Il diavolo certamente
Letteratura italiana
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Opinioni inserite: 6
Che delusione!!!
Non avrei mai pensato di restare così deluso da Camilleri, di cui ho letto praticamente tutto. Ma questa volta purtroppo non ci siamo, racconti spesso banali, scontati, che raramente catturano il lettore. L'esperimento era oggettivamente non semplice ma fallisce abbastanza miseramente. Le corna coniugali, più che quelle del diavolo, la fanno da padrone ma i finali risultano scontati senza mai scuotere il lettore da questo torpore estivo. Lo stile è sempre di buon livello ma contenuti e piacevolezza non sono all'altezza della fama del maestro Andrea Camilleri. Forse è il caso produrre meno e con più qualità.
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"Il diavolo certamente" di A. Camilleri - Commento
Cosa determina (racconto n. 4) il fatto che Claudia, ricattata, appena ritorna in possesso – grazie allo zelo del ladro Gianni - di lettere e negativi di foto compromettenti, venga borseggiata?
Qual è la forza occulta (racconto n. 5) grazie alla quale Tonino si libera finalmente dell’odiata nonna Ersilia?
Il diavolo, probabilmente.
Per quale strano sortilegio (racconto n. 6) in due coppie incrociate di coniugi/amanti i due presunti assassini si trasformano in vittime?
E chi infligge (racconto n. 9) la terribile pena del contrappasso, un male incurabile, a Diego, quarantenne gaudente che pratica tecniche di seduzione al limite della scaramanzia?
Qual è la forza oscura che sta alla base dell’antagonismo tra i due colleghi Mauro Giani e Silvio Consagra (racconto n. 10), al punto da punire l’uno, innocente, per l’omicidio dell’altro?
Il diavolo, forse.
Cosa si nasconde dietro al rimedio che Floriana escogita per la propria roncopatia (racconto n. 11) e cosa induce il sicario Homer a risparmiare un futuro sanguinario dittatore (racconto n. 13)?
Cosa induce la fedele segretaria Gisella (racconto n. 14), depositaria del vizietto segreto del capufficio Tommasi, a rivelare alla di lui moglie la sua presunta infedeltà)?
Il diavolo, sicuramente.
Quale spirito maligno favorisce i lapsus di Monsignor Costantino (racconto n. 16), che presto diviene lo zimbello dei fedeli?
E quale forza occulta determina il guasto dell’ascensore che preserva un rientro anticipato di Antonio Rocca dallo scoprire l’immancabile infedeltà della moglie Carla?
“Il diavolo certamente”. Queste e altre storie compongono la raccolta dei racconti di Camilleri: un’antologia ispirata alla simmetria aritmetica (trentatre racconti di dimensione perfettamente uguale) con la quale l’autore si riconferma abile nell’incuriosire i suoi lettori. Opera di veloce lettura, variegata per le storie che presenta, ottima occasione per evadere anche attraverso il sarcasmo a volte macabro o leggermente irriverente.
Bruno Elpis
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Non per colpa del diavolo…
In questo libro Camilleri ci parla di persone normali del nostro tempo, dipingendo su di esse vizi e virtù della società moderna. Lo fa con 33 racconti di 3 pagine in cui ci presenta diversi casi di adulterio, dispute tra colleghi per la carriera o tra amici per idee filosofiche, ladri gentiluomini e magistrati in errore. Alla fine di ogni racconto non resta che chiedersi se a mutare le sorti della situazione ci sia stato davvero un intervento diabolico... o, più probabilmente, la nostra capacità di giudizio, quel libero arbitrio che ci permette di scegliere e a volte di sbagliare. In molte storie si nota una ricerca della felicità, seppure effimera e temporanea. Una felicità fatta di segreti e bugie, tessuta con un filo di egoismo.
La felicità è come la sabbia del mare, se non la si tiene con le dovute attenzioni, scivola dalle mani… ma non per colpa del diavolo…
Un libro non adatto a tutti per gli argomenti trattati, in alcuni casi esposti in modo troppo frettoloso.
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Le occasioni diaboliche della vita...
Sinceramente questo libro mi ha messo un po' di paura...
33 racconti che esprimono la diabolica casualità che può intervenire nella vita dell'uomo, capicollandolo in situazioni rocambolesche e a volte prive di rimedio.
