altri uomini. La mamma sa, ma non fa nulla per aiutarla, ne' per salvarla.
Gerardo e' un tossicodipendente, che odia il suo stato e vorrebbe che nessun altro ci cascasse ( "Sono vento. Sono aria. Sono roba infetta. Nessuno mi guarda, nessuno si accorge di me" e ancora "Ho perso tutti. Non ho saputo amare nessuno". Inoltre "La gente mi giudica. Non sono lì per colpa di un destino crudele. Sono lì solo per colpa mia").
Schiava e' una cinquantunenne che, lasciata dal marito per una donna molto più giovane, si invaghisce di un uomo sexy che la conquista con un sesso sfrenato e disinibito, che lei con il marito non aveva mai provato. Ma, una volta andato a vivere con lei e la tredicenne figlia di lei, la tratta come una schiava, facendole fare di tutto, maltrattandola e dicendole che, se non dovesse fare quello che lui le ordina, lo farebbe fare a sua figlia. ( "C'è già il mio dolore a rosicarmi l'anima, l'umiliazione di essere ormai solo un contenitore di carne, la disperazione di sapere che mai più finirà questo supplizio, e soprattutto la tragica ironia di essere stata io stessa l'artefice di tutto questo. Io che avevo creduto di aver incontrato un principe e ora ho a che fare con un orco").
Non manca la coppia che fatica ad avere un figlio, ma poi ce la fa. Gioia nasce e la madre è costretta a crescerla da sola, cercando di farlo nel migliore dei modi. La ragazza a sedici anni resta incinta di un ragazzo e qui si pone il dilemma di questo racconto: aborto o meno? La madre deve decidere per lei, la ragazza non può abortire senza il suo consenso. ("Un bimbo che nasce e cresce e' letizia, allegria, stupore quotidiano, lo so. Quanto invece toglierà a lei, questa creatura imprevista e inattesa?" E ancora "Farei di tutto per salvarla da quest'attimo". "E' giusto che una scopata sbagliata pregiudichi il suo futuro?" "Ma rimorsi no, non voglio ne abbia. E' la mia bambina, la mia stessa vita. E' di più. Voglio solo che sia felice").
Margherita e' una giovane cinquantottenne, coloratissima dentro e fuori. Molto viva, vogliosa di vita e di esperienze. Affiancata però da un marito moscio e "vecchio", per cui lei si dedica ad altro, anche se quello che vorrebbe sarebbe essere desiderata ancora da lui ("Personalmente sento di avere ancora tante cose da dire, da fare,da scoprire, da conoscere. "Conosco molti giovani assai più vecchi di me" e ancora "dalla vita voglio prendermi tutto ciò che offre". Inoltre "L'indifferenza negli occhi della persona con la quale trascorriamo la vita e' peggio d'una violenza, peggio d'uno schiaffo o di un insulto". E' gelo quotidiano").
Il mostro e' la storia di un cancro. Queste alcune delle parole del protagonista: "Finché non ho ritirato le analisi ho sperato. Che buffo: il mio cervello sempre analitico e concreto si ostina a rifiutare la realtà, quasi che ometterla sia eliminarla." E ancora : "Finché le forze me lo permetteranno, lotterò. Come nella vita ho sempre fatto, non m'arrenderò". Il protagonista di questa storia all'inizio non vuole rassegnarsi all'idea di doversene andare troppo presto. Poi, strada facendo, accetta la propria sorte e cerca di sistemare tutto, per non scombinare la vita di moglie e figlia. Non si abbandona mai all'autocommiserazione e alle lacrime, fino alla fine della storia, quando spera nell'aldilà di incontrare la propria madre, che lo abbraccerà come faceva quand'era bambino e finalmente potrà piangere.
Molto coinvolgente la storia di una donna che rinuncia all'amore della sua vita per la carriera, per realizzarsi, per i soldi. La stessa riconosce di averlo amato e di volerlo ancora, solo quando ormai è troppo tardi e lui ha preso un'altra strada: l'errore che fanno in molti. ( "Ho fatto carriera. Ho fatto denaro. Avrò una pensione che mi permetterà di vivere da nababbo. Non so cosa ne farò. Forse me ne tornerò nella mia Toscana ad ammirare il mare. Quel mare che quando avevo sotto gli occhi, ignoravo per volgere lo sguardo al cielo").
L'ultimo racconto, energia, vede protagonista un vecchio hippy innamorato della vita, della musica, dell'energia, che non bisogna sprecare ma rinnovare ("Vivere di ciò che più amiamo. E' il traguardo cui ognuno dovrebbe ambire"). Un uomo curioso, folle, desideroso di sperimentare, coerente. ("Il mondo dipinto dei rotocalchi dove tutto è nulla, non fa per me. Il dover sottostare a regole altrui che non condivido, non fa per me. La coerenza e' una delle doti che più amo. La dignità e' nell'anima. Sempre. Se la perdi, perdi l'anima"). Un uomo che ha amato, non una sola donna ma molte, dando a ciascuna di loro un po' di se stesso ( "E io ho amato tanto. Tantissimo. Ho talmente tanto amore in me che a volte mi viene da sorridere agli sconosciuti per strada" e ancora "Chi vuole esibirti, ama se stesso, non ama te". Poi "Dichiarare amore e' un momento di perfezione assoluta. Manifestare amore ci avvicina al cielo". Ancora:"In amore vince chi ama, che amare e' già vincere. Chi fugge perde. Sempre. In qualsiasi campo della vita." Il protagonista di quest'ultima storia parla di energia sprecata il fidarsi delle persone sbagliate, che ti tradiscono, che non meritano il tuo amore, ne' la tua amicizia. Sceglie di non fare un figlio, perché teme di non amarlo abbastanza, di dover rinunciare al suo vero se' per essere una persona diversa da ciò che è. Dice anche di essere pieno di tutto ciò che ha avuto e vissuto.("Tutto ciò che è trascendentale mi accompagnerà nel mio ultimo viaggio").
Bellissimo libro: consiglio a tutti di leggerlo!