Narrativa italiana Racconti Dritto al cuore
 

Dritto al cuore Dritto al cuore

Dritto al cuore

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Molti potranno pensare che sia di cattivo gusto pubblicare racconti di morti, delitti e misteri a favore dei bambini, ma abbiamo voluto indirizzare l’antologia non a chi conosce e vive l’Ospedale Bambino Gesù, ma ai lettori accaniti di un genere che non ha età. Non ci interessa che siano i genitori dei supereroi ad acquistare una copia di Dritto al Cuore, ma speriamo che siano soprattutto i lettori che non hanno idea di cosa significhi vivere mesi e anni nell’attesa che la medicina risponda a silenziose domande di speranza.
(dall’introduzione di Sira Terramano)



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Dritto al cuore 2014-08-03 21:19:10 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    03 Agosto, 2014
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Dedicato

La raccolta viene proposta come “antologia del mistero, del grottesco e della follia”.
Andrea G. Pinketts nella prefazione ricorre all’immagine di “perle predisposte a diventare girocollo e ruota panoramica da Luna Park”, asserendo che “se scrivi di cuore hai un fine, non una fine”.
Le ragioni del mio entusiasmo per quest’opera – entusiasmo che motiva i voti attribuiti – sono vari: la finalità benefica (il ricavato sarà devoluto al progetto “Mettici il cuore” dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma) e la mia partecipazione con un racconto che, considerato il tema, voglio dedicare ai q-amici che con me condividono la passione per la lettura...
Questo è il link dell’opera http://www.galaadedizioni.com/dritto-al-cuore/, che contiene anche un racconto di Carlo Lucarelli.

LA STRAGE

Varcai la soglia con il desiderio insano di fare razzia.
Il profumo del luogo mi assalì ed ebbe lo stesso effetto che l’odore aspro del sangue esercita sullo squalo affamato.
Posai una mano sulla tasca interna della giacca. Mi rassicurò l’oggetto solido che si offrì al tatto. Era garanzia di riuscita, premessa necessaria per il buon esito dell’incursione.
Mi aggirai in corridoi e cunicoli, tra pareti verticali che parevano totem variopinti.
Accarezzai i bersagli potenziali. Li toccai tutti con voluttà sfrenata. Avrei potuto sentirmi soddisfatto soltanto possedendo le suadenti forme che stimolavano ogni senso.
Ammirai la bellezza cromatica di un mosaico di immagini.
Presenze e corpi, effigi e rappresentazioni sfilavano dinnanzi, inebriandomi.
La prepotente voglia di compiere la strage esigeva sfogo immediato. A nulla valse la musica che la filodiffusione irradiò nell’aria satura di aromi emanati dalle vittime. Le parole d’amore della canzone più in voga non placarono l’istinto, né ammansirono il mio spirito ruggente, disposto a tutto.

Il loro numero aumentava di minuto in minuto.
Li avevo individuati e selezionati accuratamente.
Perentorio, li avevo costretti a seguirmi.
Li avevo fatti miei con un unico, minaccioso gesto.

Quando conclusi la spedizione, mentre fuggivo dal luogo di perdizione, la sirena dell’allarme dispiegò un lancinante suono che prevalse su ogni vocio e ruppe l’incanto.
Ma fu l’occasione per ammirare nuovamente il fascino delle mie prede.
All’ingresso della libreria, con la fierezza del serial killer, mostrai all’addetto della sicurezza ciascuno dei venti libri che avevo acquistato.
Senza la minima ombra di rimorso, ancora una volta, avevo dato sfogo alla mia passione compulsiva: acquistare libri che in pochi giorni avrei divorato con l’appetito del cannibale…

Bruno Elpis

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