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Tre maestri della narrativa contemporanea raccontano la droga che più a fondo ha segnato la società dagli anni Ottanta a oggi. Massimo Carlotto torna a raccontarci il Nordest dei piccoli e grandi intrecci criminali attraverso la lente originale dell'ispettore Campagna, poliziotto ribelle, chiamato a sgominare una banda di trafficanti di cocaina. Gianrico Carofiglio compone una storia tragica e avvincente di perdizione e riscatto, che ha in un amore «folle», segnato dalla droga, il suo punto di non ritorno. Tra narcos messicani, giovani geni della finanza laureati alla Bocconi ma al soldo della 'ndrangheta, nuovi ricchi e balordi di periferia, poliziotti di strada e finanzieri, Giancarlo De Cataldo ci svela una Milano livida, strangolata da un'economia fondata sulla droga e sull'illegalità.



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Cocaina 2015-07-27 16:49:25 mariaangela
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    27 Luglio, 2015
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UNO DUE TRE...COCA!

Tre scrittori, un solo tema comune, costruiscono storie per parlarne, per rifletterci su.

E’ sorprendente come ciascuno di loro possa fornirne una interpretazione e scriverne un racconto completamente diverso da quello degli altri, per contenuti ma anche per tono della narrazione.

Li ordino partendo dal più gradevole.

GIANRICO CAROFIGLIO “LA VELOCITÀ DELL’ANGELO”
Sarà che sento Carofiglio così intimo e vicino, ma bastano poche righe, la descrizione del Caffè del Pescatore, a farmi interrompere la lettura, chiudere gli occhi e nella affollatissima metropolitana napoletana sentirmi trasportare sulla terrazza con vista sui frangiflutti e poi sul mare… a bearmi della solitudine del posto, del vento, del rumore delle onde…
Il racconto è bello e toccante, ma la dolcezza e l’intensità delle chiacchiere tra un uomo e una donna che non si conoscono, non servono solo per raccontare, sono le note musicali che ci accompagnano durante la lettura.

Un racconto breve di un fatto breve, non sulla cocaina, ma che la cocaina ha deciso di scrivere in prima persona. Con i sentimenti e tutto ciò che ne deriva.

“Rimanemmo in silenzio per qualche minuto e mi stupii di non essere a disagio.”

“In quel momento balenò un raggio di sole. Era un varco piccolo fra la massa compatta di nuvole bianche, e sembrava che qualcuno ci avesse infilato un riflettore ad angolo basso, puntato sul mare e su un paio di barche di pescatori che oscillavano in lontananza.” …

“Non correre più veloce di quanto il tuo angelo custode non sia capace di volare.”

MASSIMO CARLOTTO “LA PISTA DI CAMPAGNA”
Il racconto di Massimo Carlotto ha toni freddi, distaccati, asettici.
Sembra difficile ed è forse inutile cercare di capire chi siano i buoni e chi i cattivi.
Protagonista è l’Ispettore Giulio Campagna, uno che se ne frega di gerarchie e regole. Ma pur tuttavia bravo e onesto, non rinuncia finché non ha risolto il caso. Di lui si dice eccentrico e un po’ fuori di testa. E’ ciò che lui in fondo pensa di se stesso.
Uno disposto anche ad aiutare a risolvere un caso a un collega e a dargli tutti i meriti per fargli riguadagnare un po’ di stima di se stesso e degli altri. Insomma questo e altro è Campagna.
Un desiderio: tornare all’Antirapine.
Il caso che si trova a dover affrontare lo vede fortemente coinvolto: riguarda Roberto Pizzo “Roby”, ora spacciatore di cocaina, un tempo suo amico di giochi….ma la verità è che il bottino a cui si mira è molto più in alto e pericoloso…
Finale col botto…senza sentimento.

GIANCARLO DE CATALDO “BALLO IN POLVERE”
Voltiamo pagina e atterriamo al racconto noir d’eccellenza.
Ministorie.
Bandite le chiacchiere, zero amicizie, non pervenuta la solidarietà… pochissime pagine bastano al ministro degli esteri del Cartel de Sinaloa El Rubio a ottenere rispetto anche da noi.
E’ inutile sperare per il piccolo Felipe, è subito chiaro che non c’è spazio per i buoni sentimenti.
Vicende di corruzione e di storie che vengono gestite in “amministrazione straordinaria.” Tutto è sporco e venduto. Non c’è speranza per nessuno. Si viaggia sul filo dello squallore…e di una striscia bianca.
Emerge, -ma avevo dubbi?- la capacità dell’autore di raccontare con spietata determinazione anche le scene più tristi e crude. Per quello che sono. In fondo è solo cocaina.

