Donne
Letteratura italiana
Editore
Recensione della Redazione QLibri
Chi piu' ne ha, piu' ne metta
Non chiamiamoli racconti, chiamiamoli momenti.
Momenti di passato remoto o recente, ma sempre e solo orientati nella medesima direzione: quella delle donne.
Donne in carne e ossa certo, donne realmente incontrate sicuro, ma non solo. Del resto nel cuore di ogni lettore compulsivo, si tratti di uno di noi o del qui presente Andra Camilleri , quante donne sono racchiuse, scovate nei meandri delle righe. Dei romanzi, dei libri di storia.
Una raccolta di brevi capitoli, ognuno porta il nome della sua protagonista.
Antigone, come quella ragazzetta siciliana che di fronte all'omicidio senza giustizia del padre e del fratello, senza enfasi, senza mutare il tono di voce afferma che la resa dei conti ci sara', per mano sua. E la determinazione di Antigone non concede spiragli al dubbio.
Desideria, bella come poche e assorta in un mondo sconosciuto, che non ha desideri se non quello di avere un figlio.
Nefertiti, il cui busto al Cairo lo ha stregato, il fascino di una regina non regina e quelle piccole invisibili rughe scolpite attorno agli occhi che lei non ha voluto cancellare, la consapevolezza della bellezza. Fugace.
Ninetta l'anonima, che parla con gli occhi, sgobba con la schiena e aspetta. Aspetta che finisca la guerra, aspetta che cada il fascismo, aspetta la grazia. Poi il tempo passa e arriva il 1961, Ninetta che non aspetta piu', sorride.
Trentanove nomi per trentanove donne, raccontate con una penna frizzante e leggera, a tratti spiritosa e a tratti commovente, il carattere autobiografico incuriosisce e alletta in una sorta di memoir tutto al femminile di questo ottuagenario inarrestabile. Se poi qualcuna se l'e' solo immaginata, questo e' un romanziere, se non tutto molto gli e' concesso.
Un volume estremamente scorrevole e di piacevole intrattenimento, piuttosto originale nel suo genere, di tutto un po' la provenienza femminile e' priva di confine tra gioco e passione, amore e ammirazione, nella storia di un uomo quante donne sono passate.
Buona lettura.
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Opinioni inserite: 5
Tante facce di Donna
Ritengo che Camilleri sia uno dei più grandi autori italiani viventi; ovviamente sono innamoratissima dei libri di Montalbano, gialli ben costruiti che non mancano di mostrare l'immane cultura dell'autore, nella letteratura, nell'arte, nell'attualità. Uscendo da questa serie famosissima, altri scritti, gialli e non, sono a volte difficili da leggere, soprattutto quelli ambientati nel passato, principalmente per la lingua siciliana troppo influente e poco comprensibile. Mentre alcuni di questi ultimi ho dovuto abbandonarli, di altri, lì dove l'autore ha scelto di non usare il dialetto, ho sempre apprezzato le caratteristiche particolari, lo stile, la profondità e questa volta non è stata da meno.
Nel libro sono raccolte storie di donne, persone reali che Camilleri ha incontrato nella sua vita o di cui ha sentito raccontare, eroine della letteratura e della storia i cui tratti si ritrovano nelle donne di oggi, del passato e del futuro.
Ogni capitolo è dedicato ad una di queste figure, è quindi di poche pagine e si legge rapidamente. Ovvio che c'è quello che appassiona, quello che non dice nulla di particolare, la donna che odi e quella che ammiri ed è giusto sia così.
E' molto bello che in questo momento storico, in cui la donna ha acquisito tanti diritti ma che troppo spesso viene ancora privata delle sue libertà, quando non della sua vita, si dedichi un libro intero a coloro che, piaccia o no, portano avanti il mondo. Ed è ancora più bello che a farlo sia un uomo, un uomo del sud, nato e cresciuto in una regione dove ancora, purtroppo, c'è molta supremazia di genere. E' meraviglioso sentir parlare un autore colto e vivace della donna come fonte di ispirazione, punto di riferimento, insegnante di vita, compagna, amica, guardandola con tenerezza, amore, ammirazione e soprattutto rispetto.
Ancora una volta un grande merito ad uno scrittore con la S maiuscola, uomo che, per quanto al passo con il nostro, non smette di essere un cavaliere d'altri tempi.