Dovendo dare un giudizio e pensando all'altro libro "Circo Taddei", così sapido e divertente, il paragone non regge: in questo oltre la beffa assurda del destino interviene anche l'umana stoltezza che può aiutare il diavolo nelle sue assurde e beffarde trame.
Certo nulla può l'uomo così alle volte stolto e ingenuo contro l'astuzia luciferina, ma certamente un po' di saggezza aiuterebbe ciascuno di noi a vivere meglio. Nel raccontare i vizi e le virtù di una variegata umanità, si intende che il vivere è un'arte non comune a tutti gli esseri umani; ma se qualcuno non la conosce a fondo può anche soccombere o essere schiacciato dai suoi simili.
Questa è secondo me la lezione del libro che consiglio comunque a tutti, non aspettandosi tuttavia una lettura gradevole o rilassante, ma riuscendo comunque a colpire l'immaginario umano che a volte, purtroppo si lascia vincere dalla stoltezza.
In questi casi certamente il diavolo trova il suo maligno trionfo.Consigliato. Pur con qualche doverosa eccezione.
Non adatto, secondo me ai ragazzini.
Saluti.
Ginseng666
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Un ...diabolico Camilleri
“Scoperto l’anello mancante tra l’uomo e il libro : la Libellula”. Così recita la pubblicità mondadoriana di una nuova collana di libri, agili, di lettura non troppo impegnativa, di prezzo contenuto. Sono brevi storie (tra le prime pubblicate vi sono opere di Raffaele La Capria e Chiara Gamberale), lievi come rapidi battiti di ali ma nello stesso tempo sorprendenti e incisive. Nella collana, ecco un’opera di un grande scrittore siciliano, quel Camilleri più noto come magistrale gestore del commissario Montalbano: qui il maestro si offre alla nostra insaziabile sete di lettura con 33 brevi racconti, che lasciano sorpresi per i colpi di scena finali che suppongono, come appunto dice esplicitamente il titolo, un intervento diabolico ( non può essere che il diavolo, sembra suggerirci ironicamente tra le righe Camilleri), che si premura di fare nello stesso tempo pentole e coperchi . Gli accadimenti sono i più vari, raccontati con inesauribile fantasia e profonda conoscenza dell’animo umano : si va dalla buffa disputa tra due eminenti filosofi alle incomprensioni tra nipote e nonna culminate in una finta vincita alla lotteria, dalle bassezze cui si deve ricorre per ottenere una cattedra universitaria all’odio implacabile tra due impiegati per far carriera in ufficio, dalla figuraccia di un potente manager durante un consiglio d’amministrazione ad una variegata serie di storie in cui mariti e mogli si cornificano vicendevolmente con esiti che sembrano rimandare a famosi colpi di scena della commedia buffa dell’arte. In tutte le storie, c’è lo zampino del diavolo, che Camilleri sottintende strizzandoci l’occhio. Mentre invece, ci suggerisce ancora con l’aria paterna e consapevole del maestro a ingenui e sprovveduti scolaretti, è solo la nostra dabbenaggine ( leggi anche : stupidità, ignoranza, inesperienza) che ci infila in episodi incresciosi dall’esito a volte drammatico. Quindi niente santi se le cose si illuminano improvvisamente a nostro favore e, soprattutto, niente zampini di diavolo se le disgrazie sono alle porte : i sant’Antonio e i Satanassi sono profondamente radicati nell’animo popolare, ma vanno esorcizzati con spirito critico e buon senso. La scrittura è come al solito elegante, precisa e concreta; non c’è spazio per riflessioni moralistiche né per narcisismi letterari. Le storie sono lì, nude e crude : la lettura è piacevole ed è molto utile per riflettere sulle umane miserie, che Camilleri condisce abbondantemente con il sale della sua ironia.
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Il diavolo, certamente di Andrea Camilleri
Annidato nell’ombra, travestito abilmente, pronto a “scoperchiare” la vita: è il diavolo, certamente.