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Al racconto di Carofiglio darei un 5 pieno;
a quello di Carlotto 3 e a De Cataldo 2
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Cocaina 2013-06-07 17:24:02 Marta*
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Marta* Opinione inserita da Marta*    07 Giugno, 2013
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...è ovunque...

Non conoscevo questi tre autori ma ne ho sentito ben parlare e mi sono detta: buttiamoci!!!
Beh l'atterraggio non é stato proprio soft ma neanche pessimo, giusto qualche graffio.... Mi aspettavo di meglio sinceramente. Il minimo comune denominatore della raccolta è il mondo opaco, tragico, delirante della droga, e in particolare della cocaina e del suo potere nocivo, vista e vissuta nelle sue più varie declinazioni.
Narrano differenti storie, di personaggi e intrecci che hanno a che fare, o che hanno avuto a che fare, con questa droga che ha segnato la società dagli anni Ottanta fino a oggi.


A dare il via alla narrazione c’è Massimo Carlotto con una storia ambientata nel Nord Est ed un protagonista, l’ispettore Campagna. In queste prime pagine il sentimento che emerge è l'indifferenza: l’indifferenza del poliziotto che combatte le organizzazioni criminali che sono coinvolte col traffico di cocaina e di qualsiasi altra sostanza stupefacente e le combatte senza speranza, senza un vero interesse per la costruzione di una società migliore, più pulita. Un poliziotto disilluso e arrabbiato col mondo, indifferente e convinto che il suo lavoro non servirà a niente. Va avanti più per senso di inerzia e per dovere che per passione o per pura convinzione. L’indifferenza dei colleghi, delle persone che stanno intorno al protagonista che con cinismo e noncuranza continuano a fare la propria vita. I protagonisti, sia quelli positivi che quelli negativi, sono uomini statici che contemplano il corso degli eventi senza agire e senza cambiare minimamente.

Tocca poi a Carofiglio mantenere alto il livello della narrazione e ci riesce perfettamente, meglio del collega sicuramente, con un racconto che è forse il migliore del volume: protagonisti uno scrittore in crisi da pagina bianca ed una ex ispettrice di polizia, in una trama che si fa avvincente nel dialogo, davvero ben costruito, fra i due. È il racconto di una storia segnata, anche se in modo indiretto, dalla cocaina . È una storia densa di umanità e di nostalgia, e anche di speranza. Sentimenti che erano assenti nel primo capitolo. È l'unico dei tre racconti che ha veramente una storia e non solamente un intreccio di fatti e di personaggi. È una storia che vale la pena di leggere. Il finale è aperto e lascia spazio a molteplici interpretazioni.
Se questo Carofiglio continuerà nella sua vena thriller sicuramente diventerò una sua fan.

A chiudere il volume è chiamato Giancarlo De Cataldo con "Ballo in Polvere" che ci regala una Milano nerissima, in una storia che affonda le sue radici tra narcos messicani e servizi segreti, in un giro del mondo del traffico degli stupefacenti. Mi è sembrato molto caotico : Messico, Italia, traffico di stupefacenti, 'ndrangheta, infiltrati ; tutti frullati in vari capitoli che sembrano piccoli flash di una storia che è poco lineare e abbastanza contorta seppur scritta in maniera ineccepibile.




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Cocaina 2013-05-12 17:15:12 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    12 Mag, 2013
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She don't lie, she don't lie, cocaine

Cantava così nel 1977 Eric Clapton, “lei non mente, cocaina.”
Nel 2013, più che cantare ci ritroviamo a fare i conti con la cocaina, lo stupefacente che ce l’ha fatta sull’LSD e sull’eroina, esistita da sempre è ancora sulla cresta dell’onda, a far navigare nell’oro i narcotrafficanti, a mettere a posto i bilanci degli Stati nel mondo e a far naufragare gli uomini nel baratro della dipendenza e della perdizione fino alla morte dell’anima della nostra ingegnosa e avanguardistica società. E’ illegale maledizione, eppure circola e pure tanta e il giro è fitto tra tutti noi, senza esclusione di ceto, di credo, di salotto culturale, basta un tiro e lei scalda il cuore, le menti di quanti si lasciano sedurre da un attimo di felicità, effimera crudele e ignobile morte travestita di felicità.