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Un libro banale
Da un po’ di tempo non mi ritrovo con Andrea Camilleri; prima ho dovuto lamentare quel suo marcato ricorso a un siciliano italianizzato che mi ha reso ben poco comprensibile la raccolta di racconti Le vichinghe volanti e altre storie d’amore a Vigata, ora esco scontento dalla lettura di quella che un po’ impropriamente si può definite un’altra silloge di narrativa, cioè Donne. Questa volta sulla facilità di capire non esiste il problema, poiché il libro è scritto in italiano, ma quello che non mi ha soddisfatto è il contenuto. Cercherà di spiegarmi meglio: Camilleri ha fornito il ritratto di 39 donne, alcune realmente vissute e credo invece altre solo immaginate. Si va da dall’eroina dell’Orlando furioso a Giovanna d’Arco, da infatuazioni giovanili alla Desdemona dell’Otello. In tutti i casi lamento una certa banalità che non è mai stata propria dell’autore e che invece nel caso specifico è dominante. Non vorrei che valesse anche per Camilleri quanto a suo tempo accadde a Jack London, che fece a lungo la miseria, vedendosi respinti i manoscritti dagli editori e che quando finalmente incontrò il successo lamentò che gli avrebbero pubblicato qualsiasi cosa, anche la più scadente. Ora, non ho nulla da dire sugli intenti dell’opera in questione, ma sulla sua realizzazione, perché mostrare l’universo femminile non è certo facile e avrebbe pertanto meritato ben altra attenzione. Invece si ha l’impressioni di trovarsi di fronte a dei temini ben confezionati, che però di artistico hanno ben poco o addirittura nulla. Francamente, in questo profluvio di Elvire, di Nefertiti e di Ramona, invece di accelerare la lettura per scoprire piacevolmente nuove protagoniste, mi sono affrettato, in preda alla noia, per arrivare al termine.
È un peccato che questo scrittore, che ho tanto amato, si accommiati da me lasciandomi l’amaro in bocca. Vorrà dire che mi sforzerò di dimenticare queste due ultime letture, al fine di mantenere un più che positivo ricordo di tanti altri suoi libri che ho letto invece con vero piacere.
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Scarabocchi letterari
ll libro, a mio modesto avviso, è proprio da quattro soldi, sia per stile che per contenuti.
Di sicuro, non vale i 13 euro del prezzo di copertina.
Si tratta, in buona sostanza, di scarabocchi letterari, frammenti sparsi di memorie, racconti ascoltati da altri o inventati più o meno consapevolmente. In questo caso, però, la fantasia rende un pessimo servizio alla realtà.
“Quell'enigma irrisolvibile che è la donna” si risolve, per Camilleri, in un elenco in ordine alfabetico di nomi o nomignoli femminili, e a parte qualche passaggio gradevole, tipo il ricordo della nonna materna o del primo amore, o qualche interessante riferimento erudito, il resto ha tutta l'aria di scarti di lavorazione: excursus storico-letterari semplicistici e noiosi e un universo popolato soprattutto da “femmine da letto”. Aspetto, quest'ultimo, che potrebbe ancora andare bene, se non fosse narrato nei termini più insulsi e banali.
Consigliato solo a quelli che dello scrittore siciliano leggerebbero anche la lista della spesa.
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Donne reali, donne immaginate
Situando quest’opera nel percorso “eros”, tra le tante figure di “Donne” proposte da Andrea Camilleri con il nobile intento di ritrarre la versatilità delle dimensioni femminili (“Questo libro è un parziale catalogo delle donne, realmente esistite nella storia o create dalla letteratura, e di altre che ho conosciute e di altre ancora di cui m’hanno raccontato…”), assumerò come campione rappresentativo del libro non già le figure letterarie o mitologiche (come Elena di Troia: “Le tre dee si presentano al primo concorso di bellezza conosciuto nella Storia”) o storiche, bensì quelle donne che animano per sensualità la memoria di un arzillo Camilleri.
Tipo Beatrice, promessa sposa di un amico di gioventù, al quale l’inventore di Montalbano fa un regalo di nozze piuttosto proditorio (“Ho una gran voglia di ricci. M’accompagni?”), appartandosi con la promessa sposa nella bellezza paradisiaca della Scala dei Turchi.
O la svizzera Helga, avvenente sì, ma affetta da rupofobia con la mania ossessiva per la pulizia, l’ordine e la precisione da orologio elvetico.
O Inès, conosciuta sull’aereo (“Vivo di ricatti”), alla quale lo scrittore impone di scegliere l’amante e di lasciare il marito.
