Narrativa italiana Racconti Il catalogo delle amiche
 

Il catalogo delle amiche Il catalogo delle amiche

Il catalogo delle amiche

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Dieci ritratti di "amiche" tracciati in punta di penna e innocente perfidia: tic, manie, comportamenti (spesso al limite dell'assurdo), falsità, piccole ipocrisie. Dieci donne, dieci caratteri, dieci amiche che coltivano il vizio, tutto femminile, di amare troppo e di non amarsi abbastanza. Un reticolo di storie e di caratteri in cui ogni lettrice (e ogni lettore) riconoscerà almeno una parte di sé.



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Il catalogo delle amiche 2015-10-21 14:58:13 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    21 Ottobre, 2015
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Dieci ritratti

Dieci ritratti di donne, le amiche, costituiscono questo libro di Isabella Bossi Fedrigotti. Sono rappresentate nella loro caratteristica più saliente, in ciò che è più prorompente della loro personalità. Così c’è quella che da il meglio di sé quando la casa va a fuoco, o comunque quando c’è un incidente; c’è chi è nata per servire e ne è orgogliosa, c’è addirittura quella che ormai non più giovane è quasi rassegnata all’idea di non sposarsi più. Non credo che si tratti di amiche della narratrice, ma sono degli emblemi di personalità femminili che non è raro incontrare, ognuna delle quali ha pregi, ma soprattutto difetti e anche i pregi possono diventare difetti quando vengono platealmente ostentati.
Intendiamoci, non è che Cristina, Ludovica, Stefania, Amelie, Francesca, Emanuela, Renata, Margherita, Fabrizia ed Emilia siano esseri riprovevoli, è che ognuna ha una spiccata personalità che, a seconda dei punti di vista, può caratterizzarle in bene o in male. Del resto si sa quanto sia più disponibile a fare un’analisi spietata una donna, soprattutto quando il soggetto è femminile, ma in Isabella Bossi Fedrigotti non c’è malevolenza, anzi, grazie anche a un’ironia di sottofondo, si trova un affetto sincero nei confronti di questi personaggi che sa così ben descrivere con la sua consueta scrittura elegante e fluida. A voler trovare un difetto in questo libro non è facile, però, questa volta, come mai era accaduto in altri suoi lavori, Isabella Bossi Ferdrigotti pare motivata più che altro a soddisfare le esigenze di una lettrice, piuttosto che di un lettore, senza tuttavia mai dare l’impressione di aver voluto spettegolare. Questo non rientra nelle sue abitudini, tesa invece a rappresentare situazioni e vicende che universalmente possano interessare. Forse questo mio rilievo dipende dal fatto che sono un uomo e che pertanto con non poche difficoltà cerco di entrare nella complessa psicologia femminile. Ci sono certi personaggi di cui sono riuscito a comprendere meglio lo scopo della narratrice, mentre per altri mi è rimasto qualche dubbio. Lungi dall’essere una prosa rosa e quindi frivola qui, a riflettere bene, c’è invece sempre della sostanza, costituita dal personale dramma di vivere che accomuna uomini e donne, ognuno secondo il suo sesso e le sue caratteristiche.
Tuttavia, non credo di sbagliare dicendo che si tratta di un libro minore nella produzione della scrittrice, per lo meno rispetto a opere di grande rilievo come Casa di guerra e, soprattutto, Di buona famiglia; in ogni caso, e ritengo opportuno evidenziarlo, la lettura risulta sempre gradevole, grazie anche a delle vere e proprie chicche, come nel caso della prima del catalogo, Cristina, una donna che si fa in quattro in occasione delle disgrazie altrui e che, quando colpiscono il marito di un’amica, si presta a soccorrerlo anima e corpo, con una salutare ginnastica erotica.
Da leggere, quindi.
.

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Casa di guerra e Di buona famiglia, entrambi di Isabella Bossi Fedrigotti
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