Da qualche mese in Italia è tornato di moda parlare della droga e della sua ignobile collocazione nella vita quotidiana, da Saviano che ha intessuto il suo ben argomentato reportage fino a tre autorevoli scrittori come Carlotto, Carofiglio e De Cataldo che lo fanno nel modo più straordinario che sanno fare, quello di raccontare storie di fantasia, piuttosto raccapriccianti, che turbano e che fanno riflettere.

MASSIMO CARLOTTO. Ci riprova con un racconto ambientato nel Nordest, nella Padova dei malavitosi con le indagini dell’ispettore Campagna. Corruzione e colpi di scena dal finale aperto che non lascia molti spiragli all’immaginazione. Un Carlotto che non ho trovato al massimo dei suoi livelli. Ma pur sempre sopraffino nell’immedesimarsi in quei contesti che ritraggono uno spaccato poco conosciuto dell’ illegalità.

“Era proprio vero che la droga la sniffavano tutti, ricchi e poveri, laureati e ignoranti. Ma erano le aspettative che facevano la differenza.”

GIANRICO CAROFIGLIO. Credo che abbia creato uno dei più eleganti dialoghi col suo racconto “La velocità dell’angelo.” Scritto divinamente, con pathos e trasporto narra la storia di una donna intelligente che si lascia sedurre dalla perdizione, dalla follia nel nome della droga. Il più bello di tutta la raccolta.

“Non correre più veloce di quanto il tuo angelo custode non sia capace di volare.”

GIANCARLO DE CATALDO. In poche pagine ha racchiuso una rocambolesca storia che vede protagonisti un bel po’ di narcotrafficanti che hanno le loro reti di smercio in tutto il mondo, dalle piantagioni in Messico dei “campesinos” fino ad arrivare in Italia al soldo della ‘ndrangheta’, senza risparmiare nessuno. Avvincente e scalpitante fino all’ultimo bossolo sparato per un prestigioso conto in banca e per il desiderio di un attimo di gioia pura e candida come lei, la signora cocaina.

“Quale sarebbe il vantaggio?
- Entrare direttamente nel mercato europeo.
- L’Europa non conta più un cazzo.
- L’Europa forse no, ma gli europei come noi contano eccome, senor Rubio.”

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Cocaina 2013-04-22 10:33:33 marccorazz
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marccorazz Opinione inserita da marccorazz    22 Aprile, 2013
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nell'era dei "saggi".......tre maestri !!!!

Tre stili a confronto, tre maestri dello stile "made in italy" a raccontarci tre punti di vista su di un medesimo argomento: la cocaina. Tre modi diversi di affrontare la tematica, ugualmente coinvolgenti, affascinanti e trascinanti, ognuno con il proprio stile inconfondibile e caratterizzante. Carlotto descrive la vicenda dell'ispettore Campagna, personaggio fuori dagli schemi e dal prototipo del poliziotto che, alle prese con travagli interiori, si trova a dover fare delle scelte poco piacevoli, pur di sgominare una banda di spacciatori. Carofiglio ci presenta invece una conversazione tra uno scrittore e una ex capo della narcotici che rimane, suo malgrado, vittima, per amore, del gioco che tenta di combattere. E' questo un dialogo nel perfetto stile dell'autore, pieno di atmosfere coinvolgenti e di sentimenti forti. Infine, nell'ultimo racconto irrompe lo stile di De Cataldo, con una storia avvincente tra ndrangheta, narcotraffico, insospettabili e lavoro della guardia di finanza, a descrivere un mondo sommerso ma così reale e potente con cui ogni giorno, magari a nostra insaputa, conviviamo.
Nel complesso, un libro molto bello, coinvolgente e affascinante che rapisce il lettore (me) e lo tiene avvinghiato nelle spire delle proprie trame dalla prima all'ultima pagina.
I "tre maestri" sono stati fedeli al loro stile e hanno confermato il loro talento (ammesso ce ne sia bisogno), nella loro diversità, genialità e "umanità". Io, come si è forse intuito, li ammiro e li amo sempre più.

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