33 luciferini racconti, certamente per più di 33 altrettanti luciferini lettori…
L’inesausta creatività letteraria di Andrea Camilleri ha concepito questo ultimo libro “Il diavolo, certamente”, in cui ha dato ampio respiro alla sua feconda immaginazione. 33 racconti di 3 pagine l’uno, secondo un disegno o una numerologia simbolica rovesciata: non 666, ma 333 perché - citazione di Camilleri - è meglio avere a che fare con mezzo diavolo che con uno intero.
Nella nota alla fine dei racconti, l’Autore dice di sapere benissimo che esiste un film di Robert Bresson che in Italia è stato intitolato Il diavolo probabilmente … e che non ha nessuna remora a confessare d’essersene impadronito perché è stato proprio quel titolo a fargli venire l’idea di scrivere queste brevi 33 narrazioni.
Diavolo di un Camilleri! Quasi in combutta con la Bestia ci propina questi scritti diabolici, luciferini, lo zampino del diavolo…del caso…dell’imprevisto sono sempre pronti a cogliere di sorpresa la vita, a scompigliare le carte degli eventi. Nulla è prevedibile, la sorte gioca a rimpiattino con le umane vicende e non sempre quello che desideriamo avviene per vie consuete. Mettersi nei panni di questa variegata umanità è un’impresa improba, si rischia di sprofondare nel buio dell’imperscrutabile. I racconti sono congegnati all’interno di un meccanismo pressoché perfetto, i personaggi manovrati con arte e maestria sbalorditive: una rappresentazione sinistra di tutto ciò che alberga negli animi …passioni, vizi, desideri, vendette, perfidie, ma anche slanci, generosità e altro.
Fanno da cornice a tutta la raccolta, il primo e l’ultimo racconto, entrambi sono due riflessioni filosofiche che diventano l’anello di congiunzione di tutta la trama narrativa; nel primo il ricorso all’iperbole, ai paragoni supremi, ai complimenti stratosferici verso un avversario, non sostenuti da un’efficace ironia, fanno prendere per autentico il contenuto e quindi invece di una stroncatura risulta un elogio sperticato. Nell’ultimo una discussione filosofica tra due amici si trasforma in un duello argomentativo all’ultimo spasimo sulla discussa dimostrazione della verità (???????).
Ed ecco aprirsi il sipario e su un fondale grigio recita un’umanità invereconda in cui si disvelano abissi interiori: un prefetto perfetto e di cristallina onestà sente riaccendersi una giovanile passione amorosa, un partigiano, tradito dall’irrompere di memorie e sentimenti, tradirà dei suoi compagni. Un ladro d’appartamenti diventa ladro gentiluomo, un bambino dodicenne ordisce freddamente una vendetta famigliare, il monsignor, venerato come un sant’uomo dai fedeli, a causa di un refuso tipografico la sua integrità morale viene deturpata per sempre, il tacco spezzato di una scarpa segna la fine di una relazione, ma è galeotto di una nuova…Tante donne concupiscenti, mogli tradite e che tradiscono a loro volta, amanti di troppo, segretarie che custodiscono segreti…insomma molteplici sfaccettature di personalità e situazioni, a volte paradossali o assurdamente verosimili, sono sinonimi di una realtà che spesso sta davanti ai nostri occhi e non vogliamo decifrarla nella sua crudezza. Il male è spesso motore dell’agire umano, si annida e si manifesta nelle forme più subdole; è un demone che s’insinua nelle menti dei personaggi e come un tarlo scava e corrode i loro pensieri, Camilleri è stato in un certo senso demoniaco a cercare le combinazioni più bislacche, a far incrociare destini, ad architettare incontri: il caso, qualcosa d’incredibile, d’irreale. E se era accaduto doveva ben significare qualcosa.
L’attualità nella sua drammaticità è uno dei temi presenti, con la crisi economica, le difficoltà aziendali, lo spauracchio della rovina, i licenziamenti, l’impossibilità di trovare lavoro...Ho letto da qualche parte che l’inferno riesce meglio del paradiso; queste fulminanti e nere e amare storie in cui la verità si colora di menzogna e viceversa si avvalgono dello stile ineguagliato di Camilleri, così netto e deciso, con sottesa ironia, come scriverebbe lui, profusa a tinchitè ( a iosa), mai pesante e tedioso, sempre insita quella speciale leggerezza di linguaggio che lo contraddistingue.
Un’altra piacevolissima occasione di lettura.