Su tutte, forse, svetta Ingrid, svedese di Malmo, conosciuta a Copenaghen (“Mi sentivo tentato come sant’Antonio”) e, ahimé – nonostante il detto consigli di fare il contrario – lasciata e persa: “Ed è in omaggio alla libertà, alla spontaneità e alla pulizia morale di Ingrid che ho voluto che l’amica straniera del mio commissario Montalbano fosse svedese e si chiamasse come lei”.
E che dire di Maria, che con Andrea batte un record (“Gli storici del cinema dicono che il bacio più lungo sia stato quello del film Notorius”): “Eravamo innamoratissimi. Ma cominciai a sperimentare la gelosia… i suoi occhi. Erano specchi ustori.”
La gamma delle donne rappresentate è molto vasta e con loro lo scrittore si diletta a sfidare il detto “nomen omen” (“Chiamarla Venere significa caricarle sulle spalle una responsabilità alla quale dovrà attenersi per tutta la sua futura esistenza. Quella di essere sempre all’altezza del nome che porta”) e ad azzardare interpolazioni storiche degne della fantasia romanzesca (a proposito di Nefertiri: “Penso… da romanziere… che Akhenaton, per risolvere il problema - ndr: delle origini di Nefertiri - sia ricorso a un intelligente stratagemma: far circolare cioè la voce che una bellezza come quella di Nefertiri non potesse essere che di origine ultraterrena”).
Una rassegna in alcuni punti divertente, in altri sorniona e astuta. Nella postfazione, Camilleri si prende una riserva: “Gli incontri personali… può darsi che me li sia inventati…”
Al lettore, crederci o meno. Io sono scettico…
Bruno Elpis
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Una carrellata di ritratti al femminile
Camilleri, in questo nuovo libro interamente dedicato a figure femminili, rende omaggio ad una lunga serie (ben 39) di donne, elencate in rigoroso ordine alfabetico, nei confronti delle quali si sente debitore di un ricordo, un approfondimento, una commossa rievocazione. Sono figure che emergono da esperienze della sua lunga vita, dalla letteratura, dalla storia, figure emblematiche che hanno suscitato l’interesse e la curiosità dell’Autore, sempre pronto a delinearne le vicende con commossa partecipazione. Ed ecco sfilare in questa lunga carrellata famosi personaggi storici, dalla enigmatica regina Nefertiti a Giovanna d’Arco, da Bianca Lancia moglie di Federico II ad Angela Balabanoff, incontrata da un giovane Camilleri per caso in un caffè di Roma, ormai molto in là negli anni, mémore del suo avventuroso passato e dell’amicizia di Lenin (…un’onestà ferrea, un angelo feroce…) ed all’imperatrice Teodora, un personaggio discusso dalla doppia vita (come narrato nelle Storie di Procopio da Cesarea). E poi ancora figure della letteratura, con particolari citazioni per la Beatrice Portinari idealizzata da Dante e per la grande editrice palermitana Elvira Sellerio, amica e mentore di Camilleri. Non mancano stelle del cinema d’altri tempi ( la famosa diva Louise Brooks) e personaggi teatrali celebri ( Winnie e Willie, tratti da Giorni felici di Becketts, e Yarma, la famosa mendicante immortalata da Garcia Lorca). Ma dove Camilleri dà il meglio di sè è nella rievocazione di donne della sua gioventù o incontrate per caso nel corso della sua vita : la nonna Elvira Capizzi, che parla agli animali assegnando loro tanto di nome e cognome, e incanta il nipotino con Alice ed il suo paese delle meraviglie. l’imprenditrice Inès, compagna di viaggio da Rio a Roma, la danese Ingrid che svela a Camilleri un mondo nuovo e inconsueto durante uno stage su Pirandello a Copenhagen, e che l’Autore rievocherà nella figura dell’amica nordica del commissario Montalbano, Maria. Il primo amore adolescenziale ed il suo primo, interminabile bacio durante un viaggio in corriera, Pucci, la disinibita nobildonna che rivelerà d’un botto con atteggiamenti e parole scurrili “l’altro volto della noblesse”, Quilit, la studentessa brasiliana dal buon cuore…. Con Segnali di fumo, Donne resta a mio giudizio, oltre alla ormai consolidata serie dell’immortale commissario Montalbano, una delle opere più godibili dello scrittore siciliano, innamoratissimo delle donne, di cui sa cogliere sempre con grande maestria l’intelligenza del cuore, la semplicità e la purezza dei sentimenti.