Ho fatto nascere gli animali
Letteratura italiana
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Batu, un gattino birichino, Golda. La Natura.
Quella che ci viene descritta da Silvio Marengo è una prospettiva diversa della professione di veterinario ma soprattutto della realtà animale. L’autore, con questo suo libricino, ci rende partecipe di alcuni degli aneddoti che ha avuto modo di raccogliere negli anni; racconti che, come premette il veterinario, seppur fantasiosi non sono invenzioni ma semplicemente verità.
Caratteristica peculiare del romanzo è che il mestiere di veterinario non ci viene descritto semplicemente nell’ottica del classico ambulatorio con gli “ordinari” pazienti in visita (tra i quali spiccano senza dubbio mici e cani), bensì anche dal punto di vista della realtà di provincia, habitat dove l’uomo generalmente non riveste i “panni” di medico poiché le bestie non richiedono tale assistenza. Non vi è fretta nelle parole di Merengo, sono i ritmi lenti della campagna – dove lo spazio alla chiacchierata e all’intimità psicologica tra “cliente e professionista” si afferma con tutta la forza essendo immune alla fretta ed agitazione della verità cittadina – quel che lo scrittore ci mostra con maggiore chiarezza.
L’opera è narrata in prima persona ed è evidentemente costituita da aneddoti; tanto ricchi di gioia quanto di dolore. Con una forma semplice, spontanea e ricca di ironia, l’autore non manca con qualche citazione dialettale di offrirci il ritratto di Cuneo e dei suoi abitanti. Dinanzi a situazioni che possono leggersi nel romanzo, facile è stupirsi della praticità con cui questi uomini sono capaci di affrontare circostanze per le quali ordinariamente chiunque interpellerebbe immediatamente il professionista medico, così come in altre occasioni non è difficile restare basiti dinanzi alla eccessiva semplicità di questi dinanzi a vere emergenze, urgenze tali che spesso hanno conseguenze nefaste sul piccolo paziente.
Merengo ci insegna la vera essenza della natura. Noi umani siamo abituati a ragionare sempre e soltanto da un punto di vista: quello egoistico. Ci fa notare che il veterinario può provare ad intervenire ma non sempre l’ingegno può avere la meglio sul decorrere della malattia. Ma non è una sconfitta, non è altro che il regolare corso della vita, la morte ne fa parte ed è inevitabile.
Il libro si concentra soprattutto sul momento della nascita nel mondo animale (non poteva scegliersi titolo più giusto) affronta parti di cagnolini, micini, ma anche struzzi, scrofe, cavalli, asinelli, caprette, pecore e via dicendo, e nonostante spesso crude siano le verità che leggiamo, l’affacciarsi alla “porta del mondo” non è mai offuscato dalla tristezza bensì è sempre un momento di gioia.
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Secondo Natura
“…Se dico che la Natura è dura, intendo dire che è il contrario di tenera…Perché noi ragioniamo scioccamente sempre e soltanto dal punto di vista nostro egoistico.”
Questa è la grande lezione che Silvio Marengo, veterinario e scrittore, ha dovuto imparare in tanti anni di mestiere a contatto con gli animali e con le imprescindibili priorità della Natura, e questo è ciò che ci trasmette nel suo ultimo libro. Il veterinario non può far altro che assecondarne le leggi, intervenendo con la propria esperienza là dove l’ingegno umano ha escogitato un qualche sistema per agevolare il corso naturale delle cose. Ma spesso deve arrendersi, e non lo vive come una sconfitta, perché, come ha detto l’autore, “la morte fa parte della vita.”
Questo diario è dedicato prevalentemente al momento della nascita nelle varie specie del mondo animale, e si rivela poetico a dispetto delle crude verità che racconta. L’affacciarsi di una nuova vita è sempre un momento magico, perché ci tocca tutti e riguarda ognuno di noi. Un esserino si affaccia alla “porta del mondo”, come Silvio Marengo definisce spesso quella che per Courbet era “L’origine du monde”, ed è inevitabile che vada a interferire con gli equilibri del suo microcosmo, e attraverso i collegamenti esterni che ha ogni componente di esso, con il mondo intero.
Lo stile è sobrio, una parlata appena più raffinata, come è giusto che sia, come è “naturale”.