Narrativa italiana Racconti Banda randagia
 

Banda randagia Banda randagia

Banda randagia

Letteratura italiana

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Donata è una donna misteriosa dalla vita apparentemente irreprensibile. Eppure in casa sua nasconde un grande serpente che un cinese le ha venduto come "animale d'affezione e compagnia". Donata coltiva nel suo privato una torbida sessualità che la porta a relazioni ambigue, con uomini e con donne, finché il giro delle sue conoscenze inizia a essere scosso da morti accidentali... tutte molto sospette. Inizia con "La moglie del serpente" questa raccolta di storie criminali firmata da Vincenzo Pardini. In "Ferrovia parallela" il protagonista è in servizio sui treni e rimane prigioniero di un vagone, da cui non scenderà forse più, per un viaggio mozzafiato nelle viscere della terra. L'avventura non si conclude, resta aperta nel mezzo di una campagna innevata, forse la Siberia. La novella "Banda randagia" è la vicenda di un operaio che rinviene per caso in una cartiera una pistola. L'apparente routine di tutti i giorni verrà quindi sconvolta e il tranquillo operaio si trasformerà in un serial killer sanguinario, una spirale che si fermerà quando irromperà una banda di cani randagi. Sin dal primo racconto di questo libro fuori dal comune, si entra nel mondo di Vincenzo Pardini. Emozioni, passione, sangue, sensualità, misfatto e giustizia.



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Banda randagia 2018-05-21 05:56:40 Renzo Montagnoli
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Renzo Montagnoli Opinione inserita da Renzo Montagnoli    21 Mag, 2018
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Bestie, e non animali

Pardini ci ha abituato, con i suoi romanzi e con i suoi racconti, a descrivere un tempo in cui uomini e natura, ma soprattutto uomini e animali erano capaci di interagire, di convivere in una posizione sostanzialmente paritaria; non è un’Arcadia di cui ci parla, ma è una realtà che attualmente, presi da interessi secondari che riteniamo invece primari, ci sfugge e non vedendola ci priviamo della facoltà di essere liberi in un mondo di liberi. E’ stato quindi con un certo stupore che, leggendo i racconti di questa raccolta intitolata Banda randagia, ho trovato argomenti ben diversi e soprattutto svolgimenti di temi che non ricordano lo stile di scrittura tipica dell’autore lucchese. Si è infatti in presenza di noir, che non di rado sfiorano l’horror, ma soprattutto c’è una violenza sotto tutti gli aspetti che mi ha invero sconcertato. Il Pardini misurato di Il postale, tanto per citare una sua opera, lascia spazio qui a una inusuale tensione emotiva che esplode in una aggressività rabbiosa, in un eccesso che probabilmente si ritrova nei delinquenti psicopatici o paranoici, quali sono quasi tutti i protagonisti dei racconti. E questo eccesso è presente pure sotto l’aspetto sessuale, in cui i rapporti non sono per niente sfumati, ma sbattuti sotto gli occhi di tutti con descrizioni che non sono proprie della scrittura erotica, ma vanno oltre, sfiorando la pornografia. Mi riferisco in tal caso a due racconti, La moglie del serpente, con rapporti saffici, e Lo chiamavano orso, intriso di passioni omosessuali. Questione di gusti, ma questi due non mi sono piaciuti, a differenza di altri due che da soli valgono la pena di acquistare questo libro. Mi riferisco a Banda randagia, che dà il titolo all’opera, e che è tutto sommato un normale noir con la figura di uno psicopatico che diventa un serial killer, uccidendo a destra e a manca, ma il crescente disagio psichico è descritto felicemente, tanto che l’attesa nel lettore di arrivare alla fine cresce di pari passo con il delirio di onnipotenza tipico di questi soggetti; ed è l’unico racconto in cui ritrovo il Pardini capace di far parlare gli animali, di dare loro una personalità quasi da homo sapiens che così tanto ho apprezzato in altri suoi lavori; è un racconto bellissimo, quasi un piccolo romanzo breve, da cui ho ritratto impressioni positive su un senso di giustizia universale che non è dell’uomo, ma della natura. L’altra prosa che ha incontrato i miei favori è Ferrovia parallela, un viaggio da incubo in un incubo, la parabola di un uomo che si accorge di non poter definire la propria esistenza, perché altri, dal volto ignoto, decidono per lui senza che possa interloquire; in questo treno che viaggia senza mai fermarsi c’è tutta la vita di ognuno di noi, c’è il nostro destino che non possiamo cambiare. Mi è piaciuto, ma in misura minore, anche Il Roero, con un altro viaggio in treno, dove un uomo che rincorre il suo psicanalista si trova in una situazione di pericolo allucinante, partecipe di un giallo breve di cui non intendo dire altro per non anticipare troppo.
Mi sono chiesto il perché di questi racconti così diversi dalla consueta produzione dell’autore e non ho trovata altra risposta se non nell’attività svolta in precedenza; forse l’essere stato guardia giurata e magari qualche esperienza legata a questa professione hanno fatto scattare la molla della creatività, anche se credo – la mia però è un’ipotesi – che Pardini, uso a parlare di rapporti fra uomini e animali, abbia inteso questa volta narrare di bestie, cioè di quel che diventa l’uomo quando delinque.
Sono dell’opinione che, per quanto Banda randagia mi sia sembrata un’opera minore nella eccellente produzione di Pardini, sia comunque meritevole di lettura per le motivazioni che ho sopra esposto, nonché per la capacità di sondare l’animo umano, scoprendo il suo lato più oscuro.

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