I miracoli di Val Morel
Letteratura italiana
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Santa Rita pensaci tu
"C'è da prenderlo a schiaffi,e un giorno forse lo farò".
Questo è quello che scriveva Indro Montanelli nella prefazione
di quello che si rivelò l'ultimo capolavoro dell'amico Dino Buzzati prima della morte sopraggiunta il 28 gennnaio 1972,naturalmente gli schiaffi erano sfottò fra "bischeri" che si volevano bene.
Questo testo che la Mondadori ristampa dopo trent'anni dalla prima pubblicazione della Garzanti,novembre 1971, fu realizzato quasi per caso. Un gallerista d'arte,Renato Cardazzo, che esponeva a due passi dalla Fenice a Venezia commissionò una serie di quadri a Dino Buzzati,dovevano essere trenta, raccontare una storia che si sviluppasse dal basso verso l'alto lungo i tre piani che componevano la galleria. A Dino Buzzati venne l'idea di dipingere degli ex voto che avessero per tema i miracoli di Santa Rita da Cascia.Ma perchè il grande scrittore che si definiva "non credente" scelse questa forma d'arte? Lo sintetizza in buona parte Lucia Bellaspiga nella postfazione:"il legame profondo con le storie del Bellunese,leggende ricche di suggestioni nordiche,intreccio di fede e superstizione (...)che avevano affascinato Buzzati bambino,l'aver frequentato le cappelle votive di cui è ricca la zona del Piave che ospitano ex voto popolari misteriosi e naif,ma soprattutto perchè con queste tavole la sua fantasia poteva scatenarsi senza mai essere blasfema o irrispettosa". Dino Buzzati nell'intera sua opera dai "Tartari agli Orsi siciliani"ha raccontato quello che sente l'anima travagliata di un uomo che è alla ricerca di un Dio. In questo testo Buzzati finge di trovare un vecchio manoscritto nella biblioteca paterna, in esso in un italiano approssimativo si raccontano i miracoli di Santa Rita legati ad un santuario che si troverebbe vicino Limana nella Valbelluna. Dino Buzzati incuriosito, si recò in Val Morel,ma con sua sorpresa sia il parroco che gli abitanti negarono l'esistenza di un simile santuario.Buzzati non si diede per vinto,alla fine di un percorso, che definiremmo di trekking, fra le montagne giunse nei pressi di un cappella votiva dedicata a Santa Rita, il custode era un certo Toni Della Santa che da generazioni dipingeva ex voto per tutti coloro che dalla Santa di Cascia erano stati miracolati, il manoscritto si scoprì che era stato scritto dallo stesso custode e inviato al vecchio Professor Buzzati per un parere. Lo scrittore e l'artista si salutarono cordialmente, ma dopo la guerra,Buzzati tornato in Val Morel non troverà nè cappella,nè custode,ancora una volta sarà assalito dal dubbio di aver vissuto solo un sogno.