Narrativa italiana Racconti Gli scorridori infernali
 

Gli scorridori infernali Gli scorridori infernali

Gli scorridori infernali

Letteratura italiana

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Questa è la storia dei terribili fatti di sangue che sul finire dell’Anno del Signore 1475 sconvolsero il contado bergamasco. Le cronache del tempo narrarono fatti misteriosi e di tal segno quali mai si videro: l'inferno sembrò aprire le sue porte e le campagne sonnolente vennero battute da demoni infernali. Chi sono le misteriose creature che la notte di Ognissanti si aggirano nei dintorni del castello di Malpaga seminando panico e morte? Riuscirà il Capitano di Terra della Serenissima Repubblica, Bartolomeo Colleoni, aiutato da Costanzo da Gandino, frate e suo fedele amico, a fermare questa diabolica serie di delitti? Lasciatevi condurre per mano attraverso le nebbie di questo Autunno del Medioevo per scoprire che ogni cosa non è in realtà ciò che sembra.



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Gli scorridori infernali 2010-01-23 20:12:43 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    23 Gennaio, 2010
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Un thriller medievale

"Racconto secondo classificato alla quinta edizione del Premio letterario “Tabula Fati” 2007."




Sono gli ultimi anni del Medioevo e già il Rinascimento, con la riforma di Lutero, bussa alle porte del tempo. Tuttavia l’epoca storica, prima di finire, ha gli ultimi guizzi di quell’oscurantismo che in parte l’ha contrassegnata, con fatti straordinari, da inferno in terra, nei possedimenti bergamaschi della Serenissima. Morti misteriose, senza una precisa logica se non quella della violenza, si susseguono, con vittime che sembrano frutto della casualità. Più che opera di esseri umani si ha l’impressione che la ferocia dei delitti sia più ricollegabile a bestie, o meglio ancora a uomini-bestie, secondo i canoni tipici della “Caccia Selvaggia”, o della “Katertempora”, comunque la si voglia chiamare.
Questa serie impressionante di fatti di sangue si svolge nel feudo del vecchio Bartolomeo Colleoni, il grande condottiero, Capitano di Terra della Serenissima Repubblica Veneta, e nel suo castello di Malpaga giunge Gaspare Barbarigo, su incarico del Doge, per svolgere le indispensabili indagini.
Benché la vicenda si svolga nello spazio ristretto di un racconto, l’autore è riuscito a condensare notevolmente la narrazione, così da essere completa, esauriente e appassionante nelle sole 40 pagine del libro.
Premetto che l’aspetto “horror” dell’inizio poco a poco sfuma in un thriller la cui soluzione, peraltro logica, si ha, come si conviene, solo alla fine, in una specie di duello tacito fra il colpevole e un rappresentante della fede, più portato alla stringente razionalità che alla superstizione, propria invece di un popolino terrorizzato da eventi inspiegabili.
Per quanto ovvio non anticipo nulla, al fine di non togliere il piacere della scoperta che conclude degnamente un racconto ben scritto e dove i caratteri dei protagonisti emergono pagina dopo pagina, portando alla considerazione, tema anche di altri scrittori, che sovente le persone non sono quel che sembrano e che quindi anche la verità ha molte facce, tanto da non essere mai assoluta.
La lettura, assai piacevole, è quindi senz’altro consigliata.

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