Esploratori perduti
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Uomini temerari
Esploratori perduti è un opera che si allontana dal genere romanzo per assumere i connotati del saggio.
Un saggio di elevatissimo livello contenutistico e stilistico, un saggio veramente di ottima fattura.
Il professor Mazzotti non si rivolge solamente agli addetti ai lavori,ma a tutti coloro che abbiano la voglia e la curiosità di approfondire una pagina poco conosciuta della nostra storia; ossia la storia delle esplorazioni a cavallo tra '800 e '900.
Una storia rimasta avvolta nella nebbia, una schiera di uomini coraggiosi e temerari che affrontarono pericoli, disagi, malattie, incidenti in nome di una passione travolgente per la scienza, per la botanica, per la zoologia, per l'antropologia.
Tanti furono i naturalisti italiani che intrapresero viaggi nelle zone più inesplorate del pianeta, dal Borneo al Corno d' Africa, dall' Amazzonia alla Siberia e all'Alaska.
Ad attenderli, terre inospitali a causa del clima, della conformazione geografica, delle popolazioni indigene a volte poco inclini a socializzare e infine dei gravi morbi tropicali e non, contratti strada facendo.
Eppure l'amore nutrito da questi uomini, talvolta unito all'incoscienza, per la loro missione, li spinse ad andare avanti in nome di ideali sentiti con ardore profondo.
Erano gli anni che videro gli albori degli studi scientifici e della ricerca ed ognuno era mosso dalla voglia di contribuire a scrivere un pezzetto della storia naturalistica ed etnografica del mondo.
Col senno di poi sono storie che stupiscono noi, uomini del terzo millennio, nati e cresciuti coccolati dalle comodità e dalla tecnologia. Saremmo disposti oggi ad affrontare tanti sacrifici ed il costante pericolo della vita per portare a casa dei reperti, per contribuire allo sviluppo della scienza?
Seppur mossi da qualche tornaconto economico, in queste pagine si incontrano dei veri eroi; vincenti o sconfitti, esultanti o afflitti.
Dopo aver affrontato questa lettura, approcceremo diversamente la visita ad un qualsiasi museo di storia naturale; cammineremo tra le teghe contenenti vegetali e animali con la maturata consapevolezza di quanto costò in termini di sacrificio la raccolta e la catalogazione di tutti i campioni esposti, facendo volare inevitabilmente il nostro pensiero a tutti i connazionali esploratori di cui talvolta conosciamo il nome per averlo letto sulla segnaletica di qualche strada cittadina, ma ignorandone l'importanza delle imprese.
Una lettura che fa crescere e che regala uno spaccato storico di notevole interesse, una lettura che riporta dati dettagliati delle spedizioni, una lettura a tratti molto tecnica e documentaristica in linea con lo scopo che vuole ottenere l'autore, ossia quello di aprire la porta della scienza naturalistica anche al popolo dei non addetti, senza tuttavia tralasciare una ricostruzione accurata dell'argomento, avvalendosi anche di citazioni tratte dai diari di viaggio dell'epoca.