Il gioco del rovescio
Letteratura italiana
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RACCONTI BREVI, FLUSSO DI COSCIENZA
In ogni racconto, Antonio Tabucchi ti proietta, ti scaraventa al centro della scena, ambientata alla perfezione, in cui il contesto e le sensazioni sono talmente reali che riesci addirittura a sentire l’afa e la calura di luglio ne “I pomeriggi di sabato”.
Rimani incollato al racconto, almeno nelle prime righe di lettura, perché l’autore non fa premesse, ma ti porta immediatamente nel cuore della vicenda; ti ritrovi quindi a chiederti continuamente: chi è il protagonista, a chi si sta rivolgendo ed il perché.
In alcune parti del racconto però l'autore fa un cambio netto ed inizia con il raccontare la vicenda tramite flusso di coscienza: qui la punteggiatura si riduce all’essenziale, i periodi diventano macchinosi e la lettura viene notevolmente rallentata.
Sul finire del racconto, in cui aspetti comodamente sul divano di leggere la conclusione che ti sei prefigurato perché hai la certezza di aver capito tutto: “sbaam”, colpo di scena, inversione completa di prospettiva e capisci che in realtà non hai capito proprio nulla.
Il mio voto non è altissimo per la semplice ragione che non sono un’amante dei racconti: ci metto un po’ ad entrare nella scena, ad immedesimarmi nei personaggi, quindi in un racconto non faccio in tempo ad affezionarmi alla storia.
Indicazioni utili
La nostalgia
Tabucchi anche in questi racconti fa un uso molto originale della scrittura. Se ne serve non per raccontare come in genere fanno i narratori ma piuttosto per evocare e suggerire come farebbe un poeta o un pittore. La cosa di cui si parla non è mai descritta direttamente. In genere si tratta di un rovescio, di una assenza, di un negativo dell'animo. Ma chi sia assente, non lo dice subito . Lo si intuisce alla fine di ogni racconto attraverso un gioco di rimandi che è come una specie di riflesso del riflesso o di associazioni di idee o di immagini. Ad esempio, quando è la madre a mancare, che non ci sia più lo si capisce dopo. Si presenta nel racconto una immagine simile, magari di una sorella che improvvisamente cambia forma. In questo modo senza parlarci mai direttamente di nostalgia o del vuoto per una assenza, Tabucchi ci fa sentire sulla nostra pelle quella nostalgia e quel vuoto. Naturalmente alcuni racconti sono bellissimi ad esempio Il gioco del rovescio, Lettera da Casablanca, Voci.
La lettera da Casablanca inizia parlando di un albero, una palma che ondeggia come una ballerina. Poi si scopre che la madre del protagonista chiamava Josephine la palma e ha scritto una lettera sul quaderno del protagonista bambino perchè la palma non venisse tagliata. Poi troviamo il bambino a lavorare fuori casa, come truccatore di una cantante. Poi sostituisce la cantante malata o probabilmente morta e diventa lui stesso cantante e ballerina e si fa chiamare Josephine. Il tutto è scritto in forma epistolare da questo ragazzo alla sorella. Nella parte finale della sua lettera torna fuori la figura della madre e si capisce quanto forte possa essere stata la nostalgia per la madre in tutta la vita del ragazzo. L'effetto di questi rimandi che nel punto finale conducono il lettore all'emozione giusta è bellissimo.
Oppure in Voci, la donna che risponde alle telefonate dei lettori, probabilmente la psicologa di una trasmissione radiofonica attraverso il malessere di chi le telefona ci porta dentro la sua casa alla fine arrivandoci attraverso un tram lentissimo, una persona che non le risponde, una tavola apparecchiata per uno e poi per due ma con l'altro che non c'è. Il vuoto si spalanca piano piano davanti al lettore fino a inghiottirlo. Il primo racconto, Il gioco del rovescio, è più misterioso. Qui veniamo a sapere subito che si tratta del funerale di una donna. La sensazione di mancanza, di assenza comincia non dal funerale ma da prima. Questo racconto è il più misterioso. Come misteriosa è la figurina della morta che compare nel sogno in un quadro vestita di giallo con una espressione strana. Strana perchè vede il rovescio del quadro.
"Ho capito perchè hai codesta espressione, perchè tu vedi il rovescio del quadro,che cosa si vede da codesta parte?, dimmelo, aspetta che vengo anch'io, ora vengo a vedere. E mi incamminai verso quel punto. E in quel momento mi ritrovai in un altro sogno".