Fino al mattino
Letteratura italiana
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Undici racconti per undici storie
Un bosco in pieno inverno.
Il leggero crepitio della neve fresca sotto gli scarponi, il respiro che si condensa in nuvolette di vapore. Il silenzio è tanto e tale che, se si è capaci di ascoltare, si può diventare tutt’uno con ciò che ci circonda. E iniziare a ricordare.
Ricordare i tempi in cui sognare era così bello, in cui tutto passava perché si era in compagnia, in cui ci si sentiva parte di qualcosa, in un mondo fatto prima di tutto di persone: da amare, da ammirare, da sostenere.
Fino al mattino è questo: un punto d’osservazione privilegiato sulla vita, i pensieri, le emozioni di un ragazzo in cerca della propria identità, del modo “giusto” di vivere i rapporti, della felicità che gli è incolpevolmente scivolata fra le dita; undici racconti per undici storie che hanno qualcosa in comune “con l’urgenza dell’amore e l’inevitabilità del destino, e che nascono dalla sofferenza impaziente e inquieta che anima la giovinezza”, il tutto redatto in uno stile limpido e accurato, che a tratti trasfigura in poesia.
E sullo sfondo i cuori, i gesti, le voci di un popolo da sempre costretto a fare i conti con la dura realtà della vita contadina, che ha scelto per sé un solo imperativo: ripartire sempre, senza dimenticare mai.
Un’opera prima profonda, coinvolgente, toccante, con acuti squillanti (Il Divo, Ritornare, Una Bella Giornata) e la rara capacità di mettere a proprio agio il lettore fin dalle prime battute, proponendogli un percorso di maturazione in cui riconoscerà in ogni singolo personaggio un gradito compagno di viaggio.