Il mio cuore è più stanco della mia voce
Letteratura italiana
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
UNA GRANDE DONNA
Questo libro riporta gli interventi effettuati dalla grande scrittrice e giornalista, in alcune Università Americane. Una volta di più ci troviamo di fronte la persona Oriana, senza trucchi artatamente posti in essere, perché lei è così, diretta, coraggiosa, intelligente, forte.
I suoi interventi, le interviste, gli articoli, i libri, sollevano grande clamore. E’ una persona scomoda, perché dice la verità, svela le grette meschinità dei politici, le crudeltà dei dittatori, senza paura. Il lettore percepisce chiaramente il fuoco che brucia nell’animo di questa donna, e non può che rimanerne affascinato, quasi soggiogato, non può che condividerne gli alti ideali, che rimangono al di sopra della politica così come noi la immaginiamo, ma sono ideali di dignità e libertà, sacrosanti per chiunque.
Viene espresso apertamente l’intimo pensiero,, i sogni, le delusioni della Fallaci…. E, mi ripeto, conquista, non può fare altro, si percepisce vividamente la passione dell’autrice nel trattare temi sbandierati ai quattro venti da molti, di cui tanti, forse troppi, si sono riempiti la bocca, carpendo la fiducia e l’ingenuità delle folle.
“Il giornalismo deve esistere non per soddisfare banali curiosità, non per alimentare il pettegolezzo o divertire: deve esistere per aiutare le persone a trovare o mantenere la propria dignità, per combattere la propria ignoranza, per difendere sé stessi. Significa anche che il giornalismo non è solo fatti, bensì l’interpretazione dei fatti attraverso le idee”
E ancora:
“… Forse io vedo il giornalismo come lo sogno, non come è. Forse il giornalismo che sogno è impossibile. Forse non posso chiedervi di condividere questo sogno. Ma c’è una frase che gli studenti di Parigi scrissero sui muri della Sorbona durante la rivolta del 1968. E mi piace molto. Dice: “ Siate realistici. Chiedete l’impossibile.”
Leggete, assaporate con me il pensiero di Oriana, il cuore di Oriana, ella sostiene che il giornalismo è politico, inteso come non una mera ripetizioni del fatto ( per questo ci sono i registratori….), ma il commento, del fatto stesso, fa diventare il prodotto politico.
La scrittrice dunque parla di politica, di giornalismo, di lotta a tutti i sistemi che cancellano la libertà della persona, lo fa raccontando la propria vita, il padre esponente della Resistenza, imprigionato e torturato, il suo grande amore, Alekos Panagulis, l’uomo che tentò di uccidere il dittatore della Grecia Papadopoulos, inizialmente condannato a morte e successivamente, sospesa l’esecuzione, rinchiuso nel carcere militare di Boiati dove rimase cinque anni in condizioni disumane.
Il 19 agosto 1973, Papadopoulos concede l’amnistia a tutti i prigionieri politici e Panagulis viene rilasciato, poche ore dopo la Fallaci lo intervista ed è amore.
L’autrice menziona anche diverse poesie scritte da Alekos, durante la prigionia, addirittura con il sangue, ed è alla fine dell’intervento in cui parla lungamente del suo uomo che conclude:
“Non ci saranno domande, non tanto perché sia tardi, ma perché il mio cuore è più stanco della mia voce”
Leggete questo libro cari amici, è un documento unico, che ripercorre anni di storia difficili e tormentati (non che il nostro oggi sia molto diverso..). Posso solo dire che mi dispiace immensamente non poter leggere articoli della Fallaci che trattano le problematiche del nostro presente, interviste, reportage di cronaca importanti.
Peccato! Ci dobbiamo accontentare di ciò che ha lasciato in eredità…